La tedesca Kerber in seminfinale a Winbledon
C'è
chi sostiene che per un paese sia meglio avere la certezza che almeno
una connazionale porterà i colori della propria bandiera nelle
semifinali di Wimbledon, piuttosto che coltivare la possibilità di
averne due, ma, al tempo stesso, rischiare di non averne nessuna. Nel
dubbio intanto, la Germania dello sport si ritrova a festeggiare una
propria rappresentante alle porte della vittoria nel Grande Slam
londinese, ma anche a piangere sull'occasione sprecata di alzare la
percentuale di possibilità che il trofeo approdi in terra tedesca. Kerber e Lisicki,
infatti, entrambe bionde ed entrambe tedesche (o quasi), hanno
infiammato la giornata nella capitale inglese con un quarto di finale
del torneo femminile infinito nel tempo e in bilico fino all'ultimo. Le
due tenniste nel campo centrale di Wimbledon si sono sfidate per 2 ore e
35 minuti, giocando un bel tennis, con tanti errori ma con altrettanti
colpi da applauso spontaneo.
Così dopo i
"polacchi" Klose e Podolski, sono due donne, anch'esse di origine
polacca, a regalare a Berlino un altro momento di grande orgoglio
nazionale ed un'altra semifinale. Chissà che, questa volta, non sia meno
amara e la Germania possa almeno raggiungere la finale sul prato
centrale di Wimbledon.
L'ultimo match tutto
tedesco in questo torneo risale al 1987, è per questo che quello tra
la numero 8 del mondo e la numero 13 prende anche i contorni della sfida
storica. Le statistiche parlano sin dall'inizio in favore della Kerber,
sempre vittoriosa sulla connazionale nei quattro scontri diretti. Ma la
Lisicki usciva dalla vittoria sulla numero uno del mondo, Maria
Sharapova, con un secco 6-4 6-3. A dimostrazione dell'equilibrio tecnico
tra le due giocatrici, la partita non delude le aspettative e risulta
imprevedibile e particolarmente piacevole. La partenza travolgente della
Kerber viene frenata al secondo set dalla Lisicki che annulla tre match
ball e porta la partita al tie-break, vincendolo. Così, durante un
terzo set ormai nelle mani della numero 13 del mondo, alla Kerber viene
in aiuto il "falco", ovvero l'occhio elettronico che decreta il punto
esatto di caduta della palla. Un punto strappato per qualche millimetro
che le offre la forza insperata per annullare il vantaggio maturato e
ribaltare la sfida, fino a vincerla.
Il
giallo-rosso-nero della bandiera tedesca, quindi, sventolerà ancora a
Wimbledon, anche se difficilmente lo farà fino alla vittoria finale.
Intanto, da Varsavia a Londra, questa semifinale può essere una
consolazione non da poco per il mondo sportivo tedesco, ancora scosso
dalla spedizione a vuoto dei ragazzi di Löw in Polonia e Ucraina.
Giuseppe De Lorenzo
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