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H come Hitler

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Il volume di Johann Lerchenwald non sembra volersi orientare a quel massimo biografo di Adolf Hitler che fu Joachim Fest con la sua monumentale biografia e neppure alla Verfilmung che ne derivò ( Hitler – Eine Karriere ), bensì – e non solo a prima vista, probabilmente per moda editoriale attualissima – a quella insolita nuova forma di biografia che è quella inaugurata da Antonio Scurati con la sua straordinaria opera, che attende di divenire trilogia, intitolata “M”, e qui ne sia prova proprio l’uso della lettera iniziale del nome. Ma non basta. L’approccio è infatti dei più costitutivi nell’affrontare figura e sviluppo di uno dei più grandi mostri dell’umanità e l’originalità sta proprio nell’approccio annunciato, che non risponde appunto al canone di “come i tedeschi vedevano”, bensì come H. “vedeva” i tedeschi – che per aggiunta divengono qui, come il titolo recita, i “suoi tedeschi” – trattandosi dunque di ben altra cosa. Il procedere di questa analisi è affrontato quindi da