Tensioni italo-tedesche

L’intervista di Mario Monti allo Spiegel ha rimesso in crisi i rapporti tra Italia e Germania. Dichiarazioni che erano pensate, molto probabilmente, per tessere ancora una volta un solido asse con la Germania e la cancelliera Angela Merkel, hanno provocato l’effetto contrario. Iniziamo dalla frase incriminata: In ogni paese esistono un Parlamento ed una Corte Costituzionale. Ogni governo deve governare secondo le decisioni dei Parlamenti. Ma ogni governo ha l’obbligo di educare il proprio Parlamento. Se mi fossi attenuto, in modo assolutamente meccanico, alle direttive del mio Parlamento, non avrei potuto accettare le decisioni prese all'ultimo vertice a Brussels. Avevo, infatti, la richiesta di far introdurre gli Eurobonds. Se i governi si lasciano legare totalmente alle decisioni del Parlamento senza conservarsi uno spazio di manovra, la fine dell'Europa sarebbe molto più probabile di una maggiore integrazione.


A questa frase hanno risposto in tanti, in nome della difesa del Parlamento. Il ministro degli Esteri Guido Westerwelle ha dichiarato che l'Europa ha bisogno di maggior democrazia e di un rafforzamento delle istituzioni democratiche. Il segretario generale Alexander Dobrindt, segretario generale della CSU, molto attivo nelle ultime settimane, ha commentato che Monti opera un attacco alla democrazia. Ha anche aggiunto che non siamo disposti a porre fine alla nostra democrazia per finanziare il debito italiano. Come se Dobrindt non sapesse che la Germania non ha mai finanziato il debito italiano. Anche Frank Schäffler, liberale ed euroscettico, ha detto che l'Europa ha bisogno di più democrazia ed ha aggiunto che Monti vuole risolvere i propri problemi con i soldi tedeschi. Anche il liberale dimostra di non conoscere bene i dati sui programmi di salvataggio fino ad ora avviati. Anche Joachim Poss (SPD) ha criticato Monti, anche se con toni meno veementi di altri, dicendo che i problemi dell'Europa si possono risolvere soltanto attraverso un rafforzamento dei Parlamenti.

La frase di Monti è stata sicuramente mal interpretata. L’intenzione era di affermare che in questo momento di crisi e di profonda incertezza, i governi hanno il dovere di trattare con il Parlamento alcune decisioni di massima importanza. Se ognuno fa per sé, senza considerare un interesse superiore e generale  - rappresentato dal salvataggio dell’Euro e dal rafforzamento delle Istituzioni europee -  la fine dell’Europa sarà molto più vicina.
Più interessante, a nostro avviso, è un’altra dichiarazione, molto sottovalutata a parole ma che nei fatti ha centrano perfettamente il problema attuale delle relazione italo-tedesche e più in genrale la crisi dell’Europa. Dice Monti allo Spiegel: Dalla Germania mi aspetto non un sostegno economico, ma morale. Spero che l’Italia, per gli osservatori stranieri, diventi semplicemente un po’ più noiosa. Se la Germania e gli altri stati sono interessati che l’attuale politica in Italia abbia un futuro, devono venirci incontro non con aiuti finanziari. Devono lasciare a ogni stato dell’Eurozona spazio di manovra per poter eseguire al meglio le direttive europee. Ed ancora: i toni contro l’Unione Europea, contro l’Euro, contro la Germania e la Cancelliera mi preoccupano, ma si tratta di un problema che va ben oltre i rapporti tra Germania e Italia. Le tensioni che accompagnano l’Eurozona negli ultimi anni, portano con sé i tratti di una dissoluzione psicologica dell’Europa.

A dimostrazione di quanto sentimento antitedesco ci sia in una parte del paese ci sono gli esagerati titoli de Il Giornale (Quarto Reich, A noi Schettino a voi Aussschwitz, Ciao ciao Culona) o di Libero (I Nazi-tedeschi voglio darci lezioni di democrazia). È noto, del resto, che i quotidiani in questione parlino principalmente alla pancia delle persone. Tra l’altro, è stato Tobias Piller, corrispondente della Frankfurter Allgemine Zeitung in Italia, a raccontare agli stessi tedeschi i toni anti-germanici (leggi qui. Inoltre, sempre Tobias Piller ha analizzato i problemi dell’economia italiana, rimproverando all’Italia e a Monti di non aver assolutamente fatto bene i compiti a casa, diversamente da quanto ha sostenuto il nostro Premier nell’intervista allo Spiegel. Tobias Piller ricorda a Monti  che la crescita italiana si prevede che segni un -2,4 per cento nel 2013. Le tanto acclamate liberalizzazione di Monti non hanno ancora portato alcun effetto. Dal 2000 se i paesi dell’Unione sono cresciuti, complessivamente, di oltre il 14 per cento, l’Italia appena del 2 per cento. Del resto le piccole e medie imprese italiane sono troppo piccole per competere nel mercato globale e le tasse sono arrivata al 55 per cento. Insomma, conclude Piller, l’Italia resta un caso da sanare. In aggiunta Piller rimprovera i partiti italiani di discutere di piccole beghe personali e sperando nei magici strumenti di salvataggio dell’Europa.
L’editoriale di Piller, che nei toni aveva ben poco del sostegno morale che Monti si aspettava dalla Germania, dimostra quanto avesse ragione Monti a descrivere le tensione all’interno dell’Europa, di fatto, sembra esserci già una dissoluzione psicologica dell’Europa.

twitter @uvillanilubelli

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