L'amore tedesco per il Sud d'Europa
Musica al ritmo di samba, spiagge artificiali sulle rive dei fiumi, bar e
caffè con palme, solarium. E’ questa la tensione nordica verso il Sud. L’anima
dei popoli nordici (ma non solo) tende per natura a Sud: sole, mare,
leggerezza, spensieratezza, ritmi lenti, musicalità. I tedeschi usano una
parola ben precisa Sehnsucht, un misto di struggimento,
nostalgia, ardore, desiderio... di Sud, appunto. “Conosci tu la terra dove
fioriscono i limoni, gli aranci dorati rilucono fra le foglie scure, una mite
brezza spira dal cielo azzurro, il mirto immoto resta e alto si erge l’alloro,
La conosci tu, forse?”, nessuno meglio del più grande scrittore tedesco di
tutti tempi, Johann Wolfgang Goethe, ha espresso questo anelito del tedesco.
Il Sud non è, dunque, un semplice punto cardinale. È una dimensione
spirituale ed un’idea che portiamo dentro di noi. Ma è anche una realtà bene
precisa. Ad averlo detto e scritto è proprio un intellettuale e professore
tedesco, Dieter Richter, in un libro pubblicato oramai da due anni e che quando
uscì ebbe grande eco in Germania: Der Süden. Geschichte einer
Himmelsrichtung/Il Sud. Storia di un punto cardinale. Rileggere oggi
questo libro ha un significato particolare. In una fase in cui la reputazione
dei popoli mediterranei e dell’Europa del Sud, è a livelli minimi, leggere
questa storia del Sud scritta da un tedesco ed in cui si percepisce una certa
“Sehnsucht” verso il Sud, fa una certa impressione.
La crisi del debito sovrano ha, infatti, colpito l’Europa del Sud,
principalmente Grecia, Italia, Portogallo e Spagna, mettendo in discussione non
soltanto il proprio modello economico e sociale, ma, paradossalmente, ancor di
più quello culturale. È la mentalità e l’approccio alla gestione della cosa
pubblica che è stata fortemente criticata dalla rigorosa Germania. Il presunto
nuovo corso europeo imposto da Berlino e Parigi intende mettere in discussione
quel modo di fare superficiale e bonario che sembra essere il male d’Europa.
Eppure, proprio in Germania, la voglia di Sud (e di tutto quello che esso
comporta) è ancora fortissima. Un’immagine sicuramente romantica e idealizzata,
figlia di Goethe e di tanti intellettuali (ma anche semplici cittadini) che
hanno fatto il loro “viaggio in Italia”. Tuttavia è anche qualcosa di reale, di
effettivamente esistente. Oltre al clima e ai colori è la spensieratezza
meridionale che affascina ancora molti tedeschi, ma, al contempo, crea anche
tante frustrazioni per il sistematico fallimento nel tentativo di imitarla ...
quantomeno nella vita quotidiana.
Dieter Richter ha sistematizzato e dato consistenza storica e culturale a
questa tensione in un libro denso e complesso. Citando Montesquieu e
Winckelmann mette in evidenza l’antropologica differenza tra le due tipologie
di uomini, quello meridionale e quello nordico. Ed ancora: la contrapposizione
tra l’uomo del caldo e l’uomo del freddo. Eppure è bene ricordare come Viktor
Klemplerer (più noto, tra l’altro, per il suo “LTI. La lingua del Terzo Reich.
Taccuino di un filologo”), scrisse nel suo diario che per capire cosa sia
veramente il freddo bisogna vivere l’inverno nel Sud d’Italia! Sono molti, del
resto, quelli che ritengono, erroneamente, che a Sud splenda sempre il sole e
faccia caldo. Ricordo un viaggio in Puglia di una coppia di tedeschi che venuti
per godere del sole e del caldo del meridione, trascorsero una settimana di
pioggia e freddo: un vero e proprio shock culturale, prima ancora che fisico.
Già nell’Ottocento Gustav Nicolai scrisse “L’Italia. Com’è veramente”, dove
tanti luoghi comuni, o forse meglio, immagini idealizzate sul Sud, vengono
abbattute una dopo l’altra.
Il libro di Dieter Richter aiuta a comprendere veramente cos’è il Sud, in un
periodo in cui le contrapposizioni polari nord-sud sono più forti del passato.
Un libro dotto, pieno di spunti interessanti e che in questa fase dovrebbero
leggere in molti nel nord Europa. Un libro che aiuta ad avere un rapporto più
sereno con tutto ciò che viene considerato, genericamente, Sud. Perché, come
dice Richter, la ragione va verso Nord, ma lo spirito e l’anima vanno verso
Sud, lì dove c’è la felicità. C’è un solo punto dal quale non si può guardare
ancora più a sud: il polo sud. Ma questa è un’altra storia.
twitter @uvillanilubelli
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