Rischio estremismo in Germania? Die Linke e NPD si consolidano.

“Il confine” è il titolo di un film tedesco del 2010. La storia narra di due leader politici, uno di estrema destra ed uno di estrema sinistra, che, in una Germania stretta dalla morsa della crisi economica, si contendono la guida di una delle regioni più depresse della Repubblica Federale: il Mecklenburg-Vorpommern, un Land dell’estremo settentrione tedesco. Lo scenario apocalittico che viene descritto dal film è una nuova divisione della Germania. Non più, però, tra est e ovest, ma tra nord e sud. O meglio: la separazione del Mecklenburg-Vorpommern dal resto del paese. Si tratta, naturalmente, di uno scenario catastrofico (e cinematografico) con nessuna possibilità di effettiva realizzazione. Tuttavia, osservando ed analizzando i dati elettorali delle elezioni di domenica scorsa nel Land del Mecklenburg-Vorpommern, non può passare inosservata l’analogia tra lo scenario descritto dal film ed i buoni risultati delle forze politiche più estreme che si sono ulteriormente stabilizzate nel quadro politico regionale: l’estrema sinistra (Die Linke) ha ottenuto il 18,4 per cento e l’estrema destra (NPD) si è, per così dire, fermata al 6 per cento. Rispetto alle elezioni del 2006, la Linke è cresciuta dell’1,6, mentre il partito nazionaldemocratico tedesco (NPD) ha perso l’1,3 per cento. Per l’estrema destra tedesca si tratta, però, del secondo Land (l’altro è la Sassonia) nel quale riesce a entrare nel parlamento regionale per la seconda volta consecutiva.
In realtà, però, rispetto alle precedenti elezioni del 2006, oltre alla capacità di stabilizzazione che hanno dimostrato di avere i due partiti estremi ed al dato relativo alla scarsa affluenza (solo il 52,8), è interessante notare come i Verdi continuano la loro ascesa politica: triplicano i loro voti, arrivano all’8,4 per cento ed entrano nel Parlamento regionale. Crollano i liberali (FDP) che si fermano al 2,7, vale a dire il 6,9 per cento in meno rispetto al 2006, e salutano, così, il Parlamento regionale. Anche la CDU di Angela Merkel perde consensi: il 23,1 per cento ed oltre cinque punti percentuali in meno rispetto alle precedenti elezioni. A vincere le elezioni sono stati, invece, i socialdemocratici (SPD) che guadagnano oltre il 5 per cento ed arrivando al 35,7 per cento, quasi 12 punti di percentuale in più rispetto alla CDU. Oggi i socialdemocratici hanno tre opzioni politiche: possono decidere di governare con la CDU, possono dare vita ad una colazione con l’estrema sinistra, con la quale hanno governato negli ultimi otto anni, o allearsi con i Verdi (la più improbabile delle tre opzioni).
Le elezioni nel Mecklenburg-Vorpommern hanno confermato una sorta di eccezionalità ed unicità del Land tedesco. D’altronde le condizioni sociali ed economiche di questa regione sono particolarmente difficili: è un Land dell’ex Germania dell’Est, è uno dei più arretrati e poveri e si sta lentamente ed inesorabilmente spopolando. Secondo un articolo della Süddeutsche Zeitung (03.09.2011) gran parte dei giovani emigrano da questa regione depressa. In alcune zone la densità demografica è talmente bassa da essere pari a quella di un paese africano come lo Zimbabwe. Il Mecklenburg-Vorpommern è, dunque, un Land che sembra quasi impossibile possa far parte di una nazione che gran parte della stampa internazionale chiama, forse un po’ troppo ottimisticamente, “locomotiva d’Europa”. (Tratto da L’Occidentale)
Ubaldo Villani-Lubelli

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