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Visualizzazione dei post da 2011

Bonn, Afghanistan: aiuti fino al 2024

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Sicurezza, pace e stabilità sono state le parole d’ordine della quarta Conferenza Internazionale sull’Afghanistan che si è svolta ieri a Bonn, la città delle Nazioni Unite in Germania. Nella vecchia sede del Bundestag (il parlamento tedesco), sulla riva destra del Reno, erano riunite oltre cento delegazioni in rappresentanza di stati e organizzazioni non governative provenienti da tutto il mondo. La conferenza aveva lo scopo di definire il futuro dell’Afghanistan e tutti i rappresentanti delle delegazioni hanno manifestato l’indispensabilità di una strategia comune in vista del ritiro delle forze internazionali previsto per il 2014. L’Afghanistan ha, infatti, la necessità di consolidare il processo di democratizzazione, di diventare un paese autonomo e di non essere più dipendente dalla comunità internazionale, anche se il presidente Karzai in un’intervista allo Spiegel ha detto che, se fosse per lui, l’esercito tedesco, che il terzo per numero di soldati, potrebbe rimanere per sempre.

Dalla parte della Germania ... e dell'Europa

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La storia inizia il 9 novembre 1989: il giorno della caduta del Muro di Berlino. Per la Germania è una nuova fase, che nessuno, allora, era in grado di prevedere. La sopravvivenza della DDR (Deutsche Demokratische Republik) era un’incognita. Nei mesi successivi a quell’autunno di fine anni ottanta, in Germania si risveglia uno spirito unitario fino ad allora tenuto quasi nascosto. Willy Brandt afferma: “Jetzt wächst zusammen, was zusammen gehört”, ora cresce assieme ciò che appartiene assieme. Helmut Kohl, l’allora Cancelliere tedesco, capisce che è la svolta della sua storia politica. Può essere l’uomo della riunificazione tedesca. Da quel momento la partita di Kohl è di convincere l’Europa che la Germania unita è un vantaggio per tutti. È nota la contrarietà dei principali leader politici europei: Mitterrand, Andreotti, Thatcher. Tutti sembrano aver paura di una Germania unita. Andreotti arriverà a dire, ironicamente: "Amo così tanto la Germania che preferisco ne esistano due&qu

Governo tecnico anche in Germania? L'ironia di TITANIC

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Il magazine satirico Titanic ironizza sul governo tecnico in Italia. Finalmente il nostro paese diventa un modello ed indica la strada; il trend da seguire! Anche la Germania annuncia un imminente governo di esperti. Non è un caso, del resto, che proprio lo Spiegel online abbia ricordato che anche la Germania ha numerosi debiti. Leggi qui Traduzione: Trend politico italiano Anche in Germania ci sarà presto un governo tecnico? (Nelle foto ci sono personaggi pubblici (molto discutibili) ognuno dei quali viene, ironicamente, accostato ad un ministero. Da sinistra a destra: Bärbel (terrorista di destra), Holger Apfel (NPD, estrema destra), Günther Grass (Scrittore, ma con un passato oscuro vicino alle SS) e Horst Mahler (COndannato per aver negato l'esistenza dell'olocausto).

La Germania di Angela Merkel è davvero pronta a guidare l'Europa?

“L’Europa si trova nella fase più dura dalla fine della seconda guerra mondiale. La crisi del debito durerà ancora per anni”. Questa è la profezia di Angela Merkel. Dopo queste parole, la Cancelliera ha incassato il voto del Bundestag - il parlamento tedesco - sul rafforzamento del fondo di salvataggio dell’Euro. Questa volta, rispetto al primo voto di fine settembre, nessuna fronda interna: 311 voti, esattamente la maggioranza, a cui si aggiungono quelli della SPD e dei Verdi. Il senso di responsabilità ha prevalso ed i parlamentari tedeschi sembrano aver capito che tutto il mondo guarda Berlino, in attesa che arrivi la soluzione ai mali dell’Europa e della moneta unica. Addirittura il quotidiano francese Le Figaro, di proprietà del molto gollista Dassault, considera la Germania un modello da seguire per la stessa Francia, alla quale non resta che emulare il sistema tedesco. Una dimensione esemplare di cui è sempre più consapevole la stampa tedesca. Eloquente il commento della Süddeut

Mario Monti è il premier giusto per negoziare con Francia e Germania

Dopo anni in cui ci eravamo abituati a governi solo politici, si è materializzato il fantasma di un altro esecutivo tecnico e molto simile ai governi Ciampi, Amato e Dini degli anni novanta. Oggi il nome di gran moda è quello di Mario Monti . La sua improvvisa e sorprendente nomina a senatore a vita da parte di Giorgio Napolitano sembra rafforzare l’ipotesi che sarà proprio il presidente della Bocconi a ricevere l’incarico di formare l’esecutivo tecnico di “salvezza nazionale”. La visita di Monti a Napolitano di ieri non è figlia soltanto della prassi, ma indica anche un possibile scenario nell’immediato futuro. Mario Monti è una personalità dall’indiscutibile competenza ed esperienza internazionale. Ha il “physique du rôle” per guidare il paese e per confrontarsi con il nuovo direttorio franco-tedesco in Europa. Ha anche un curriculum bipartisan: sia Berlusconi sia D’Alema, in passato, l’hanno indicato come commissario europeo. È un uomo di potere, è una personalità che conta nei gir

Crollo demografico in Germania

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Nella settimana in cui la popolazione mondiale ha raggiunto i sette miliardi, il Ministero degli Interni tedesco ha comunicato che quella tedesca diminuirà di dieci milioni entro il 2060 . Lo sviluppo demografico in Germania sarà uno dei temi di maggiore importanza nella discussione pubblica dei prossimi anni. Secondo un’analisi dell’Ufficio Federale di Statistica la società tedesca sta gradualmente diminuendo ed, inesorabilmente, invecchiando. Stando ai dati attuali, in Germania , vivono 81,7 milioni di persone, ma secondo il “Demographiebericht” , ovvero la relazione dell’Ufficio Federale di Statistica sulla situazione demografica in Germania, nei prossimi cinque decenni la popolazione tedesca dovrebbe diminuire di circa 12 milioni e scendere così a circa 70 milioni di abitanti, o nella peggiore delle ipotesi addirittura a 65 milioni. Sarà la presenza degli immigrati a stabilire il numero preciso. In ogni caso i cittadini di origine straniera saranno sempre di più anche se l’elevata

Der griechische Staat

Oggi vi propongo un articolo della Frankfurter Sonntagszeitung del 2007. Già allora l'autore Michael Martens affermava la necessità di urgenti riforme. Der griechische Staat Vicky Leandros trägt, soweit sich das zu diesem Zeitpunkt der Ermittlungen schon sagen lässt, keine Schuld an den Waldbränden in Griechenland. Im Gegenteil, sie hat der Öffentlichkeit sogar wertvolle Hinweise zur Aufklärung der Katastrophe übermittelt. Von einer Hamburger Wochenzeitung als renommierte Expertin für Waldbrandbekämpfung um ihre Meinung gebeten, hatte die Schlagersängerin dieser Tage zweierlei mitzuteilen: Erstens sei daheim in Piräus alles ruhig. Zweitens seien die einfachen Bürger völlig allein gelassen worden, und Ministerpräsident Karamanlis habe gelogen. Mit dieser Einschätzung gab Frau Leandros ziemlich treffsicher die unter ihren Landsleuten vorherrschende Meinung wieder. In der abgelaufenen Woche wurde die griechische Regierung bei Demonstrationen in Athen und anderen Städten von einer kein

Auguri Germania!

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Oggi, 3 ottobre 2011, si festeggiano i 21 anni della riunificazione della Germania. Vi propongo un mio articolo scritto un anno fa, in occasione dei vent'anni dalla riunificazione tedesca, su Liberal . GERMANIA 2.0 Se nell’immaginario collettivo la caduta del muro di Berlino resta un evento decisivo della storia del Novecento, lo sono molto meno gli undici mesi successivi. Dal 9 novembre 1989 fino al 3 ottobre 1990 la Germania ha, infatti, cercato di porre le basi per ricostruire e re-inventare se stessa: libere elezioni nel marzo del 1990, unione monetaria nel luglio dello stesso anno, il 31 agosto la ratificazione del patto di unificazione e il 3 ottobre la tanto attesa riunificazione. L’artefice di questa impresa in tempi così brevi fu Helmut Kohl. La Germania unita è per noi, oggi, un dato acquisito, normale, quasi scontato, ma in quegli undici mesi non tutti ritenevano opportuno e giusto l’annessione della Germania comunista (DDR) alla Repubblica Federale Tedesca. L’intellettu

Grecia e Germania, mondi a confronto

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(traduzione: Merkel: Cosa? Se potete avere una ricevuta ... ? Papandreu: Oh, era solo una domanda ...) L'incontro a Berlino tra Angela Merkel ed il Premier greco Papandreu visto dalla rivista satirica "Titanic"! Sul rapporto tra la Grecia e la Germania vi propongo un mio vecchio articolo uscito il 23 aprile del 2010 su L'Occidentale. Un imponente studio inglese della BBC dimostra che la Germania resta, per il secondo anno consecutivo, il paese più amato al mondo. Nell’immaginario collettivo la Germania non è certo il paese che si potrebbe considerare il più amato e ben voluto. I tedeschi non si sono mai distinti, e continuano a non farlo, per simpatia e gentilezza. Ed i loro calzini corti e spesso bianchi, soprattutto se usati orgogliosamente sotto dei sandali, non sono certo modello di eleganza. Ai tedeschi si pensa come ad un popolo ligio al dovere, zelante, con grande senso dello stato, ma forse con scarso, o molto singolare, sense of humour. Eppure, nonostante ciò

Un punto a favore della Merkel, ma la partita, in Germania, non è ancora finita

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Doveva essere il giorno della verità. E così è stato. Angela Merkel si giocava tutto: la sua credibilità politica e quella della maggioranza del governo che guida. Nulla era scontato, anche se la Cancelliera aveva dimostrato una certa fiducia e sicurezza. Ci riferiamo al voto al Bundestag, il parlamento tedesco, sull’allargamento del fondo salva-stati, noto anche con la criptica definizione EFSF (European Financial Stability Facility). In realtà, non è mai stata in discussione l’approvazione dell’allargamento del fondo, quanto la tenuta della maggioranza nero-gialla tra liberali (FDP), cristiano democratici (CDU) e cristiano sociali (CSU). Due dei tre partiti di opposizione, i Verdi e la SPD, avevano, infatti, annunciato il voto a favore. La Linke, invece, ha votato contro. Alla fine l'allargamento del fondo di salvataggio EFSF è stato votato con una larga maggioranza composta da 523 parlamentari, solo 85 i voti contrari e tre gli astenuti. In sette erano assenti. Nello specifico h

La Merkel rassicura i tedeschi sul piano salva banche e salva Grecia

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A pochi giorni dal voto in Parlamento sul fondo slava-Stati (EFSF) la cancelliera Angela Merkel ha difeso la sua politica europeista ed ha messo in guardia contro la riduzione del debito della Grecia. Tutto questo avveniva in un’intervista in una delle più importanti trasmissioni di approfondimento politico in Germania: “Günther Jauch”, sulla prima rete tedesca (ARD). La tempistica di questa intervista non è, evidentemente, casuale: subito dopo la storica visita di Papa Benedetto XVI in Germania, immediatamente prima dell’incontro con il primo ministro greco Papandreu a Berlino previsto per oggi e, inoltre, poco prima del voto di giovedì in Parlamento sul fondo di salvataggio europeo per il quale non è scontato che Angela Merkel avrà la maggioranza. La Cancelliera ha, però, anche detto di non voler legare questo voto ad una fiducia e questo lascerebbe pensare che, nonostante la litigiosità interna della coalizione, la Merkel ha sotto controllo la propria maggioranza di governo. Nell’in

La visita di Papa Ratzinger in Germania

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Dalla sua elezione Bendetto XVI era già stato in Germania. In occasione della Giornata Mondiale della Gioventù e, successivamente, durante un viaggio spirituale in cui ripercorse i luoghi della sua gioventù. In quell’occasione il Papa tenne la famosa lezione di Ratisbona che provocò le ben note incomprensioni, polemiche e discussioni. Ma da Capo di Stato, una visita ufficiale nel suo paese natale, Benedetto XVI non l’aveva ancora compiuta. Il viaggio, che è iniziato giovedì e che si concluderà oggi, è stato, dunque, un evento storico, anche perché è stata la prima volta che un Papa ha parlato davanti al Bundestag, il parlamento tedesco. Ma è stata anche una visita dal grande significato simbolico e politico. La Germania è il paese in cui gli scandali sugli abusi sessuali nella Chiesa hanno dominato il dibattito pubblico negli ultimi due anni. Alla Chiesa non sono state risparmiati attacchi anche molto pesanti. Ancora oggi la Germania è molto divisa ed attende risposte ed azioni concret

Wowereit vince ancora. Ma la sorpresa sono i Pirati!

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“Berlino sono io”. Klaus Wowereit, consapevole del forte consenso, l’aveva lasciato intendere in campagna elettorale. I risultati elettorali gli hanno dato ragione: sarà ancora lui, per la terza volta consecutiva, a governare la capitale tedesca. E’ indubbio che il sindaco uscente si riuscito, meglio di altri, ad intercettare gli umori e le aspettative dei cittadini di Berlino. Non è un caso che il suo slogan era: Capire Berlino! Eppure, appena un anno fa, erano in pochi a scommettere su una sua rielezione. Oggi, invece, viene addirittura considerato un possibile candidato della SPD (i socialdemocratici) alle elezioni nazionali del 2013. Nella corsa all’anti-Merkel, oltre a Steinbrück, Steinmeier e Gabriel c’è anche lui, il sindaco di Berlino. In realtà, però, ad analizzare con attenzione i risultati elettorali di domenica scorsa, è evidente come Wowereit può certamente festeggiare, ma la sua coalizione di governo è uscita sconfitta. L’SPD si è fermata al 28,3 (meno 6% rispetto al 2006

Wie tickt Berlin?

Domenica si voterà nella capitale della Germania: Berlino. A parte il risultato che uscirà dalle urne - la SPD di Wowereit è in netto vantaggio - queste elezioni sono un'occasione per riflettere su una città che sta cambiando profondamente e che, probabilmente, si è messa finalmente da parte lo scomodo passato e sta tornando ad essere la capitale europea dei primi anni venti del secolo scorso, ma naturalmente proiettata verso il futuro. Su questo tema abbiamo già scritto nel dicembre scorso ( leggi qui ), ma ci torneremo prossimamente. Nel frattempo, per comprendere meglio una città in piena evoluzione, vi segnalo questo articolo dal mensile Cicero Leggi qui l'articolo .

Il debito della Grecia secondo Angela Merkel

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Dalla bellissima rivista di satira TITANIC , vi propongo un lettura ironica della linea politica della Cancelliera Merkel sulla crisi del debito in Grecia: L'evoluzione del debito della Grecia! (cliccare sull'immagine per ingrendirla!)

Angela Merkel e la crisi europea

Vi propongo un articolo di Dörte Dinger dal sito della Fondazione Italianieuropei: Si tira a campare: Angela Merkel di fronte alla crisi europea. La Germania non fa coincidere più i propri interessi nazionali con quelli dell’Europa. Questo è, giunti a questo punto, un dato di fatto. E in effetti, quanto possiamo osservare nel corso della crisi attuale non è una nuova forma tedesca di euroscetticismo. Il problema della politica europea di Berlino oggi è la mancanza di una strategia coerente, di obiettivi chiari e di una sana dose di passione. Per diversi anni, il moderato stile di governo di Angela Merkel è stato anche la chiave del suo successo. Il cancelliere cristiano-democratico tende ad aspettare lo svolgersi degli eventi, è piuttosto avversa a correre rischi e preferisce lasciare che siano gli altri a farlo, posponendo le decisioni fino all’ultimo momento. Angela Merkel non indirizza l’opinione pubblica, ma la segue. Non formula messaggi univoci, ma permette che si sviluppi una ca

Le dimissioni di Jürgen Stark

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Le dimissioni di Jürgen Stark hanno creato un nuovo terremoto politico e finanziario. Crollano le Borse: Francoforte ha perso oltre il 4 per cento, Parigi il 3,6, Piazza Affari il 4,9, mentre l’euro è scivolato sotto quota 1,37 dollari per la prima volta dal 23 febbraio scorso. Dietro le dimissioni del consigliere tedesco della Banca Centrale Europa c'è l'insoddisfazione ed il malumore di gran parte del mondo finanziario e politico per gli aiuti all'Italia e più in gernale ai paesi dell'Europa in difficoltà. Fino ad ora si è forse sottovalutato (e non ben capito) il braccio di ferro in atto a Berlino tra la linea europeista del governo tedesco e la convizione diffusa che la Germania stia pagando un prezzo troppo alto per difendere l'Euro e l'Europa. Ricordiamo che le dimissioni di Stark vengono dopo quelle di quest'inverno dell'altro consigliere tedesco, Axel Weber. Vediamo come hanno commentato i principali giornali italiani e tedeschi: La Repubblica: S

Rischio estremismo in Germania? Die Linke e NPD si consolidano.

“Il confine” è il titolo di un film tedesco del 2010. La storia narra di due leader politici, uno di estrema destra ed uno di estrema sinistra, che, in una Germania stretta dalla morsa della crisi economica, si contendono la guida di una delle regioni più depresse della Repubblica Federale: il Mecklenburg-Vorpommern, un Land dell’estremo settentrione tedesco. Lo scenario apocalittico che viene descritto dal film è una nuova divisione della Germania. Non più, però, tra est e ovest, ma tra nord e sud. O meglio: la separazione del Mecklenburg-Vorpommern dal resto del paese. Si tratta, naturalmente, di uno scenario catastrofico (e cinematografico) con nessuna possibilità di effettiva realizzazione. Tuttavia, osservando ed analizzando i dati elettorali delle elezioni di domenica scorsa nel Land del Mecklenburg-Vorpommern, non può passare inosservata l’analogia tra lo scenario descritto dal film ed i buoni risultati delle forze politiche più estreme che si sono ulteriormente stabilizzate nel

Germania. Conservatori e Verdi, un'alleanza possibile?

In Germania è storicamente esistita una particolare sensibilità per i temi verdi, dovuta, in parte, all’esistenza di un partito (i Verdi appunto) estremamente forte e radicato. Basti pensare che nella storia recente della Germania non solo i Verdi hanno governato insieme alla SPD nel governo Schröder dal 1998 al 2005, ma, oggi, anche se sono all’opposizione, i sondaggi li danno oltre il 20 per cento. Dal marzo scorso, poi, guidano, per la prima volta nella storia della Repubblica Federale Tedesca, un governo regionale: il Baden Württemberg, uno dei più importanti Länder tedeschi. I Verdi sono, dunque, dei protagonisti indiscussi della vita politica tedesca con i quali i due principali partiti di massa, la CDU-CSU e la SPD, devono costantemente fare i conti. leggi l'intero articolo qui di Ubaldo Villani-Lubelli Vi ripropongo un mio vecchio articolo del 16 marzo 2011 sulla scelta del Governo Merkel di rinunciare al nucleare: In Germania il fronte nuclearista non cede

La politica culturale come misura anticrisi: la scommessa della Germania

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La Germania ha saputo risollevarsi dalla crisi economico-finanziaria prima e meglio degli altri paesi europei, grazie a un precoce sistema di riforme ma soprattutto per merito di un’illuminata politica di investimenti nei settori di ricerca, formazione e istruzione, dimostrando come anche da essi sia possibile ottenere concreti benefici economici. Mentre l’Europa fatica a uscire dalla crisi economico-finanziaria, c’è un paese che vive una crescita tale da essere diventato un modello economico e sociale: la Germania. Il sistema tedesco è attualmente un paradigma politico a cui costantemente richiamarsi. Ma qual è il segreto della Repubblica federale tedesca? Come mai la Germania è stato il primo paese dell’area euro a uscire (e bene) dalla crisi economica internazionale? Leggi l'intero articolo qui di Ubaldo Villani-Lubelli (Tratto da Italianieuropei)

I conti che la Germania non vuole fare

Oggi vi propongo un articolo sulla Germania tratto da Il Sole 24 Ore di domenica 28.08.2011 Se Atene piange, Berlino non ride. Chi, tuttavia, si muove nel devastante caos dei mercati finanziari, rischiando una depressione dall'incerto futuro è l'euro, ma ancor più l'intera Europa. Il mesto parallelo fra Atene e Berlino non è casuale. Oltre, infatti, alle abbondanti, ma spesso vacue e confliggenti, ricette da varie parti avanzate per la soluzione della crisi, Grecia e Germania, il Paese più povero e quello più ricco, sono finite oltre che in un ginepraio economico in un inusitato e sconcertante conflitto giuridico. Non bastano forse più le teorie economiche dei mercati a legittimare asimmetrie, diseguaglianze e ingiustizie, ma è necessario ora, per giustificarle, ricorrere al diritto? Il presidente della Repubblica tedesca Christian Wulff ha di recente criticato aspramente gli acquisti dei titoli pubblici di alcuni Paesi da parte della Bce , definendoli «d

La frenata dell'economia tedesca può essere un'occasione

Vi consiglio di leggere l'articolo di Alesina e Giavazzi uscito su Il Corriere della Sera , sabato 27 agosto. Il titolo originale dell'articolo è: Berlino frena? Un'occasione . Paradossalmente, il rallentamento dell'economia tedesca potrebbe essere un'inaspettata fortuna per le sorti dell'euro. Fino all'estate le condizioni dei Paesi dell'unione monetaria erano molto diverse. Da un lato la Germania cresceva, con conti pubblici solidi; dall'altro i Paesi della periferia (Italia, Spagna, Grecia e Portogallo) erano fermi e la crisi di fiducia verso i loro titoli pubblici rischiava di mettere in pericolo la sopravvivenza dell'euro. Questa divergenza creava difficoltà per la Banca centrale europea: se la Bce faceva ciò che era bene fare per la Germania - permettere ai tassi di interesse di salire e non acquistare titoli pubblici della periferia per non accrescere la liquidità - la crisi dell'euro si aggravava. Se la Bce interveniva