... in attesa di dOCUMENTA 13
“L'arte non ci insegna nulla, salvo il significato della vita”. La pensava così Henry Miller. E' con questo obiettivo che, dal 9 Giugno, più di centosessanta artisti si incontreranno a Kassel, nell’Assia settentrionale in occasione di dOCUMENTA 13. Le loro opere ed istallazioni condurranno il pubblico verso un nuovo modo di concepire la realtà che lo circonda, grazie anche all’approccio intuitivo di Carolyn Christov-Bakargiev, direttore artistico della tredicesima edizione di dOCUMENTA.
Inaugurata nel 1955 ed inizialmente concepita come elemento marginale rispetto alla Bundesgartenschau, dOCUMENTA, che si svolge ogni cinque anni, è diventata la più prestigiosa rassegna d’arte contemporanea, punto di incontro per le nuove tendenze artistiche internazionali e luogo ideale di riflessione sul rapporto tra arte e società.
I direttori artistici cui è stata affidata l’organizzazione si sono sempre distinti per il loro modo innovativo di concepire e predisporre gli spazi da dedicare alle opere. Il più famoso è, probabilmente, Arnold Bode: fondatore della società “Gesellschaft für Abendländische Kunst e V.”, e primo titolare della mostra. Sua l’idea di esporre le “Tre bagnanti” di Picasso in una piscina e di appendere, diagonalmente, i “Tre quadri nello spazio” di Ernst Nay in un corridoio.
Il progetto di Bode si collocava in una zona periferica distrutta dalla guerra, in discordante sintonia con gli eventi storici del periodo. dOCUMENTA divenne l’emblema della cultura che si imponeva attivamente, un “presidio morbido” accanto a quella “cortina di ferro” che caratterizzò la Germania nel periodo della guerra fredda.
Le tematiche politiche e sociali sono, oggi, mutate ma la rassegna continua ad imporsi come un utile strumento per comprendere il mondo. Una lista in continua evoluzione, pubblicata sul sito ufficiale (http://d13.documenta.de/), raccoglie i nomi delle personalità che saranno presenti, eccellenti rappresentanti dei settori culturali più vari: antropologi, archeologi, storici dell’arte, ma anche registi, ballerini, filosofi e poeti.
Ognuno di essi cercherà di fornire una personale interpretazione del delicato rapporto dell’essere umano con la natura e sarà la Terra a fornire le materie prime. Oggetti danneggiati, perduti o rubati acquisteranno un valore diverso e contribuiranno a rappresentare, con la loro solida fragilità, tutto quell’insieme di paradossi che la mostra racchiude: un’eccentrica e precaria raccolta che può aiutare il visitatore in un viaggio interiore e divenire una cura spirituale e morale.
Inaugurata nel 1955 ed inizialmente concepita come elemento marginale rispetto alla Bundesgartenschau, dOCUMENTA, che si svolge ogni cinque anni, è diventata la più prestigiosa rassegna d’arte contemporanea, punto di incontro per le nuove tendenze artistiche internazionali e luogo ideale di riflessione sul rapporto tra arte e società.
I direttori artistici cui è stata affidata l’organizzazione si sono sempre distinti per il loro modo innovativo di concepire e predisporre gli spazi da dedicare alle opere. Il più famoso è, probabilmente, Arnold Bode: fondatore della società “Gesellschaft für Abendländische Kunst e V.”, e primo titolare della mostra. Sua l’idea di esporre le “Tre bagnanti” di Picasso in una piscina e di appendere, diagonalmente, i “Tre quadri nello spazio” di Ernst Nay in un corridoio.
Il progetto di Bode si collocava in una zona periferica distrutta dalla guerra, in discordante sintonia con gli eventi storici del periodo. dOCUMENTA divenne l’emblema della cultura che si imponeva attivamente, un “presidio morbido” accanto a quella “cortina di ferro” che caratterizzò la Germania nel periodo della guerra fredda.
Le tematiche politiche e sociali sono, oggi, mutate ma la rassegna continua ad imporsi come un utile strumento per comprendere il mondo. Una lista in continua evoluzione, pubblicata sul sito ufficiale (http://d13.documenta.de/), raccoglie i nomi delle personalità che saranno presenti, eccellenti rappresentanti dei settori culturali più vari: antropologi, archeologi, storici dell’arte, ma anche registi, ballerini, filosofi e poeti.
Ognuno di essi cercherà di fornire una personale interpretazione del delicato rapporto dell’essere umano con la natura e sarà la Terra a fornire le materie prime. Oggetti danneggiati, perduti o rubati acquisteranno un valore diverso e contribuiranno a rappresentare, con la loro solida fragilità, tutto quell’insieme di paradossi che la mostra racchiude: un’eccentrica e precaria raccolta che può aiutare il visitatore in un viaggio interiore e divenire una cura spirituale e morale.
Rachele Caracciolo
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