In Germania avere "due capitali" è stato inutile e costoso


Vi riproponiamo un nostro articolo uscito su L'Occidentale il giugno scorso e ripreso nell'edizione agosto-settembre de Il Borghese di Claudio Tedeschi con il titolo Ein Reich, eine Hauptstadt. Dell'ultimo numero de Il Borghese ne ha parlato, in termini elogiativi, Il Foglio di Giuliano Ferrara nell'edizione di sabato 20 agosto 2011.

Modello-Germania, ovvero la formula magica buona in ogni contesto. Che si parli di riforma delle pensioni, di sistema elettorale, di crescita economica o di struttura dello stato, l’importante è richiamarsi alla Germania che è sempre e comunque un modello da seguire. È questa la nuova frontiera del politicamente corretto. È indubbio che la Germania abbia numerosi aspetti positivi e che possa essere un punto di riferimento per molti stati occidentali, ma da qui a trovare un modello tedesco su tutto è forse esagerato, oltre che inappropriato.

In questo senso, l’ultimo caso dell’improprio confronto con la Repubblica Federale Tedesca ci è stato fornito dalla propagandistica e inconcludente discussione sul trasferimento di alcuni ministeri (o rappresentanze di essi) da Roma a città del Nord Italia. C’è chi, per sostenere la bontà del trasferimento, si richiama alla Germania in quanto stato federale e decentrato e chi, per sostenere l’inutilità del trasferimento, si richiama alla Germania in quanto, a vent’anni dalla riunificazione, il Governo tedesco sta trasferendo (o avrebbe intenzione di farlo) tutti i ministeri da Bonn, la vecchia capitale, a Berlino. È bene, però, fare un minimo di chiarezza: la Germania è certamente uno stato federale e fortemente decentrato, dove i Länder − il corrispettivo delle nostre Regioni − hanno numerosi poteri. I ministeri della Repubblica Federale Tedesca sono, però, nella capitale Berlino, o in alcuni casi, nella vecchia capitale Bonn. Ma che alcuni ministeri siano ancora (per poco) a Bonn, non ha niente a che fare con un processo di decentramento o con il fatto che la Germania sia uno stato federale, perché in questo caso i ministeri si dovrebbero trovare nelle singole capitali dei Länder. In realtà, si tratta piuttosto di una delle eredità ancora irrisolte dell’improvvisa caduta della DDR comunista − la Repubblica Democratica Tedesca − e della successiva riunificazione. Ma andiamo con ordine.

Era il 20 giugno del 1991 ed erano passati poco meno di due anni dalla caduta del Muro di Berlino. Il Parlamento tedesco, allora ancora a Bonn, decise che le sedi del Parlamento e del Governo dovevano essere trasferite a Berlino. A Bonn, e più in generale in Germania, non fu un giorno di festa. La maggioranza fu risicata: 338 favorevoli e 320 contrari. La discussione fu caratterizzata da molte polemiche e contrasti non solo tra i vari partiti ma anche al loro interno. Molti dipendenti pubblici, inoltre, non accettarono senza polemiche la prospettiva di doversi spostare a Berlino. Era del tutto comprensibile lo scetticismo tra coloro che dovevano trasferirsi. Berlino era un’incognita, una città da rifondare che portava su di sé il peso della storia del Novecento. In molti, infatti, preferivano restare nella più piccola, confortevole e borghese cittadina di Bonn.

Ancora oggi, del resto, molti funzionari pendolano tra la vecchia e la nuova capitale. Come riportato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung nell’edizione del 20 giugno, stando ai dati più recenti (anno 2010), il 45% degli impiegati nei ministeri lavora e vive a Bonn:si tratta di ben 8328 persone. Ben sei ministeri sono tuttora divisi tra Berlino e Bonn. Secondo un articolo della Süddeutsche Zeitung del 27 ottobre 2010, i costi di questa divisione di sedi sono enormi non solo dal punto di vista puramente economico − circa 4 milioni di euro l’anno − ma anche in termini di tempo: tutti i funzionari, complessivamente, percorrono la tratta Bonn-Berlino-Bonn 24.000 volte all’anno. Sempre la Süddeutsche Zeitung ha definito questo stato di cose assurdo e non più sostenibile economicamente. La difficoltà della Germania a superare tale inspiegabile divisione è dovuta anche alla “lobby” dei parlamentari del Nord Reno-Westfalia − in cui si trova Bonn − che è la regione più popolosa e che può contare su ben 129 su 622 parlamentari del Bundestag, il parlamento federale tedesco.

Come ha ironicamente ricordato Thorsten Denkler dalle colonne della Süddeutsche Zeitung - sempre dello scorso 20 giugno − la Germania riesce a prendere decisioni difficili come, ad esempio, abbandonare l’energia nucleare e eliminare il servizio militare, ma non riesce ancora a risparmiare milioni di euro trasferendo per intero i ministeri nella capitale Berlino. Tuttavia, oggi, sempre più politici sostengono la necessità di porre fine alla divisione del Governo in due città. Recentemente proprio il vicepresidente del Bundestag, Wolfgang Thierse, ha sostenuto che i tempi sono ormai maturi per un trasferimento completo del Governo da Bonn a Berlino, che, ricordiamolo per l’ultima volta, è la capitale della Germania.

di Ubaldo Villani-Lubelli

Pubblicato su L'Occidentale, 23.06.2011

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