Il dilemma della sinistra tedesca

Da tempo in Germania si discute di una possibile alleanza dei socialdemocratici (Spd) e dei Verdi (Grüne) con la sinistra tedesca (Die Linke). Il settimanale conservatore Cicero ha rivelato che la strategia politica di Sigmar Gabriel (capo della SPD) è di portare il partito a un’alleanza con la Die Linke. Non ora, probabilmente nel 2017. Ma già nel corso della prossima legislatura Gabriel vuole costruire un’opposizione insieme alla Linke. La partita del 22 settembre sembra già persa.
La suggestione di un’allenza tra le diverse anime della sinistra tedesca non è nuova. Già al tempo delle elezioni del 2009, Hugo Müller-Vogg, un noto analista politico conservatore, profetizzava l’avvento di una Repubblica Popolare Tedesca. Era una finzione, quasi di un romanzo. La Bild, recensendo il libro di Müller-Vogg, titolava “Bye bye Repubblica Federale. Buon giorno Repubblica di sinistra”. Si trattava di un provocazione e di un avvertimento al fronte conservatore nel quale l’autore si riconosce La storia andò diversamente. Merkel (Cdu) e Westerwelle (FDP) vinsero le elezioni.
Ma veniamo all’attuale campagna elettorale dove, a due settimane dal voto, i margini per una vittoria della coalizione SDP-Verdi sono molto ristretti. Nella migliore delle ipotesi, il fronte progressista costringerà Merkel ad una nuova Grande Coalizione. Stando così le cose, è tornata di moda la suggestione di Müller-Vogg e si sono cercate conferme alle speculazioni del mensile Cicero. Perché non pensare ad un’allenza rosso-rosso-verde (SPD-Grüne-Die Linke)? La divisione del fronte progressista, permette infatti ai cristiano-democratici, cristiano-sociali e ai liberali (CDU-CSU-FDP) di avere buone possibilità di vincere pur essendo minoranza nel Paese. In realtà, osservando con attenzione i sondaggi una maggioranza rosso-rosso-verde non è così scontata. Al momento, in termini di seggi, non ci sarebbe. Non ha senso fare semplicemente  la somma dei voti delle tre forze, in quanto è prevedibile che la SPD da una parte e la Die Linke dall’altra, in uno scenario diverso, potrebbero perdere parte dei propri elettori. In ogni caso se dobbiamo seguire le dichiarazione ufficiali dei politici socialdemocratici, l’opzione rosso-rosso-verde non esiste.

Giovedì si è svolta a Berlino la Conferenza Segnale per il cambiamento organizzata da SPD e Verdi per rilanciare il programma i cui concetti chiave sono giustizia sociale, finanza sostenibile e sostegno della svolta energetica. SPD e Verdi hanno dato un segnale di unità, utile soprattutto ai Verdi in netto calo nei sondaggi dopo il goffo tentativo di corteggiare gli elettori della CDU con il veggie day. Steinbrück (SPD), Kretschmann (Grüne), Kraft (SPd), Göring-Eckahdt (Verdi) e Trittin (Verdi) hanno anche  ricordato l’importanza del lavoro di coordinamento tra governo federale e governi regionali. Nelle Camera delle Regioni (Bundesrat), infatti, i rosso-verdi hanno la maggioranza con la quale qualunque governo deve confrontarsi.
Alla conferenza stampa seguita all’incontro sia Steinbrück sia Hannelore Kraft (Presidente in Nord Reno Westfalia) hanno escluso categoricamente l’opzione di una alleanza con la Linke. Le divisione in politica estera sono al momento insuperabili (abolizione della Nato, ritiro totale dalle missioni internazionali) e Hannelore Kraft ha anche ricordato che nel 2010, nel suo Land, avviò le consultazioni con la Linke, ma si rivelò un partito che non vuole prendersi la responabilità di governare.
È interessante notare che anche Klaus Wowereit, il Governatore di Berlino che in passato ha guidato una coalizione con la Die Linke, in una recente trasmissione televisiva ha difeso la posizione di Steinbrück e della Spd. Se a livello locale o regionale è possibile, eventualmente, un’alleanza con la Linke, a livello nazionale è molto più complesso. Sui temi di politica estera la distanza è enorme.
La Linke, da parte sua, non sembra preoccuparsi troppo. All’inizio della campagna elettorale, in un’intervista alla Bild, Gregor Gysi (Linke) ha provocato i socialdemocratici: “Finché la SPD non eliminerà il veto nei nostri confronti non vincerà le elezioni”. Katja Kipping (capo della Linke), sia in un’intervista alla Welt am Sonntag sia in un incontro con la stampa estera organizzato dalla VAP, parla chiaro: “Chi vuole governare con noi deve sottoscrivere un accordo che preveda il salario minimo, le pensioni minime, maggiori tasse ai ricchi e niente interventi militari. Non si tratta di ottenere posti, ma di volere il cambiamento.” Ed ha aggunto: “Ritengo che un’allenza rosso-rosso-verde non sia popolare in questo momento. Discutere oggi di quest’opzione significa garantire ad Angela Merkel la rielezione.”
Simpatico, tuttavia, il siparietto organizzato dai giovani della Junge Union all’uscita del Humboldt Carré di Berlino dove si svolgeva l’incontro Segnale per il cambiamento organizzato da SPD e Verdi. “Senza la Sinistra non avete possibilità” era lo slogan cantano dai ragazzi. 





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