Piratenpartei, sintesi tra le libertà della destra e la giustizia sociale di sinistra


Qualche giorno fa Francesco Del Vecchio del giornale online L'Occidentale mi ha fatto una breve intervista sul mio libro "Piratenpartei". E' stata pubblicata il 24 ottobre scorso. Ve la ripropongo. 
Un nuovo Partito ormai da qualche anno si è affacciato nello scenario politico tedesco (e internazionale): il “Piratenpartei”, il partito pirata. Un ebookracconta la nascita e i futuri sviluppi del movimento che ha fatto del web la sua forza, affermandosi in Germania e non solo. Ne abbiamo parlato con l'autore del libro che ci spiega come i Pirati siano riusciti a plasmare e a modificare la cultura politica tedesca grazie al loro programma.
Com’è nato il Piratenpartei? Da quali premesse politiche?
Il Partito Pirata nasce nel 2006 in Svezia dopo la chiusura della piattaforma di download illegale Pirate Bay. Da lì il movimento si è diffuso ad altre nazioni. I maggiori successi sono stati ottenuti oltre che  in Svezia e Germania, anche in Austria e Svizzera. Sin dall'inizio si è caratterizzato per la difesa di Internet, contro ogni forma di censura. L'altro elemento di particolare importanza è stato la partecipazione. È un movimento che rifiuta il leaderismo e le figure carismatiche e totalizzanti, alla Grillo per intenderci.
Come è organizzata la partecipazione nel Partito?
C'è un coinvolgimento ed una partecipazione dal basso che non ha eguali in altri partiti. Proprio il Partito Pirata Tedesco, grazie all'open software Liquid Feedback ha permesso un coinvolgimento notevole ed ora la piattaforma viene usata non solo in Germania ma anche in altri Paesi. È bene precisare, poi, che il Partito Pirata non è un fenomeno tipicamente tedesco, ma internazionale. Ad oggi è presente in oltre sessanta nazioni anche se in Germania sono stati raggiunti i risultati migliori.

Quali sono gli strumenti che hanno permesso al partito di affermarsi sul Web? Come utilizzano i Social Network?
Il Partito Pirata non si è semplicemente affermato nel web. Il Partito Pirata è il web! Tutti i simpatizzanti di questo movimento vivono con e in Internet. Non possono immaginarsi un'esistenza senza il web. Sono presenti ovunque online ed essendo, per la gran parte, molto giovani, utilizzano tutti i social network.
Può farci qualche esempio?
Nella primavera scorsa Marina Weisband ha partecipato ad un talk-show televisivo e, d'accordo con il conduttore, ha twitttato per tutta la serata le sue impressioni sulla discussione che si svolgeva in studio. Un'altra ospite della trasmissione, una signora più anziana, si meravigliava che si potesse essere concentrati su due cose contemporaneamente, ovvero Twitter e discussione in studio.
Quali sono le principali differenze tra il Piratenpartei e le altre formazioni politiche per quanto riguarda il web e la comunicazione?
È qui che si percepisce la grande differenza tra i pirati e il resto della comunità politica. Sono parte integrante della società 2.0 e la dominano. Le altre generazioni la subiscono. Usano Internet per le comunicazioni interne, i loro congressi sono sempre visibili online. Utilizzano la Rete e tutte le sue potenzialità senza timori. Più in generale la loro strategia comunicativa è provocatoria  e non troppo studiata a tavolino, in un certo senso anche improvvisata. Ma sempre molto efficace. Usano slogan del tipo: noi siamo quelli con le domande, voi quelli con le risposte; chiedete ai vostri figli perché gli piacciono i Pirati; non acquistabili solo eleggibili e così via.
Insomma, qual è il futuro del Partito?
Il Partito Pirata è in una fase difficile, deve riuscire a dare maggiore sostanza alla propria proposta politica. Il successo è arrivato troppo velocemente. Hanno anche problemi di classe dirigente, il livello non è sempre corrispondente ai ruoli che ricoprono, tuttavia, credo sia una fase fisiologica per un partito molto giovane. Le elezioni politiche tedesche del 2013 e quelle europee del 2014 ci diranno fino a dove può arrivare questo movimento. Il web sicuramente avrà un ruolo fondamentale, ma non facciamo l'errore di considerarlo un partito-internet. Il Partito Pirata ha idee molto chiare sulla politica ambientale, sul diritto d'autore, sul salario minimo, sui diritti civili, sulla trasparenza e, più in generale, sulle istanze di libertà. Coniuga la richiesta di libertà della destra a quella di giustizia della sinistra. (Tratto da L'Occidentale)
Francesco De Vecchio

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