Il cielo (nero) sopra Berlino - Le difficoltà di Angela Merkel


Angela Merkel è un mistero. È questo il giudizio netto di Cicero, il principale mensile tedesco di politica. Dopo sette anni alla guida della Germania, non è ancora chiaro dove vuole andare e cosa vuole ottenere. Si tratta, forse, di una sentenza troppo impietosa che non tiene in debito conto le difficoltà che Angela Merkel ha dovuto affrontare a livello internazionale da quando, nel 2009, ha iniziato a governare con i suoi alleati naturali, i liberali. Ricordiamo, infatti, che il primo Governo Merkel fu quello della famosa Grande Coalizione con i socialdemocratici (SPD).

L’analisi di Cicero è, in ogni caso, confermata dagli elettori che hanno bocciato la coalizione di centro-destra (cristiano democratici e liberali) in tutte le più significative elezioni regionali che si sono tenute negli ultimi due anni, tra le quali è bene ricordare quelle nel Nord Reno Westfalia, ad Amburgo e nel Baden-Württemberg. Più di recente, poi, l’autorevolissimo e seguitissimo Deutschland-Trend, il sondaggio della prima rete televisiva tedesca, ha ulteriormente confermato il calo di consensi per la coalizione di centro-destra. Stando all’ultimo aggiornamento del 2 agosto scorso, i cristiano democratici (CDU-CSU) resterebbero il primo partito con il 32 per cento, ma i socialdemocratici (SPD) ed i Verdi, rispettivamente con il 28 ed il 23 per cento dei con-sensi, avrebbero la maggioranza con il 51 per cento dei voti. I liberali (FDP) si fermerebbero al 4 per cento e non avrebbero rappresentanza nel Bundestag. Per l’SPD ed i Verdi sarebbe il miglior risultato degli ultimi undici anni e garantirebbe una larga maggioranza in Parlamento. Ma dal Deutschland- Trend si evince anche un altro dato, a dire il vero ancor più preoccupante per la Cancelliera: Angela Merkel perderebbe con entrambi i due possibili candidati della SPD, ovvero Frank Walter Steinmeier e Peer Steinbrück. Considerato l’attivismo e l’autorevolezza della Cancelliera nel contesto internazionale e considerati gli straordinari dati sulla crescita economica della Germania, potranno sembrare incomprensibili le sue attuali difficoltà. Ma in realtà la questione è più facile di quanto si possa immaginare. Nel settembre del 2009, quando la CDU-CSU e l’FDP vinsero largamente le elezioni, ci si aspettava soprattutto una riduzione delle tasse e la diminuzione della disoccupazione. Se la seconda si è realizzata (anche se era già iniziata durante il tempo della Grande Coalizione), la riduzione delle tasse, che era certamente l’a- La forza mostrata dalla Merkel in Europa nasconde debolezze in patria spetto più significativo, non si è potuto realizzare a causa della crisi internazionale e dell’instabilità dei mercati finanziari. Angela Merkel ha, dunque, dovuto fare i conti con una situazione internazionale che ha reso, di fatto, impossibile la realizzazione del programma di governo concordato con i liberali (FDP). Da qui viene anche la crisi, sicuramente più profonda e grave rispetto alla CDU, dei liberali stessi. In realtà la coalizione di centrodestra soffre della costante perdita di consenso dell’FDP.Tuttavia, ciò che viene maggiormente rimproverato alla Cancelliera, soprattutto dagli elettori cristiano- democratici, è l’ondivaga linea politica. Le ragioni delle difficoltà di Angela Merkel vanno proprio ricercate nella sua politica “zigzagante”, come la definiscono in Germania. Se consideriamo solo gli ultimi mesi sono almeno tre i casi che hanno dimostrano una certa incoerenza della strategia politica della Cancelliera. Prima di tutto l’abbandono improvviso (e fin troppo spettacolare) dell’energia nucleare. Dopo essere stata una nuclearista convinta, la coalizione ha abbandonato la strada precedentemente intrapresa per una vera e propria svolta verde che non è stata considera molto credibile. Dietro le quinte di questa svolta, è stato fin troppo facile leggere un calcolo politico. Erano, infatti, i giorni in cui si svolgeva la campagna elettorale del Baden-Württemberg dove la partita si giocava sulla costruzione o meno di una gigantesca Stazione ferroviaria, la cosiddetta “Stuttgart 21″, contro la quale si erano schierati i Verdi e, più timidamente, l’SPD. Con la sua svolta verde, l’intento della Merkel era quello di mettere in crisi i Verdi e conquistare una parte del loro elettorato, considerato anche il crollo costante ed irreversibile dei liberali. La strategia si è rivelata sbagliata ed i Verdi guidano ora, per la prima volta nella storia tedesca, un Land della Repubblica Federale. Tra gli analisti politici tedeschi c’è anche chi ha letto ed interpretato la svolta antinuclearista come un tentativo di abbozzare un’intesa più generale con i Verdi – al momento, in ogni caso, di difficile realizzazione, perchè a livello regionale l’alleanza tra CDU ed i Verdi ha già fallito, di recente, ad Amburgo.

C’è, poi, un’altra vicenda che non ha giocato a favore di Angela Merkel, ovvero la scelta di astenersi sulla risoluzione ONU riguardo alla Libia e di schierarsi, in questo modo, con Russia e Cina, stati con i quali ci sono in gioco enormi interessi economici. Questa scelta, è stata molto criticatadalla stampa tedesca che ha rimproverato al governo di volersi isolare rispetto ai suoi partners europei. La Germania, potrebbe pagare le conseguenze di questa scelta, nel momento in cui si eleggerà il membro permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La Germania è, attualmente, uno dei membri non permanenti.

L’ultima vicenda che ha poi messo in crisi la Cancelliera è stata la vendita di 200 modernissimi carri armati all’Arabia Saudita. Si tratta di un affare di circa 2 miliardi di euro e che rappresenta un cambiamento rispetto alla politica di vendita delle armi adottata fino ad ora dalla Germania. Questa vicenda “minore” non è stata, però, apprezzata sia dalle opposizioni sia da numerosi esponenti della coalizione di maggioranza, che sono stati tenuti all’oscuro dell’accordo. Le difficoltà della Merkel nascono, almeno nell’ultimo periodo, proprio da qui. Alla Cancelliera si rimprovera la mancanza di obiettivi politici chiari e di una linea politica coerente e convincente. Sono soprattutto gli elettori del centro-destra che si trovano spiazzati e hanno difficoltà a ritrovarsi nella politica del proprio governo. Non è un caso che da uno studio uscito sull’ultimo numero del mensile liberal-conservatore Cicero è emerso che tra gli elettori della CDU ben il 51 per cento ritiene che Angela Merkel non rappresenti più i valori tradizionali dei cristiano-democratici. (Tratto da Liberal, 11 agosto 2011)

di Ubaldo Villani-Lubelli

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