C’è un partito che è destinato a cambiare la politica europea: il
Partito Pirata.
Non lasciatevi ingannare dal nome. E’ un partito moderno e vero. Non si tratta
di un gruppo di strane persone allo sbaraglio o di hacker in lotta contro il
mondo intero. Sono ben organizzati a livello nazionale in ben cinquanta paesi
ed anche in Italia. Il loro motto è semplice, diretto ed efficace: “condividi, ama, crea. Diffondi idee, conoscenze, culture, economie
nuove, abbraccia questo presente complesso e fallo diventare migliore”. Li ho
incontrati, mi sono confrontato con loro ed è stata un’esperienza sorprendente.
I singoli partiti nazionali sono collegati tra loro nell’Internazionale dei
Pirati (PPI)
che si è riunita l’ultima volta il 14 e 15 aprile di quest’anno a Praga. Come
ci dice uno dei pirati italiani, “il
Partito Pirata Italiano
fa parte del movimento internazionale pirata, infatti il nostro programma è
simile a quello degli altri partiti pirata nel mondo. Ogni paese
ha comunque una sua specificità”. Approccio confermato anche da un altro pirata
italiano: “Nonostante in tutti i paesi i problemi siano gli
stessi, ci sono diverse sensibilità a seconda della situazione oggettiva di
ciascun Paese, il problema della banda larga è, ad esempio, comune a
tutti, ma chiaramente con diverso grado di gravità fra il caso italiano e
la Svezia dove si parla di 1000Mbps.” I pirati italiani ed europei stanno
lavorando, in ogni caso, a realizzare un programma elettorale comune per le Europee
del 2014.
Il singolare nome, Partito Pirata, nasce nel 2006 sul modello del
partito svedese che a sua volta si affermò come movimento di
protesta per la chiusura della piattaforma di download illegale “The Pirate
Bay”. Nel frattempo i pirati si sono
radicati soprattutto in Germania, dove ottengono i maggiori successi. Nelle
ultime consultazioni regionali sono entrati in diversi parlamenti regionali -
ultimo lo Schleswig Holstein, dove, domenica scorsa, sono arrivati all’8,2 per
cento. I sondaggi li danno a livello nazionale a oltre il 10 per cento ed oggi
insidiano i Verdi come terza forza di partito. In Germania, un’intera nazione sembra interrogarsi sui motivi
del loro successo. Per i Pirati italiani si tratta della “promessa di una politica partecipata alla quale non hanno
accesso privilegiato i lobbysti. La speranza è che con questo cambiamento
fondamentale si possano fare dei passi avanti nella crisi mondiale della
democrazia. La delusione, la protesta e la speranza sono un unico
sentimento che per la prima volta nella storia della Bundesrepublik trova espressione in un movimento politico”. “Semplicemente in
Germania hanno una coscienza di classe pirata” – continuano a spiegarmi i
Pirati italiani. “Quelli che Franco Berardi Bifo chiamò i “cognitari”,
dati per dispersi dopo l’Italian Crackdown. Siamo nel XXI secolo
e anche la politica si rinnova. Il sistema attuale è al capolinea.” E’ proprio
qui che si inseriscono i Pirati. “In Germania” – mi spiega
uno di loro – “hanno analizzato che non siamo un partito di nicchia come la
Linke (l’estrema sinistra). Hanno scoperto che gli elettori del Partito Pirata
provengono da tutti i ceti sociali, sono uniformemente distribuiti dai
diciotto ai sessant’anni e senza una specifica appartenenza ideologica. In
pratica il Piratenpartei, in Germania, è un
piccolo partito di massa. Auspichiamo avvenga la stessa
cosa anche in Italia.”
I presupposti sembrano
esserci tutti. I rapporti con il Partito Pirata tedesco sono ottimi. Il Pirata Carlito mi informa che un loro iscritto è
italo-tedesco ed ha
partecipato alle campagna elettorale federale del 2009 e a quella della città
di Berlino nel 2011. “Lo scambio d’informazioni è
continuo” – aggiunge il Pirata AG. Anche Claudio ci tiene
a precisare: “I
Pirati tedeschi ci aiutano molto, e siccome caring is sharing ... ci diffondiamo.
Ricordiamoci che il movimento
pirata è un ecosistema, ricco e variegato.”
Ora, in Italia i
Pirati sono ancora una piccola realtà, ma in crescita e destinati, comunque, ad
acquisire anche un ruolo importante nel dibattito politico nazionale. Com’è
nello stile dei Pirati, preferiscono l’anominato in quanto non hanno e non vogliono avere un leader carismatico. Già
qui c’è un’importante differenza rispetto agli altri partiti: tutti i pirati sono dirigenti e
portavoce.
Nella politica dell’era post-democratica, dove il carisma sembra essere un
tratto indispensabile, si tratta di una scelta di grande rottura soprattutto in
un paese, l’Italia, dove nascono fin troppi partiti personali. “L’idea di un leader” - ci dice uno dei pirati – “è proprio quella che ultimamente
sviluppa movimenti antipolitici” – il riferimento, implicito, è al Movimento 5
Stelle. “Si prendano per esempio i partiti con a capo una singola figura iper-carismatica, che trasmette solamente i
propri ideali mettendo da parte quelli del suo partito.
Avere invece la possibilità di mostrarsi con volti differenti, ciascuno con competenze diverse, potrebbe giovare non poco al
movimento. Avendo un solo leader, inoltre, le decisioni sono quasi sempre tutte
sottoposte alla sua attenzione, quindi non si parla propriamente di democrazia
libera, ma di democrazia controllata”. Secondo il pirata Cal, invece, il Partito Pirata dà più importanza alle proposte più che alle persone. Una buona idea
non ha bisogno di una faccia.” Un altro pirata fa un riferimento
proprio alla Germania. “In Germania la politica pirata senza
leader sta
funzionando alla grande.” Anche se a dire il vero, ora, un leader in Germania è
stato eletto: Bernd Schlömer.
L’assenza di un unico leader viene colmata da Liquid
Feedback, una piattaforma che è una
sorta di assemblea permanente online, la radice della
democrazia partecipata. “Con Liquid Feedback il processo decisionale è
collettivo ma non troppo farraginoso”, dice Claudio che mi invita a
partecipare e discutere con loro. Claudio la definisce, con un interessante ma
efficace sforzo linguistico, “sistema di decisione
compartecipato”. E’ il pirata
lynX a spiegarmi quanto sia
rivoluzionaria Liquid Feedback: Mai prima d’ora si è potuto praticare la democrazia diretta se non tra un numero limitato di
partecipanti, Liquid Feedback è il primo strumento democratico
che permette di sintetizzare la volontà di decine o centinaia di migliaia
di persone (In Germania sono oltre ventimila). La cosa fantastica è che più
persone partecipano, meglio funziona: si ottengono risultati sempre più
strabilianti. Al contrario di altre piattaforme in Internet, Liquid Feedback riesce veramente a far esprimere l’intelligenza collettiva.”
Il Partito Pirata, anche se non è molto conosciuto al grande pubblico,
come detto, esiste già dal 2006,
ma dal dicembre 2011 ha
rivoluzionato la propria organizzazione interna,
passando alla democrazia liquida. Il Pirata Carlito mi dice che “siamo radicatissimi e conosciutissimi,
ma c’è un piccolo problema: solo nella nostra nicchia... Non riusciamo ancora a parlare al grande pubblico ma ci
rendiamo conto benissimo che prima o poi dovremo farlo, anche se questo va
un po’ in contrasto con la nostra natura di movimento underground. I Pirati italiani sono tutti coloro che si sentono
di esserlo. Essere Pirata oggi, senza peccare di presunzione, è senza dubbio
più una filosofia di vita che una scelta politica. In un certo senso, Pirati
si nasce.” Per
uno dei pirati che ho contattato
“l’organizzazione
attuale, prevede che non ci siano persone più importanti di altre, più conosciuti rispetto
ad altre, la democrazia liquida permette
una totale uguaglianza tra i pirati. I Pirati italiani ritengono utile modificare
particolari condizioni nel mondo digitale attuale, come, in particolare, il diritto d’autore e quindi la riforma del copyright sostenendo l’importanza della
condivisione di idee e materiali. Ci tengono a sottolineare che “la
partecipazione orizzontale è l’elemento portante. Pirati sono tutti coloro
che vogliono partecipare al
processo politico in prima persona.”
Anche rispetto al quadro politico attuale i Pirati Italiani hanno le idee molto chiare, ma non
parlategli di destra e sinistra, categorie obsolete, antiche e superate dalla
storia. I Pirati si concentrano su problemi specifici, ad esempio l’Agenda
Digitale. “Ci piace pensare che l’Agenda Digitale Italiana porti a qualcosa di
concreto”, dice Carlito. “Dobbiamo dire però che è iniziata malissimo... Come
Partito Pirata non siamo neanche riusciti ad iscriverci alla “consultazione
pubblica” lanciata da Passera
in pompa magna. Poi fino a poco tempo fa esisteva un’Agenda Digitale su http://www.agendadigitale.org/ nella quale erano
coinvolti diversi personaggi anche credibili e preparati, poi ne è spuntata
un’altra (quella "ufficiale"): http://www.agenda-digitale.it. Prima o poi ci
dovranno spiegare cosa è successo.” Questi Pirati fanno sul serio, sono
preparati e anche molto curiosi.
Il pirata AG
sostiene che la politica di Monti
sia tutto fuorché equa perciò, dice, “lo inviteremmo, se sentisse la nostra
voce, a rimettere mano alla distribuzione fiscale e, per una volta, ad
adempiere alla Costituzione Italiana che parla apertamente di progressività
delle tasse”. Con un pizzico di
ironia, un altro pirata ci
risponde: “Possiamo
dare la classica risposta pirata: non abbiamo ancora una posizione politica in
questa faccenda. Nutriamo ancora la
speranza che la politica del Governo Monti sia meno peggio di quella
del governo precedente, ma critichiamo la ovvie carenze di democrazia. Per
tirare l’Italia fuori dai guai sarà necessaria una politica molto più partecipata”. Più cauto
Claudio: “Data la
situazione Monti fa quello che può. Il problema è che dovrebbe fare quello che
NON può. Ovvero partecipare ad un cambiamento costruttivo delle regole
economiche, completamente sovvertite e spiazzate dalla rete. Ed in
un’Italia cosi poco connessa, lo si inizia ad intuire solo ora. Fare il confronto con
l’Islanda è facile, ed impietoso per noi. Ma possiamo e dobbiamo recuperare.
Chiaramente la posizione ufficiale e' ancora in discussione liquida, ovvero in
quella piattaforma, Liquid Feedback, dove vengono prese
tutte le posizioni in modo condiviso.
In ogni caso i Pirati hanno dei punti di forza indiscutibili: riforma di copyright, dei brevetti, libera circolazione delle informazioni, quali che esse siano. Ed ancora: Rispetto della
dignità dell’essere umano ed adozione di modelli di democrazia liquida. E poi, naturalmente,
tutela della privacy, internet neutrale, software libero. I Pirati
italiani si dimostrano molto sensibili riguardo ai diritti civili lì dove sono stati aboliti o
limitati (telefonia, Internet, altri ambienti tecnologici), trasparenza
politica e democrazia partecipata. Secondo i Piriti italiani, “se tutti i
partiti adoperassero la democrazia partecipata nello svolgimento delle
loro funzioni, avremmo un’Italia più giusta, più interessata al popolo e meno
corrotta.” Il Pirata lynX ci spiega, poi, la prossima
“battaglia pirata”: snellire le procedure burocratiche per
iscrivere a Liquid Feedback le centinaia di persone che si sono inserite nel
sito nonostante i media ancora non parlano molto di noi. In fondo il virus
pirata si sta diffondendo da solo, noi gli diamo una mano ma
non sono necessari salti mortali – basta che facciamo i nostri compiti in
classe.”
Considerati gli argomenti di interesse dei Pirati
italiani, il loro spazio politico è già in parte occupato dal Movimento 5
Stelle anche se le differenze, tra
il Partito Pirata e Beppe Grillo sono numerose. Secondo i pirati Carlito e
Marco “Grillo ha fatto
qualcosa di importantissimo: ha convinto la gente comune a fare politica
attiva. L’Italia era piena di attivisti ed “optimizers” silenziosi e Grillo ha promesso strumenti per
concretizzare questa loro voglia
di agire. “Una cosa ci ha sorpreso - continua il pirata Carlito - Beppe
Grillo ha parlato male di noi in diverse occasioni. Ma siamo convinti
che ci abbia confuso con un altro gruppo che usa indebitamente il nostro nome
(un clone). Sappiamo che il Movimento 5
Stelle non agisce secondo le
logiche dei vecchi partiti. Questo è il passaggio in più che dovrebbe riuscire a fare il Partito Pirata. Un po’ quello che ha fatto Santoro con Servizio Pubblico dal punto di vista del modello di business.
Staccarsi dal sistema diventando realmente indipendente da logiche di potere”. Aggiunge Marco “a noi piace la democrazia
liquida: di
fronte alle regole di funzionamento del partito siamo tutti uguali e nessuno è
più uguale degli altri”. Tra il Partito Pirata e il Movimento 5 Stelle ci sono
stati contatti, il
fondatore dei Pirati, Rick Falkvinge, era presente alla fondazione del
Movimento di Grillo.
In chiusura pongo ai Pirati questa
domanda: I più entusiasti del fenomeno del Partito Pirata dicono che
cambierete il modo di fare politica, i più critici che non avete idee a parte
la difesa di internet e del diritto d’autore. Cosa rispondete?
Il
Pirata Faglmt: Premesso che se ci fossimo
occupati di un ben più vasto numero di argomenti, non avremmo dovuto chiamarci Partito
Pirata, ma in
altro modo. Il
motivo per cui esistiamo a livello internazionale, è perché prima della nascita
del movimento pirata, l’argomento “digitale” veniva molto sottovalutato, lo si prendeva in considerazione solamente in
caso di profitto economico per gli investitori (governi in primis). Noi invece vogliamo estendere
questo profitto a tutti, rendendolo profitto intellettuale, in cui tutti gli
utenti possono usufruire in egual modo e con pari diritti di quello
che circola sulla rete.” Il Pirata Cal, invece, mi risponde: “I più critici dicono
addirittura che non avremmo un programma: beh, in parte è questa la nostra
forza.
Possiamo avere idee su tutto, quando è necessario. Liquid Feedback ci consente di non dover
cristallizzare il programma né doverlo scrivere tutto in una volta.” Il Pirata
Lilo entra nello
specifico: il
diritto d’autore sconfina nella pratica dei brevetti, l’aggressività delle companies
di marchiare come propri beni di diritto comune. E’ un comportamento sfacciato
e inaccettabile, la loro azione di lobbying va fronteggiata con
forza. Aggiunge il pirata lynX: “Da quando Marina
Weisband
del Piratenpartei tedesco ha spiegato la
nostra politica non come programma politico ma come un aggiornamento al sistema
operativo della democrazia, i consensi sono andati alle
stelle. Togliere il potere agli eletti e darlo in mano alle persone
semplici, capaci di partecipare in via digitale o in via capillare agli
incontri pirata, è la grande innovazione. Una democrazia veramente orizzontale
e meno suscettibile agli interessi di singoli o di gruppi lobbistici. In Germania abbiamo un programma politico che
tocca tutti i temi importanti. Solo riguardo all’economia abbiamo una ventina
di modelli e non abbiamo ancora deciso quale seguire. In Italia siamo ancora in fase di
espansione e vogliamo iniziare a parlare di programmi solo quando abbiamo
raccolto un numero sufficiente di persone disponibili a contribuire attivamente
alla formazione dettagliata di un programma”. Secondo il pirata
Claudio, poi, “saremmo noi pirati a
non avere idee!? Noi
le formiamo, le forgiamo e le copiamo. Siamo Pirati, non rubiamo. Non abbiamo
mostri ideologici, e chi tra di noi ne ha, li condivide in pvt. Per questo più persone
parteciperanno, meglio e più in fretta cresceremo”.
Ubaldo Villani-Lubelli
Per chi volesse approfondire segnaliamo alcuni link:
Per la questione legata a Liquid Feedback consiglio
questo link
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