Il calcio femminile noioso? Basta guardare il Mondiale per ricredersi

Il calcio non è da tempo uno sport per soli uomini. Per qualche oltranzista si tratterà di un’affermazione apocalittica, ma il Mondiale di Calcio femminile che si conclude oggi a Francoforte, in Germania, dimostra che la parità tra uomini e donne è già nei fatti – con buona pace per il movimentismo femminile e femminista.

In Italia se ne sono accorti in pochi che contemporaneamente alla più famosa e seguita Coppa America si svolgeva, nel cuore dell’Europa, un Mondiale di Calcio. Una manifestazione sportiva che ha riempito gli stadi, occupato le prime serate dei principali canali televisive tedeschi e che ha mosso un business sicuramente inferiore ai mondiali maschili, ma in ogni caso non indifferente. Pensate che prima dell’inizio della manifestazione erano già stati venduti oltre 700 mila biglietti, circa l’80 per cento complessivo. Da quest’anno, poi, c’è addirittura un album di figurine disponibile, purtroppo, solo in Germania.

Il Mondiale di calcio femminile è nato soltanto nel 1991, ben sessantuno anni dopo il primo mondiale maschile del 1930. La prima edizione si è svolta in Cina e si concluse con la vittoria degli Stati Uniti. Nella storia dei pirotecnici mondiali femminili a farla da padrone sono stati negli anni novanta gli Stati Uniti (1991 e 1999) e la Norvegia (1995) e, più di recente, la Germania (2003 e 2007). Leggi l'intero articolo qui
di Ubaldo Villani-Lubelli
Pubblicato su L'Occidentale il 17.07.2011

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