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Visualizzazione dei post da luglio, 2012

Il futuro dell'Euro: è il momento decisivo

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Oggi vi propongo due articoli apparsi negli ultimi giorni su Il Corriere della Sera e il Financial Times. Il primo è l'editoriale di Angelo Panebianco, L a sovranità dei debitori , che pone, tra gli altri, un interessante confronto tra gli stati debitori dell'area euro e la Sicilia, vicino al fallimento: Nella sua storia il processo di integrazione europea ha combinato il nobile disegno di unificare il Continente, sia pure in un futuro indefinito, con misure pragmatiche, molto concrete, volte a risolvere i problemi man mano che si presentavano. È stata, fino alla crisi dell'euro, una storia di successo. Procedere, come si è sempre fatto, «per tentativi ed errori», e senza eccessi di politicizzazione dei problemi (che avrebbero scatenato conflitti), ha sempre aiutato l'integrazione. Almeno fino ad oggi. Anche la nascita dell'euro era avvenuta in questo modo: «Ci si imbarca e poi si vede». Si sperava che l'unificazione monetaria potesse trascinarsi dietro anc

Capire la crisi: domande e risposte / 1

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Perché la crisi dell’Euro non finisce mai? La crisi dell’Euro non è solo la crisi di una moneta. È la crisi del sistema economico e politico dell’Unione Europea. L’UE, così come è stata pensata, è un’incompiuta perché è stata creata una moneta unica, ma non un’unione politica. Si sono messi insieme economie e sistemi politici molto diversi e con esigenze molto differenti tra loro senza dotarli di una forte e solida struttura di base. I padri dell’Europa hanno creato un’Unione pensando che ci fosse (o che fosse facilmente raggiungibile) una omogeneità sociale ed economica di fondo tra i diversi stati. Non potevano naturalmente prevedere la crisi dei titoli subprime negli Stati Uniti che è alla radice della crisi europea e non potevano prevedere che l’Europa sarebbe diventata un continente “marginale” rispetto alle nuove economie emergenti, quali, ad esempio i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), ma potevano prendere in considerazione che prima o poi una crisi, ec

Il paradosso dello spread: Italia e Spagna finanziano la crescita tedesca

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Enel e Rwe sono due società energetiche. Hanno gli stessi identici rating da parte di Standard & Poor's (BBB+) e Fitch (A-). Solo che la prima è italiana, mentre la seconda è tedesca: per questo semplice motivo, Enel è costretta a pagare spread sui suoi finanziamenti quasi nove volte più elevati della concorrente. I tassi d'interesse dei prestiti obbligazionari che i due colossi dell'elettricità hanno sul mercato parlano chiaro: il bond di Enel con scadenza nel 2018 ieri quotava con un rendimento pari a 390 punti base sopra il tasso swap, mentre il titolo Rwe con scadenza nel 2017 si limitava a uno spread di 45 punti base.  

Gli intellettuali tedeschi ci dicano quale Europa vogliono

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Ma dove sono finiti gli intellettuali tedeschi? Perché non hanno nulla da dire sulle traballanti sorti dell’Ue? Certo, l’ultimo pamphlet di Hans Magnuns Enzensberger si occupava del «mite mostro» Bruxelles. Günter Grass, dopo la sua poesia sulla politica aggressiva di Israele, ne ha scritta un’altra, «La vergogna dell’Europa», in cui attaccava la miopia della politica europea nei confronti della Grecia. ... Molto più interventisti, appaiono oggi invece gli economisti . Divisisi in due fazioni ben distinte, sono attualmente i veri protagonisti del dibattito sul futuro europeo, come testimonia anche il caso più recente. Un paio di settimane fa, un gruppo di quasi duecento economisti, capeggiato da Hans-Werner Sinn, direttore dell’istituto di ricerche economiche di Monaco, Ifo, ha pubblicato una lettera aperta, con la quale si voleva mettere in guardia i cittadini riguardo alle decisioni prese nell’ultimo vertice di Bruxelles. ...

Non apriamo la caccia al tedesco: le critiche a Berlino sono ingenerose

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“ È un vizio nazionale tedesco quello di   analizzare le cose con un tale zelo che le cose stesse, alla fine, perdono la loro realtà. ” La pensava così Ernst Jünger , un tedesco che conosceva bene le caratteristiche spirituali della propria Nazione. La Germania di oggi sembra vittima del suo stesso zelo. L’acribia con cui Angela Merkel sta “imponendo” i propri metodi al resto d’Europa sembra stia facendo perdere di vista la realtà di cui parlava Jünger , oggi rappresentata dalla salvezza dell’Euro. Eppure qualsiasi commento sulla posizione della Germania nella crisi dell’Euro non può prescindere dalla storia recente della Repubblica Federale Tedesca. Non a caso un raffinato storico come Gian Enrico Rusconi , grande esperto di politica tedesca, ha parlato di Reinvenzione della Germania , la cui storia recente inizia il 9 novembre 1989, il giorno della caduta del Muro di Berlino. Da quell’autunno di fine anni ottanta, la missione politica del governo federale er

Le giacche della Merkel

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Forse il mondo non riesce proprio ad ammettere una donna al potere . E se con le “passioni” degli uomini si riesce ad essere un po’ più clementi, Angela Merkel non smette di essere bersaglio mediatico. Il vero problema è che non è un problema, non per lei. Per scalfire la sua sicurezza si è detto di tutto, ma forse la vanità è meno femmina di quanto si pensi. L'artista olandese Noortje van Eekelen ha creato nel sito internet thespectacleofthetragedy.eu (indicativo il nome: Lo spettacolo della tragedia) numerosi cataloghi di immagini, «un database visivo sui politici che navigano la crisi dell'euro», e, tra questi, un pantone dedicato ad Angela Merkel e alle sue giacche . Il grafico le ha sistemate in base all’ordine cromatico: dal verdino al nero passando per l’azzurro, il viola, l’arancione, il rosso, il rosa, il bianco, il grigio, il beige e il marrone e, ovviamente, la tonalità salmone, con cui si è presentata all’ultimo incontro a Roma . Per collezionare

Ripensare l'Europa

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Almeno un merito alla crisi economica che oggi squassa l’Unione Europea va riconosciuto: quello di obbligare a ripensare dalle fondamenta il modo in cui essa è nata e cresciuta. Solo così sarà possibile trovare una via d’uscita. Ma è un compito che tocca alle opinioni pubbliche, agli studiosi e agli osservatori indipendenti, dal momento che le leadership politiche europee lo evitano accuratamente, impegnate come sono ad impiegare il proprio tempo unicamente nel rimbalzare da un vertice all’altro, indicato ogni volta come risolutivo e ogni volta, però, destinato a non risolvere nulla. Ripensare la costruzione europea , dunque. Oggi è chiaro, ad esempio, che alla sua origine vi fu un atto di temeraria cecità geopolitica. La conclusione della II Guerra mondiale e il sequestro da parte dell’ Unione Sovietica dell’intera parte orientale del continente furono l’elemento decisivo che portò a considerare Italia , Francia , Germania e Benelux come realtà omogeneamente «e

L'amore tedesco per il Sud d'Europa

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Musica al ritmo di samba, spiagge artificiali sulle rive dei fiumi, bar e caffè con palme, solarium. E’ questa la tensione nordica verso il Sud . L’anima dei popoli nordici (ma non solo) tende per natura a Sud: sole, mare, leggerezza, spensieratezza, ritmi lenti, musicalità. I tedeschi usano una parola ben precisa Sehnsucht , un misto di struggimento , nostalgia , ardore , desiderio ... di Sud , appunto. “Conosci tu la terra dove fioriscono i limoni, gli aranci dorati rilucono fra le foglie scure, una mite brezza spira dal cielo azzurro, il mirto immoto resta e alto si erge l’alloro, La conosci tu, forse?”, nessuno meglio del più grande scrittore tedesco di tutti tempi, Johann Wolfgang Goethe , ha espresso questo anelito del tedesco.  Il Sud non è, dunque, un semplice punto cardinale. È una dimensione spirituale ed un’idea che portiamo dentro di noi. Ma è anche una realtà bene precisa. Ad averlo detto e scritto è proprio un intellettuale e professore tedesco, Dieter Richter , in u

Meister Eckhart, alle origini del pensiero tedesco

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Professore di scuola e maestro di vita, Meister Eckhart fu anche un amministratore accorto e uomo molto potente del suo ordine, di cui ricoprì le cariche più prestigiose. La constatazione di un aspetto politico ancora poco considerato nella vita del Domenicano induce a rivedere l'immagine di un Eckhart troppo spesso stilizzato come un "mistico" fuori dalla realtà. In queste pagine si cercherà di ricostruire il progetto culturale e religioso che il maestro domenicano portò avanti con strumenti diversi (lezioni universitarie, trattati e commentari dotti in latino, prediche redatte in latino e in volgare), in sedi diverse (Università, all'interno e all'esterno dell'Ordine domenicano), ma caratterizzato da una notevole organicità. (dalla quarta di copertina). Vi propongo un breve estratto della monografia di Alessandra Beccarisi su Meister Eckahrt, che, da numerosi studiosi, è considerato il padre della lingua e della cultura tedesca. Nece

Circoncisione della discordia

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Non si tratta di prepuzi o di qualche esotico precetto dell’Islam o dell’ebraismo. Si tratta di qualcosa di ben più grande, e che riguarda tutta la società: la religione considerata nel suo complesso. Per quanto riguarda la circoncisione , la Germania si doterà di una tutela giuridica, verosimilmente grazie a una nuova legge. Il che è un bene. In realtà, però, la questione ha radici ben più profonde, che affondano in un grande imbarazzo che confina quasi con il panico nei confronti della religiosità vissuta in modo intenso, manifesto, accetto. E questo non è un bene. [...] Il fatto che la questione riguardi sia gli ebrei che i musulmani ha invece alterato la confortevole logica dei due campi. Ci si è accorti quindi che il problema non si riduce all’avere una fede specifica, particolare, intransigente, contraria alla società moderna. No, il motivo di attrito va ricercato nel solo fatto di credere, nell’esperienza della fede in generale

Italiani e tedeschi: luoghi comuni e verità

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Nel 2009 uno dei corrispondenti della Frankfurter Allgemeine Zeitung in Italia annunciava il suo ritorno in Germania . In un lungo articolo ripercorreva, ironicamente, le disavventure di dieci anni trascorsi a Venezia ed arrivava alla cinica conclusione che è impossibile, per un tedesco, potersi sentire veramente a casa nel nostro paese. Leggendo Italiani e tedeschi. Aspetti di comunicazione interculturale , di Donatella Brogelli Hafer e Cora Gengaroli-Bauer, Carocci 2011 , non può che venire in mente l’esperienza raccontata da Dirk Schümer sulla FAZ : una testimonianza di un contatto tra culture diverse, proprio ciò che le due studiose hanno indagato in profondità nel loro libro.

La Germania dimostri di volere l'Euro: rischia di perdere la tripla A

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Un leggero colpo alla linea politica per l’Europa di Angela Merkel , questa volta, non arriva da un politico qualsiasi di uno dei paesi in difficoltà dell’area Euro, ma da uno dei “ Fünf Wirtschaftsweisen ”, cioè uno dei “saggi” membri del Consiglio economico indipendente del governo tedesco.  Sarebbe “un’illusione”, infatti, per Peter Bofinger , che la politica di sola austerity sostenuta con forza dalla Cancelliera possa portare alla soluzione dei problemi dell’area Euro. In un’intervista allo Spiegel , sembra, quasi, voler aizzare gli oppositori esterni ed interni alle scelte del governo tedesco. Certo, lo studioso in questione è l’unico esponente all’interno del consiglio a sostenere le teorie neo-keynesiane , il che significa una certa simpatia per eventuali interventi o del governo, con politiche fiscali, o della banca centrale, con politiche monetarie, per stabilizzare i mercati. Da questo, forse, deriva in parte la bocciatura delle scelte della Cancelliera, ancorata sulle p

Silvio Berlusconi alla Bild Zeitung: Non vogliamo un'Europa più Latedesca

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La pagina della Bild Zeitung con l'intervista a Silvio Berlusconi   Il ritorno di Silvio Berlusconi . In un’intervista al giornale tedesco più popolare e più letto in Germania, la Bild Zeitung , l’ex Presidente del Consiglio annuncia ai tedeschi che ha deciso di ricandidarsi: “non posso abbandonare il mio partito.”. E poi annuncia la novità più rilevante e che ha tramortito tanti berluscones ex-aennini: torneremo a chiamarci “Forza Italia”. Berlusconi, nell’intervista, parla, ovviamente, anche di Europa: “Sono preoccupato per l’Europa ed il mio paese. L’ Europa è ancora lontana da essere un’unione politica, non ha neanche una politica estera e di difesa comune. Ha sì una moneta unica ma non ha una Banca Centrale che possa disporre dei poteri delle altre banche centrali del mondo”.

Dialogo, memoria e ambientalismo: dOCUMENTA (13)!

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Dialogo, memoria e ambientalismo . Sono questi i temi della tredicesima edizione di dOCUMENTA (13), la più grande e importante esposizione di arte contemporanea al mondo. Un evento che si svolge ogni cinque anni e che porta a Kassel, nel cuore della Germania, non solo le più significative tendenze dell’arte contemporanea ma anche, e soprattutto, migliaia di visitatori da tutto il mondo. Per tre mesi, la piccola ed amena Kassel , diviene il centro del mondo dell’arte contemporanea. L’intera città si trasforma, appunto, in dOCUMENTA ed è così dal 1955, anno della prima edizione. Mai come in quest’occasione l’esposizione si svolge ed è dislocata ovunque tanto da essere, per certi versi, anche un po’ dispersiva. Non solo i luoghi classici come il bellissimo Fridericianum, la documenta-Halle, la Neue Gallerie o l’Orangerie, ma anche la stazione ferroviaria, il parco Karlsaue, hotels, centri commerciali, angoli e palazzi della città abbandonati al degrado e addirittura un Bunker. A Kassel

Per capire l'arte contemporanea visitate dOCUMENTA (13)

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William Kentridge, The Refusal of Time Se volete capire l’arte contemporanea dovete andare a Kassel, avete tempo fino al 16 settembre. Vi chiederete: cos’è Kassel ? Un’anonima città dell’Assia di meno di duecentomila abitanti, nel cuore della Germania. È qui che dal 1955 si svolge la più importante ed imponente esposizione di arte contemporanea del mondo. Unica nel suo genere, non fosse altro perché è ogni cinque anni: un lasso di tempo enorme tra un’edizione e l’altra che, paradossalmente, non rende proprio facile l’organizzazione, come ha più volte affermato la curatrice di quest’anno, Carolyn Christov-Bagarkiev . Una simpatica signora italo-bulgara, nata negli Stati Uniti, e che ha dato alla tredicesima edizione di dOCUMENTA una nuova veste estetica e contenutistica.

Mario Monti era (ed è) il premier giusto per negoziare in Europa

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Vi ripropongo un mio articolo del 10 novembre 2011 sulla nascita del governo Monti . Dopo i recenti successi in Europa ed a distanza di otto mesi dalla pubblicazione su L'Occidentale , possiamo dire con certezza che avevo visto giusto: Monti era ed è il premier giusto per negoziare con Francia e Germania . Dopo anni in cui ci eravamo abituati a governi solo politici, si è materializzato il fantasma di un altro esecutivo tecnico e molto simile ai governi Ciampi, Amato e Dini degli anni novanta. Oggi il nome di gran moda è quello di Mario Monti . La sua improvvisa e sorprendente nomina a senatore a vita da parte di Giorgio Napolitano sembra rafforzare l’ipotesi che sarà proprio il presidente della Bocconi a ricevere l’incarico di formare l’esecutivo tecnico di “salvezza nazionale”. La visita di Monti a Napolitano di ieri non è figlia soltanto della prassi, ma indica anche un possibile scenario nell’immediato futuro.

L'asse Parigi-Berlino, tra fatiche di Ercole e celebrazioni storiche

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Dopo 50 anni dall'incontro tra Adenauer e De Gaulle , primo atto della fine delle storiche rivalità tra nazioni europee, i vertici politici dei due paesi guida dell'Europa, Francia e Germania , sono tornati ad incontrarsi per celebrare un evento storico ma anche  per rafforzare un asse ben saldo durante l'epoca Sarkozy e leggermente sbiaditosi dopo la conquista dell'Eliseo da parte di Hollande . Un incontro con pochi risvolti pratici, ma estremamente importante sotto il profilo simbolico. A Reims Angela Merkel è tornata a sottolineare l'importanza di una maggiore unione politica tra i paesi, in particolare, dell'Eurozona. Questo, secondo la Cancelliera, deve essere il presupposto indispensabile per l'unione del debito, tasto dolente che riguarda la tenuta di una moneta, l'euro, in forte difficoltà da ormai troppo tempo. Ancora una risposta negativa, quindi, da parte della Germania ai famosi Eurobond , oggi al centro del dibattito politico. Occ

In Germania si teme il dopo-Monti

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  Angela Merkel è la salvatrice dell’Europa. La pensa così, in un’intervista al giornale economico Handelsblatt, Giuseppe de Vita , Presidente di Unicredit e italiano di successo in Germania. Eppure, appena una settimana fa, Mario Monti era tra i vincitori del vertice di Bruxelles che ha salvato l’Euro per essere riuscito a piegare la rigidità merkeliana.

L'asse Monti-Merkel

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“Se a lungo andare i nostri vicini europei non staranno bene, neanche la Germania starà bene. Il quaranta per cento delle nostre esportazioni sono in Europa.” Si è presentata così Angela Merkel a Roma. Se si tratti di un cambiamento di posizione da parte della Cancelliera o se negli ultimi due anni ci sono stati troppo errori di comunicazione, è difficile dirlo con certezza. Leggi l'intero articolo qui

La tedesca Kerber in seminfinale a Winbledon

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C'è chi sostiene che per un paese sia meglio avere la certezza che almeno una connazionale porterà i colori della propria bandiera nelle semifinali di Wimbledon , piuttosto che coltivare la possibilità di averne due, ma, al tempo stesso, rischiare di non averne nessuna. Nel dubbio intanto, la Germania dello sport si ritrova a festeggiare una propria rappresentante alle porte della vittoria nel Grande Slam londinese, ma anche a piangere sull'occasione sprecata di alzare la percentuale di possibilità che il trofeo approdi in terra tedesca. Kerber e Lisicki , infatti, entrambe bionde ed entrambe tedesche (o quasi), hanno infiammato la giornata nella capitale inglese con un quarto di finale del torneo femminile infinito nel tempo e in bilico fino all'ultimo. Le due tenniste nel campo centrale di Wimbledon si sono sfidate per 2 ore e 35 minuti, giocando un bel tennis, con tanti errori ma con altrettanti colpi da applauso spontaneo.  Così dopo i "pola

dOCUMENTA (13), sollecitazione dei sensi

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Fridericianum, Kassel Kassel non è solo la città di Ludwig Spohr , ma anche dei fratelli Grimm , di cui si avverte purtroppo a mala pena la presenza, spazzata via, come in altre città della Germania , dalla guerra. Solo un cartellone pubblicitario di un musical in corso intitolato Rapunzel ci avverte che siamo in una città fatata. Siamo alloggiati in uno scantinato. Già proprio così: una signora molto teutonica ha trasformato la sua cantina in una specie di ostello con due camere e una cucina. Il bagno è di sopra e si accede per una ripida scala a chiocciola. E' tutto molto spartano, ma lindo e pulito (lindo non in senso spagnolo). La nostra stanza è piena di libri, asciugamani bianchi e rossi, la finestra da sul giardino. E' tutto talmente in ordine da essere inquietante. La prima sera ho avuto un incubo che poteva essere la pessima sceneggiatura di un film dell'orrore di serie B. La vecchia signora teutonica era in realtà la capa di una setta che si dedica alla t