Cosa farà Angela Merkel?

L’Europa guarda impotente al trionfo di Merkel. Che la Cancelliera avesse un largo consenso lo si sapeva, ma in molti speravano in una vittoria limitata, magari speravano anche che il neo-partito euroscettico Alternativa per la Germania (AfD) entrasse nel Bundestag e rovinasse così la festa di Angela Merkel.
In realtà la storia è andata diversamente e Merkel ha ottenuto quella vittoria personale a lungo cercata. Nel 2005 fu costretta alla Grande Coalizione, nel 2009 il merito della vittoria fu dei liberali, questa volta, invece, sfiora la maggioranza assoluta. Era dal 1994 che l’Unione (CDU/CSU) non otteneva un successo del genere.

Per gran parte della campagna elettorale l’Europa del Sud non ha dimostrato grande interesse alla elezioni tedesche. Sarà stata l’estate o forse lo scarso spazio che hanno avuto l’Europa e la politica estera in campagna elettorale, ma sta di fatto che solo negli ultimi giorni ci si è resi conto che le elezioni tedesche avrebbero avuto effetti anche oltre i confini del territorio federale. 
Ma cosa farà ora Angela Merkel?
La ripartizione dei seggi non consegna a Merkel una maggioranza assoluta, in quanto i liberali (FDP), per la prima volta nella storia della Republica Federale, non sono entrati nel Bundestag. Ma questo non è un problema per la Cancelliera. Sin dall’inizio Merkel ha sempre e solo cercato il successo personale. E' talmente abile che può governare con chiunque. Nella conferenza stampa di lunedì mattina ha detto che c'è bisogno di un governo stabile e forte. Ci sono sono già stati i primi contatti tra la Cancelliera e Sigmar Gabriel ma prima della mini-congresso della SPD di venerdì il quadro politico resta ancora poco definito.

Lo scenario più plausibile è una nuova Grande Coalizione dopo l'esperienza del 2005-2009. Ma questa volta sarà molto diversa. Se allora i due partiti erano alla pari, oggi Merkel ha 17 punti percentuali di vantaggio e circa 119 seggi in più. La farà da padrona. Lo si è capito durante la conferenza stampa di Sigmar Gabriel e Peer Steinbrück alla Willy-Brandt-Haus. "Spetta a Merkel fare il primo passo e cercare una maggioranza in Parlamento. È lei ad avere vinto le elezioni" hanno detto Steinbrück e Gabriel (SPD). I due non hanno messo paletti per una eventuale Grande Coalizione. Come del resto non l'ha fatto Merkel. L'impressione è che sia nella CDU sia nella SPD prevalga sempre il superiore interesse nazionale.
L’aspetto oggi più interessante resta l’Europa. I risultati dimostrano che sull’eurocrisi vince la linea Merkel. L’implacabile legge dello sbarramento del 5 per cento non lascia spazio ad interpretazioni: gli antieuro di Alternativa per la Germania sono fuori dal Bundestag e hanno perso. 
Se all’estero Merkel resta un personaggio drammatico, da dipingere con i baffetti di Hitler, il simbolo dell’austerità e dell’approccio protestante alla crisi dell’euro, in patria è un leader rassicurante, tranquillizzante, una mamma nazionale che garantisce la stabilità politica e che con la sua politica dei piccoli passi sta salvando l’Euro dal collasso. In questa lunga campagna elettorale non c’è stato intervento della Cancelliera senza un sincero messaggio in difesa dell’Unione Europea e della moneta unica. A costo di consegnare voti di protesta ad Alternativa per la Germania, Merkel ci ha messo la faccia e il risultato elettorale l’ha premiata. Ora spetta ai Paesi del Sud Europa non liquidare e confondere con troppa superficialità l’europeismo della Cancelliera con un neo-germanesimo. Già a fine ottobre ci sarà un nuovo Consiglio Europeo a Bruxelles. Mai come questa volta Angela Merkel si presenterà così forte. Ma non aspettatevi un atteggiamento arrogante e spocchioso. Ieri, alla Konrad-Adenauer-Haus di Berlino, davanti ad un folla in festa che gridava “Angie, Angie Angie”, Merkel ha mantenuto uno stile sobrio e semplice. Non si è lasciata andare a festeggiamenti eccessivi ed ha detto: “Stasera festeggiamo, ma da domani dobbiamo metterci subito a lavoro. Ora abbiamo una grande responsabilità di fronte al Paese”. 

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