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Visualizzazione dei post da luglio, 2015

La crisi della sinistra tedesca

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Il quartier generale della SPD a Berlino, La Willy-Brandt-Haus " I socialdemocratici sono i grandi traditori della Germania ". Me lo dice in un ristorante di Prenzlauerberg un ragazzo tedesco cresciuto a Berlino Est in una famiglia socialista. La crisi del Partito Socialdemocratico tedesco (Spd) è riassunta in quella lapidaria e incisiva frase. Eppure per capire di cosa si sta parlando qualche numero è indispensabile.  La Spd ha perso le ultime tre elezioni politiche ed è scesa dal 34,2 per cento del 2005 al 25,7 del 2013, toccando il minimo storico nel 2005 con il 23,5. Attualmente i sondaggi danno i socialdemocratici al 24-25 per cento, circa 15 punti di percentuale dietro l'Unione (CDU/CSU). Anche gli iscritti si sono drasticamente ridotti, nel 1990 erano 943 mila, nel 2000 735 mila, nel 2005 590 mila e 2015 sono scesi a 459 mila. I numeri della crisi dei socialdemocratici tedeschi sono impietosi. 

La questione tedesca

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Vi propongo un articolo di Angelo Bolaffi uscito su Repubblica venerdì 24 luglio.   La Germania è la croce della moderna storia europea: un mistero, un enigma, una sfinge politica. Da più di un secolo a mezzo attorno ad essa si affollano perplessità, interrogativi, sospetti. Insomma prima ancora che über alles questo paese è per gli altri popoli del Vecchio Continente un dubbio eterno.  E’ così anche oggi, come si è visto durante le convulse giornate della crisi greca: la Germania che si era illusa di ‘aver fatto pace con se stessa e col mondo’ si è ritrovata a 25 anni di distanza dalla sua riunificazione sul banco degli imputati. E l’Europa preda di una preoccupante sindrome antitedesca .  Un diffuso timore agita l’opinione pubblica tra la costa atlantica del Portogallo e l’Oder-Neisse: che la Germania provi a trasformare una storica ossessione per il rigore finanziario e la stabilità monetaria in costituzione materiale dell’area dell’euro per imporre agli altri popoli la s

La versione di Schäuble

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Il manifesto elettorale della CDU del 199 con Schäuble e Merkel @spiegel Dopo le polemiche sul suo ruolo nella lunga trattativa con il governo greco per il terzo pacchetto di salvataggio per Atene, il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha rilasciato una lunga intervista allo Spiegel . Ecco la traduzione dei passaggi più significativi: Twitter I Tweet non mi interessano, sono troppo effimeri. Krugman "E' un economista importante, ma non ha alcuna idea della costruzione e delle fondamenta dell'Unione Monetaria Europea. Diversamente dagli USA, non c'è un governo centrale in Europa dove tutti i 19 paesi membri dell'Eurozona devono trovare un'intesa. Sembra che Krugman non lo sappia".

Le ragioni (elettorali) del governo tedesco

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Le scelte della Germania nella crisi greca sono veramente incomprensibili? Perché il governo tedesco continua a mostrare i muscoli e a essere così intransigente nei confronti del governo greco? Per rispondere a queste domande è indispensabile analizzare i dati delle rilevazioni della prima e della seconda rete tedesca nell'ultimo mese. Partiamo dai dati sulla situazione economica in Germania.  Secondo il DeutschlandTrend il 76 per cento dei tedeschi la considera positiva (gut) o molto positiva (sehr gut).

Crisi greca: Il ritorno dell'egemonia tedesca in Europa?

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“ È un vizio nazionale tedesco quello di  analizzare le cose con un tale zelo che le cose stesse, alla fine, perdono la loro realtà .” La pensava così  Ernst Jünger , un tedesco che conosceva bene le caratteristiche spirituali dei propri connazionali. Leggendo le cronache e i commenti su numerosi giornali internazionali la Germania di oggi è indubbiamente vittima del proprio zelo. L’acribia con cui avrebbe imposto la propria linea alla Grecia avrebbe fatto perdere di vista la realtà di cui parlava  Jünger , oggi rappresentata dalla salvaguardia dei valori del progetto europeo.