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Visualizzazione dei post da dicembre, 2011

Bonn, Afghanistan: aiuti fino al 2024

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Sicurezza, pace e stabilità sono state le parole d’ordine della quarta Conferenza Internazionale sull’Afghanistan che si è svolta ieri a Bonn, la città delle Nazioni Unite in Germania. Nella vecchia sede del Bundestag (il parlamento tedesco), sulla riva destra del Reno, erano riunite oltre cento delegazioni in rappresentanza di stati e organizzazioni non governative provenienti da tutto il mondo. La conferenza aveva lo scopo di definire il futuro dell’Afghanistan e tutti i rappresentanti delle delegazioni hanno manifestato l’indispensabilità di una strategia comune in vista del ritiro delle forze internazionali previsto per il 2014. L’Afghanistan ha, infatti, la necessità di consolidare il processo di democratizzazione, di diventare un paese autonomo e di non essere più dipendente dalla comunità internazionale, anche se il presidente Karzai in un’intervista allo Spiegel ha detto che, se fosse per lui, l’esercito tedesco, che il terzo per numero di soldati, potrebbe rimanere per sempre.

Dalla parte della Germania ... e dell'Europa

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La storia inizia il 9 novembre 1989: il giorno della caduta del Muro di Berlino. Per la Germania è una nuova fase, che nessuno, allora, era in grado di prevedere. La sopravvivenza della DDR (Deutsche Demokratische Republik) era un’incognita. Nei mesi successivi a quell’autunno di fine anni ottanta, in Germania si risveglia uno spirito unitario fino ad allora tenuto quasi nascosto. Willy Brandt afferma: “Jetzt wächst zusammen, was zusammen gehört”, ora cresce assieme ciò che appartiene assieme. Helmut Kohl, l’allora Cancelliere tedesco, capisce che è la svolta della sua storia politica. Può essere l’uomo della riunificazione tedesca. Da quel momento la partita di Kohl è di convincere l’Europa che la Germania unita è un vantaggio per tutti. È nota la contrarietà dei principali leader politici europei: Mitterrand, Andreotti, Thatcher. Tutti sembrano aver paura di una Germania unita. Andreotti arriverà a dire, ironicamente: "Amo così tanto la Germania che preferisco ne esistano due&qu