La nuova leadership della Spd


I socialdemocratici tedeschi hanno una nuova leadership. Saskia Esken e Norbert Walter-Borjans sono stati eletti dalla base del partito con il 53 per cento dei voti. Una vittoria sorprendente solo per chi non avesse seguito la campagna elettorale interna al partito. I nuovi leader hanno vinto contro Olaf Scholz, Vice-Cancelliere e Ministro delle Finanze, e Klara Geywitz.
Il risultato dovrà essere confermato dal congresso della Spd (6-8 dicembre) a cui partecipano però soltanto i delegati. La novità sostanziale della vittoria di Walter-Borjans ed Esken è rappresentata dalle loro posizioni molto più a sinistra rispetto alla storia recente della Spd (più o meno da Schröder in poi) e nel voler, di conseguenza, rinegoziare l'accordo di Grande Coalizione con cui attualmente i socialdemocratici governano con i cristiano democratici e sociali (CDU-CSU) oppure, eventualmente, uscire dal governo ponendo fine al quarto governo Merkel. 

La nuova coppia di leader (è la prima volta nella sua storia che la Spd verrà guidata da un cosiddetto 'duo') ha chiesto anche un miglioramento sostanziale del pacchetto sul clima e un aumento del salario minimo a 12 euro l'ora. Tutte proposte che lasciano presagire una crisi di governo.
In quest'ultimo caso ci sarebbero due scenari: governo di minoranza dei cristiano democratici e sociali oppure elezioni anticipate nel 2020 a cui la Spd si presenterebbe con un programma che potrebbe prevedere una coalizione rosso-rosso-verde con Sinistra tedesca (Die Linke) e Verdi.
L'incognita di questo scenario è rappresentata dai Verdi che nel frattempo sono diventati un partito ben più forte della Spd e con più opzioni di governo a disposizione.

Il risultato di ieri è stato accolto con grande entusiasmo da una parte dell'opinione pubblica che auspicava da tempo un ritorno alle origini della Spd. Tuttavia, l'elezione ha confermato un problema strutturale del partito fino ad ora sottaciuto o sottovalutato. Da anni la Spd è un partito spaccato a metà. L'elezione di Martin Schulz del 2017 con il 100 per cento dei voti che alcuni commentatori Interpretarono come segno di unità era solo il gesto disperato di un partito senza anima e senza prospettive. La storia degli ultimi tre anni conferma questa chiave di lettura. La Spd è diventato il terzo, il quarto in alcuni casi il quinto partito tedesco. Il 53 per cento di Walter-Borjans e Esken è, ancora una volta, misero per una leadership politica. Aggravato ancora di più dal dato dell'affluenza che si è fermata al 54 per cento. È indubbio che alla Spd serva una classe dirigente diversa da quella che l'ha guidata fino ad ora, ma è altresì chiaro che all'interno dei socialdemocratici ci sono due anime e due correnti forse inconciliabili tra loro.

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