Bayern München - Didier Drogba 4-5

Il Bayern München perde la Champions davanti al suo pubblico e dopo aver dominato la partita. Una finale persa tre volte. Prima, ad un soffio dalla fine dei 90 minuti: dopo la gioia di un gol cercato per l'intero match, la doccia fredda del colpo di testa di Drogba. Poi, al quarto minuto del primo supplementare con il rigore che Robben tira direttamente nelle mani di Cech. Infine, alla lotteria dei rigori. Il Bayern aveva contro il destino.
Il Chelsea affronta la partita senza grandi idee, con tutti i giocatori costantemente dietro la linea della palla, per poi ripartire (malamente) sperando in un miracolo. I tedeschi ne approfittano, costruendo un gioco a tratti anche interessante.
Il primo tempo si gioca solo nella metà campo londinese senza, però, che si vedano azioni interssanti. Poi, nel secondo tempo, Müller a 8 minuti dallo scadere trova un gol insperato, ma sognato da Monaco intera. Il desiderio di vincere la competizione più importante d'Europa davanti ai propri tifosi sembra realizzato: gli inglesi non hanno più nulla da chiedere al loro (povero) gioco.

Ma l’ostacolo finale, per i tedeschi, porta il nome di Drogba, proprio come nel 2010 si chiamò Milito. Calcio d'angolo ed incornata vincente: supplementari. La vicenda ha già il sapore della beffa, ma il destino concede una seconda opportunità al Bayern. Anche qui, lo zampino di Drogba: in area cerca di rubare un pallone, commettendo un fallo quasi dilettantistico. Robben si impone sui i compagni e decide di correre incontro alla gloria, segnando il rigore decisivo. Invece, aggiunge una storia al libro dei grandi errori che cambiano il volto di una stagione e, forse, di una carriera. Il sinistro trema, il tiro è centrale e Cech ferma la palla in due tempi. Quelli finali sono i minuti di un assalto guidato dalla disperazione, o dalla consapevolezza che le due grandi orecchie del trofeo per club più ambito del mondo stanno scivolando via. E non ci si può far niente. Sotto il cielo di maggio una notte che aveva tutti gli ingredienti per diventare magica, si trasforma lentamente in un incubo.
Alla lotteria dei rigori i protagonisti sono ancora gli stessi: il destino e Drogba, calciatore simbolo di un Chelsea che non convince ma mai domo. Con l'errore di Mata al primo tiro dal dischetto il Bayern passa ancora in vantaggio: per la terza volta mette la mani sul trofeo. Ma il destino ha già
deciso tutto, Olic e Schwensteiger sono solo due pedine di una storia già scritta: il primo si fa parare il penalty, il secondo lo indirizza sul palo. Così ritorna sulla scena per l'ultimo atto ancora lui, Drogba, per recitare l'ultima battuta di una commedia che lo vede protagonista. I titoli di coda
partono quando con il destro spiazza Neuer. Gioia Chelsea e disperazione Bayern. Giocarsi una finale nel proprio stadio, davanti al proprio pubblico, non capita tutti i giorni. Il treno, ormai, è passato. A guidarlo è stato un destino inviso alla squadra bavarese e favorevole al centravanti ivoriano. Non c’era niente da fare.
Giuseppe De Lorenzo

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