La Germania di Angela Merkel è davvero pronta a guidare l'Europa?

“L’Europa si trova nella fase più dura dalla fine della seconda guerra mondiale. La crisi del debito durerà ancora per anni”. Questa è la profezia di Angela Merkel. Dopo queste parole, la Cancelliera ha incassato il voto del Bundestag - il parlamento tedesco - sul rafforzamento del fondo di salvataggio dell’Euro. Questa volta, rispetto al primo voto di fine settembre, nessuna fronda interna: 311 voti, esattamente la maggioranza, a cui si aggiungono quelli della SPD e dei Verdi.

Il senso di responsabilità ha prevalso ed i parlamentari tedeschi sembrano aver capito che tutto il mondo guarda Berlino, in attesa che arrivi la soluzione ai mali dell’Europa e della moneta unica. Addirittura il quotidiano francese Le Figaro, di proprietà del molto gollista Dassault, considera la Germania un modello da seguire per la stessa Francia, alla quale non resta che emulare il sistema tedesco. Una dimensione esemplare di cui è sempre più consapevole la stampa tedesca. Eloquente il commento della Süddeutsche Zeitung di venerdì scorso: “Chi, se non la Germania. Siamo noi tedeschi a dover indicare la strada verso il futuro e ad occupare il ruolo di guida in Europa.” Sempre sul giornale monacense, lo scorso 28 ottobre, Martin Winter, ha ricordato come l’Europa abbia diversi leader al momento, ma tutti politicamente molto deboli.

Alla Germania spetta il compito di guida, a patto, però, che l’Europa acquisti una nuova “dinamica” e che si discuta sulle necessarie riforme dei singoli Stati nazionali. Anche sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, un editoriale di sabato scorso ha messo in risalto come la Germania stia imponendo all’Europa i suoi metodi per l’uscita dalla crisi. Secondo un lungo articolo della settimanale Die Zeit, Berlino domina l’Europa, tutta l’Europa parla di egemonia tedesca, ma, in realtà, la Germania non è preparata per un ruolo del genere e non ha mai aspirato ad averlo. La forza delle Germania è rappresentata, soprattutto, dalla sua solidità economica. L’egemonia tedesca non comporterà naturalmente che la moneta unica europea possa essere salvato solo dai soldi tedeschi, bensì sempre grazie al fondo di stabilità (EFSF).

Nel frattempo, durante il vertice di giovedì scorso a Bruxelles, oltre ad essere stato formalizzato il salvataggio della Grecia ed il consolidamento del settore bancario, è stato rafforzato il fondo di stabilità. Tutti provvedimenti salutati con euforia dalle Borse. Proprio il rafforzamento del fondo è importante e di tale obiettivo i leader europei discuteranno di nuovo al prossimo vertice G-20 del 3-4 novembre a Cannes. All’ordine del giorno ci sarà la struttura dell’EFSF. Una volta definiti i dettagli tecnici, l’EFSF potrà sostituire la Banca Centrale Europea nell’acquisto dei titoli pubblici, tra cui, quelli italiani. Si tratta di un passaggio molto importante per liberare la BCE da compiti fiscali fuori statuto. A questo proposito, la stampa tedesca ha dato molto risalto alla possibilità che la Cina partecipi al fondo europeo di stabilizzazione finanziaria.

La stampa tedesca, d’altra parte, non ha risparmiato commenti molto critici e scettici sul rafforzamento del fondo di stabilità finanziaria. Mark Schieritz sulla Zeit ha evidenziato come il fondo sarà comunque sottocapitalizzato rispetto alle esigenze. Sulla stessa linea anche un commento, apparso sulla Süddeutsche Zeitung, di Catherine Hoffmann la quale mette in risalto che al rafforzamento del fondo sembrano non crederci del tutto neanche i politici che ne perorano l'assoluta necessità. Secondo la Frankfurter Rundschau e la Berliner Zeitung, il rafforzamento dell’EFSF è un gioco a perdere: la politica europea è impotente, confusa, contraddittoria ed ha paura di un nemico che, in realtà, non conosce. La ricetta della politica è, con ogni probabilità, fallimentare. Molto diverso l’approccio della Welt, che dalle sue colonne ha elogiato più volte Angela Merkel, in particolare per il suo discorso al Bundestag della scorsa settimana. Secondo il giornale conservatore tedesco, la Cancelliera ha reso la Germania più forte di quanto non lo fosse prima della crisi ed oggi è un punto di riferimento internazionale.

C’è da registrare, infine, che proprio in Germania c’è stato un parziale e momentaneo rallentamento al fondo di stabilità arriva dalla Corte Costituzionale tedesca, che ha dichiarato illegittima la commissione speciale e bipartisan sul fondo di salvataggio dell’Euro. Erano stati due parlamentari della SPD, i socialdemocratici Peter Danckert e Swen Schulz, a presentare il ricorso alla Corte. “Nove deputati non sono il parlamento”, questo il commento della Süddeutsche Zeitung alla sentenza. In questo modo vengono rafforzate le funzioni del Bundestag, il parlamento tedesco. Non sarà possibile che sulle misure di sicurezza finanziarie sia una commissione di soli nove parlamentari a votare e non l’intero parlamento in seduta plenaria. In realtà, però, i giudici costituzionali non hanno inteso limitare il fondo di salvataggio, come ha, giustamente, fatto notare la Süddeutsche Zeitung.
di Ubaldo Villani-Lubelli
tratto da L'Occidentale, 01.11.2011

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