Elezioni tedesche: il consenso dei partiti su Twitter
Il Reichstag, sede del Parlamento tedesco (Bundestag) |
Twitter influenzerà le elezioni in Germania? Probabilmente no. Tuttavia, sul modello del Twitter-Index americano, in Germania è nato il twitterbarometer (letteralmente barometro di twitter) un progetto di BuzzRank, la più importante società di consulenza digitale in Germania, e il blogger più famoso nella Repubblica Federale, Sascha Lobo. L’obiettivo è calcolare il consenso dei partiti tedeschi su Twitter. Il twitterbarometer prende in considerazione tutti i tweets che contengono un hashtag con un “+” o un “-”, simboli che stanno ad indicare un feedback positivo o negativo (es.: #cdu+, #cdu-).
Stando a questo criterio, il risultato è sorprendere. Partendo dagli ultimi 30 giorni i Pirati sono al primo posto con un punteggio di 6964, seguono gli euroscettici di Alternativa per la Germania (AfD) con 3970 punti, molto più indietro la Sinistra (Die Linke) con 839, poi la SPD con 739, la CDU/CSU con 615, la FDP con 536 e, infine, i Verdi con 389 punti (dati rilevati il 12 agosto, ore 12.25). Su Twitter la partita sembra già finita prima di cominciare. Anche se si prendono in considerazione solo gli ultimi sette giorni il risultato non cambia di molto l’unica variazione sarebbe una leggera prevalenza della SPD rispetto alla Linke. Se si considerano i dati completi (ovvero a partire dal 16 maggio 2013, ore 16) i risultati sono ancora più lusinghieri soprattutto per i Pirati e poi per AfD. Secondo il twitterbarometer Pirati ed euroscettici di AfD non hanno rivali.
Se si confrontano questi dati con i sondaggi tradizionali, i risultati sono esattamente opposti. Secondo l’ultimo DeutschlandTrend della prima rete tedesca (ARD), CDU/CSU sarebbero al 42 per cento dei consensi, segue la SPD al 26, poi i Verdi al 13, Die Linke al 7 e i liberali (FDP) al 5. Proprio i due partiti più popolari su Twitter rientrano nei cosiddetti “altri”, ovvero non troverebbero alcuna rappresentanza nel parlamento tedesco. Come si spiega questa differenza? Secondo Sascha Lobo (uno dei curatori del twitterbarometer) i buoni risultati di Pirati e AfD su twitter dipendono dalla loro assenza sui media tradizionali. I due partiti cercano di sopperire con mezzi di comunicazione alternativi. I social network sono appunto uno strumento che, almeno in parte, permette di sostituire i cosiddetti vecchi media. Non deve tuttavia sorprendere, però, che proprio i Pirati, che fanno di internet e dei new media il loro punto di forza, con l’inizio della Bundesliga (il campionato di calcio tedesco), abbiano avviato un’azione di propaganda politica in venti stadi tedeschi: un volantinaggio a tappetto sul territorio federale che ha il gusto della vecchia politica di una volta.
Ma allora, a chi credere? Ai sondaggi tradizionali o al barometro di twitter? I social network, evidentemente, non sono ancora uno specchio fedele della società. Le discussioni qui toccano una parte marginale della popolazione e non lasciano il segno, restano ad un livello superficiale, non incidono in profondità. Utilizzare i social network come fonte per sondaggi demoscopici è ancora irrilevante, se non addirittura fuorviante. Del resto l’abbiamo visto anche alle ultime elezioni americane dove Mitt Romney, seguendo il sentimento di twitter, avrebbe dovuto vincere. Sappiamo che è andata diversamente.
Come ha giustamente rilevato Karoline Meta Beisel sulla Süddeutsche Zeitung è oggi impossibile considerare esclusivamente il twitterbaromenter per azzardare una previsione sul risultato elettorale: il sistema elettorale tedesco è complesso e gli utilizzatori di twitter non costituiscono ancora un gruppo sociale più o meno omogeneo. Come ha affermato Heiko Gothe: “Su Twitter è attiva soprattutto un’élite.” Un’élite che però, aggiungiamo noi, potrebbe anche avere capacità e possibilità di influenzare un elettorato più ampio. È però vero che se questo principio vale certamente in Italia, dove il dibattito politico viene spesso condizionato dai cinguettii dei diversi leaders politici, ma non in Germania dove è estremamente raro che si ponga attenzione alle dichiarazioni su twitter o che il discorso politico venga veramente condizionato da un tweet. Numerosi politici tedeschi non hanno neanche un profilo twitter, prima fra tutti proprio la Cancelliera Angela Merkel.
Tornando all’affidabilità dei sondaggi tradizionali, è anche vero che con la crisi dei partiti l’elettorato tende a cambiare opinione velocemente e la propria vicinanza o appartenenza ad un determinato movimento è messa costantemente in discussione. Questo fa sì, che anche i sondaggi tradizionali non siano sempre affidabili. In Italia conosciamo molto bene questo fenomeno, ma anche la Germania non è da meno. A gennaio 2013, alle elezioni in Bassa Sassonia, i sondaggi non avevano assolutamente previsto un largo consenso della FPD (liberali) che ha quasi rovesciato l’esito previsto.
Ma allora, a chi credere? Ai sondaggi tradizionali o al barometro di twitter? I social network, evidentemente, non sono ancora uno specchio fedele della società. Le discussioni qui toccano una parte marginale della popolazione e non lasciano il segno, restano ad un livello superficiale, non incidono in profondità. Utilizzare i social network come fonte per sondaggi demoscopici è ancora irrilevante, se non addirittura fuorviante. Del resto l’abbiamo visto anche alle ultime elezioni americane dove Mitt Romney, seguendo il sentimento di twitter, avrebbe dovuto vincere. Sappiamo che è andata diversamente.
Come ha giustamente rilevato Karoline Meta Beisel sulla Süddeutsche Zeitung è oggi impossibile considerare esclusivamente il twitterbaromenter per azzardare una previsione sul risultato elettorale: il sistema elettorale tedesco è complesso e gli utilizzatori di twitter non costituiscono ancora un gruppo sociale più o meno omogeneo. Come ha affermato Heiko Gothe: “Su Twitter è attiva soprattutto un’élite.” Un’élite che però, aggiungiamo noi, potrebbe anche avere capacità e possibilità di influenzare un elettorato più ampio. È però vero che se questo principio vale certamente in Italia, dove il dibattito politico viene spesso condizionato dai cinguettii dei diversi leaders politici, ma non in Germania dove è estremamente raro che si ponga attenzione alle dichiarazioni su twitter o che il discorso politico venga veramente condizionato da un tweet. Numerosi politici tedeschi non hanno neanche un profilo twitter, prima fra tutti proprio la Cancelliera Angela Merkel.
Tornando all’affidabilità dei sondaggi tradizionali, è anche vero che con la crisi dei partiti l’elettorato tende a cambiare opinione velocemente e la propria vicinanza o appartenenza ad un determinato movimento è messa costantemente in discussione. Questo fa sì, che anche i sondaggi tradizionali non siano sempre affidabili. In Italia conosciamo molto bene questo fenomeno, ma anche la Germania non è da meno. A gennaio 2013, alle elezioni in Bassa Sassonia, i sondaggi non avevano assolutamente previsto un largo consenso della FPD (liberali) che ha quasi rovesciato l’esito previsto.
La sede del Cancellierato tedesco |
C’è, infine, da segnalare un’altra iniziativa interessante che è stata avviata dal sito del mensile Cicero. Si tratta del Twitter-Duell. Qui vengono raccolti tutti i tweets che si riferiscono esclusivamente ai due candidati al Cancellierato, Angela Merkel e Peer Steinbrück. Il criterio è puramente quantitativo e prende in considerazione le ultime 24 ore e eviene aggiornato quotidianamente. Il Twitter-Duell stabilisce quale risalto hanno i due candidati sul social network, con quali temi (hashtag) e contenuti (links) vengono messi in collegamento. Il risultato è in sistema un po' confusionario ma dà comunque un'idea del dibattito sulle elezioni federali tedesche (#btw13). I dati sono positivi per Angela Merkel che ottiene più del doppio di risonanza rispetto a Peer Steinbrück, anche se la Cancelliera non ha un suo profilo, ma sia indirettamente presenta su Twitter grazie all’attivissimo portavoce del governo Steffen Seibert.
Per vedere quanto siano affidabili questi dati rilevati su Twitter non ci resta che aspettare la sera del 22 settembre. Nel frattempo continueremo a monitorare il sentimento di twitter nel corso della campagna elettorale.
Per vedere quanto siano affidabili questi dati rilevati su Twitter non ci resta che aspettare la sera del 22 settembre. Nel frattempo continueremo a monitorare il sentimento di twitter nel corso della campagna elettorale.
Per dovere di cronaca, segnalo che in occasione delle Elezioni Presidenziali USA, l'analisi di "Voices from the Blogs Srl - Sentimeter" per Corriere.it, che qui è stata citata, ha correttamente predetto la vittoria di Obama, sia nel voto popolare che in 9 swing states sugli 11 analizzati. Inoltre il gap tra Obama e Romney è stato predetto in modo più accurato dall'analisi effettuata via Twitter rispetto a quanto fatto dai tradizionali sondaggi elettorali (realclearpolitics.com). Tutti i dettagli qui: http://sentimeter.corriere.it/2012/11/07/elezioni-e-social-network-ancora-una-volta-la-rete-anticipa-il-voto/
RispondiEliminaLa nostra analisi, che adotta una tecnica radicalmente diversa rispetto a quelle citate nell'articolo (basate sul conteggio quantitativo delle 'mentions') ma diversa anche rispetto alle tecniche di SA prodotte dalla computer science attraverso dizionari ontologici dimostra che utilizzare i social media per fare previsioni elettorali è possibile.
Considerando che altre tecniche, tra cui il Twitter politica index implementato da Twitter stesso, hanno fallito nel predire il distacco (dando a Obama ad esempio circa 15 punti di vantaggio), riteniamo che la grande distorsione non sia prodotta dal medium (Twitter e i social media) quanto invece dagli strumenti utilizzati per analizzarli che spesso, come negli altri esempi qui riportati, non sono adeguati ad analizzare correttamente il linguaggio e l'espressione delle preferenze on-line
grazie mille per il commento e l'attenzione dimostrata al mio articolo. Il chiarimento penso completi il mio ragionamento che comunque era riferito in particolare alle elezioni tedesche. Sto seguendo con molto interesse il ruolo dela rete e di internet in questa campagna elettorale in Germania. E dal mio articolo credo si comprenda chiaramente come i risultati non sono particolarmente convincenti. Il riferimento a Voices from the Blogs si basava sull'articolo del Corriere della Sera che ho (credo correttamente e per evitare equivoci) linkato. In ogni caso sul tema ritornerò nei prossimi giorni.
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