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‘I due corpi del papa’: Ratzinger ha restituito unità al pontificato

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Il traumatico annuncio del ritiro del P apa dell’11 febbraio scorso, al di là delle cause e delle conseguenze che sono state ampiamente discusse e analizzate, ha portato a compimento il lungo processo di formazione del P apato . La chiave di lettura di questo processo è l’intrinseca duplice natura del ministero pontificio che può servire a spiegare il comportamento degli ultimi pontefici e forse anche quello dei prossimi. I riferimenti della mia analisi sono P apa Wojtyla e P apa Ratzinger che rappresentano come i due estremi della concezione del P apato. È stato, infatti, giustamente fatto presente che il primo ha portato la sua croce di sofferenza sino in fondo non rinunciando al suo incarico e seguendo in questo la sua coscienza. Nella sua dichiarazione Benedetto XVI lo riconosce, eppure la stessa coscienza che ha indicato a Wojtyla di proseguire ha convinto Ratzinger che era il momento di ritirarsi.

Benedetto XVI, un Papa coraggioso

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Chissà se anche per Benedetto XVI , Dante avrebbe immaginato l'eterna dannazione all' Inferno . Certo, il poeta condannò Celestino V ed il suo “gran rifiuto” più per l'aver lasciato spazio all'odiato Bonifacio VIII che per il gesto in sé. La considerò un'azione vile, rinunciataria e, quindi, pericolosa per la Chiesa. Non si potrà dire lo stesso per quanto deciso dall'attuale Papa . Anzi! Bisognerà riconoscerne il coraggio , quel coraggio che ha contraddistinto tutto il periodo del papato. Durante otto difficili anni Benedetto XVI ha dovuto lottare contro le divisioni che continuano a minacciare la Chiesa. Ha cercato di conferire un base teologica forte ed una legittimazione “tradizionale” alla straordinaria spinta spirituale del suo predecessore. Un compito necessario, per questo la sua elezione risultò opportuna. Ma Ratzinger era ed è un teologo, non un trascinatore. Un pensatore di straordinario livello e non il passionale comunicatore che eravamo abitu...