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La nuova leadership della Spd

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I socialdemocratici tedeschi hanno una nuova leadership. Saskia Esken e Norbert Walter-Borjans sono stati eletti dalla base del partito con il 53 per cento dei voti. Una vittoria sorprendente solo per chi non avesse seguito la campagna elettorale interna al partito. I nuovi leader hanno vinto contro Olaf Scholz, Vice-Cancelliere e Ministro delle Finanze, e Klara Geywitz. Il risultato dovrà essere confermato dal congresso della Spd (6-8 dicembre) a cui partecipano però soltanto i delegati. La novità sostanziale della vittoria di Walter-Borjans ed Esken è rappresentata dalle loro posizioni molto più a sinistra rispetto alla storia recente della Spd (più o meno da Schröder in poi) e nel voler, di conseguenza, rinegoziare l'accordo di Grande Coalizione con cui attualmente i socialdemocratici governano con i cristiano democratici e sociali (CDU-CSU) oppure, eventualmente, uscire dal governo ponendo fine al quarto governo Merkel. 

La crisi della sinistra tedesca

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Il quartier generale della SPD a Berlino, La Willy-Brandt-Haus " I socialdemocratici sono i grandi traditori della Germania ". Me lo dice in un ristorante di Prenzlauerberg un ragazzo tedesco cresciuto a Berlino Est in una famiglia socialista. La crisi del Partito Socialdemocratico tedesco (Spd) è riassunta in quella lapidaria e incisiva frase. Eppure per capire di cosa si sta parlando qualche numero è indispensabile.  La Spd ha perso le ultime tre elezioni politiche ed è scesa dal 34,2 per cento del 2005 al 25,7 del 2013, toccando il minimo storico nel 2005 con il 23,5. Attualmente i sondaggi danno i socialdemocratici al 24-25 per cento, circa 15 punti di percentuale dietro l'Unione (CDU/CSU). Anche gli iscritti si sono drasticamente ridotti, nel 1990 erano 943 mila, nel 2000 735 mila, nel 2005 590 mila e 2015 sono scesi a 459 mila. I numeri della crisi dei socialdemocratici tedeschi sono impietosi. 

La versione di Schäuble

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Il manifesto elettorale della CDU del 199 con Schäuble e Merkel @spiegel Dopo le polemiche sul suo ruolo nella lunga trattativa con il governo greco per il terzo pacchetto di salvataggio per Atene, il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha rilasciato una lunga intervista allo Spiegel . Ecco la traduzione dei passaggi più significativi: Twitter I Tweet non mi interessano, sono troppo effimeri. Krugman "E' un economista importante, ma non ha alcuna idea della costruzione e delle fondamenta dell'Unione Monetaria Europea. Diversamente dagli USA, non c'è un governo centrale in Europa dove tutti i 19 paesi membri dell'Eurozona devono trovare un'intesa. Sembra che Krugman non lo sappia".

Le preoccupazioni tedesche sugli equilibri politici in Italia

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Terra bruciata attorno ad Angela Merkel . L’Italia ha votato e in Germania il risultato un po’ spaventa. Si è passati in poco tempo dal governo Monti , apprezzato e sostenuto con forza, all’incertezza sul futuro esecutivo. Inoltre, gli elettori italiani sembrano aver espresso un voto abbastanza chiaro: un “no” deciso alla politica economica tedesca . Non solo perché Grillo e i suoi continui appelli contro l’euro ed il rigore hanno spopolato, ma – e, forse, soprattutto – perché l’agenda-Monti, così vicina alle teorie di rigore tedesche, non ha convinto gli elettori. Che l’hanno bocciata. Un secondo governo guidato dal professore ha possibilità di realizzarsi prossime allo zero, soluzione fino a poco tempo fa fortemente auspicata in Germania. E le dichiarazioni di questi giorni dall' entourage della Cancelliera fanno trapelare un evidente nervosismo.

Un punto a favore della Merkel, ma la partita, in Germania, non è ancora finita

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Doveva essere il giorno della verità. E così è stato. Angela Merkel si giocava tutto: la sua credibilità politica e quella della maggioranza del governo che guida. Nulla era scontato, anche se la Cancelliera aveva dimostrato una certa fiducia e sicurezza. Ci riferiamo al voto al Bundestag, il parlamento tedesco, sull’allargamento del fondo salva-stati, noto anche con la criptica definizione EFSF (European Financial Stability Facility). In realtà, non è mai stata in discussione l’approvazione dell’allargamento del fondo, quanto la tenuta della maggioranza nero-gialla tra liberali (FDP), cristiano democratici (CDU) e cristiano sociali (CSU). Due dei tre partiti di opposizione, i Verdi e la SPD, avevano, infatti, annunciato il voto a favore. La Linke, invece, ha votato contro. Alla fine l'allargamento del fondo di salvataggio EFSF è stato votato con una larga maggioranza composta da 523 parlamentari, solo 85 i voti contrari e tre gli astenuti. In sette erano assenti. Nello specifico h...