Angela Merkel: Padrina d'Europa?
Il sistema
M governa ormai da oltre sette anni. Non ci riferiamo al capo dei servizi
segreti inglesi che guida James Bond nella sue imprese spettacolari, ma al
governo di Angela Merkel in Germania. M, infatti, sta per Merkel. È stata
Gertrud Höhler, nota pubblicista di successo e consigliere economica e
politica, a coniare quest'espressione per indicare lo stile di governo della
Cancelliera tedesca. Gertrud Höhler lo sintetizza così: attendere e osservare,
è questo la "competenza" politica principale di Angela Merkel. Evitiamo
subito facili fraintendimenti. Non si tratta di un complimento, come del resto
risulta evidente dal titolo del libro che l'autrice tedesca ha scritto per
descrivere il politico più amato del momento in Germania: La padrina. Come
Angela Merkel trasforma la Germania (Die Patin. Wie Angela Merkel Deutschland
umbaut). Un titolo non particolarmente gentile e amichevole. A dire il vero,
neanche tanto originale. Nell'ottobre del 2011, fu la provocatoria Bild Zeitung
a definire la Cancelliera "Die Patin von Europa", la padrina
d'Europa. Il riferimento era al vertice europeo in cui Angela Merkel impose i
suoi metodi per la soluzione della crisi. In particolare la Bild si riferiva
all'ossequioso e galante baciamano del Presidente del Consiglio polacco Donald Tusk
alla Cancelliera. Gertrud Höhler (o forse il suo editore) riprende quel
riuscitissimo titolo della Bild e ne fa il titolo (altrettanto riuscito) della
resa dei conti dell'autrice con Angela Merkel.
Gertrud Höhler parte da un simpatico aneddoto
della vita della Cancelliera, che, com'è noto, viene dalla Germania dell'Est.
Il 9 novembre del 1989, giorno della caduta del Muro di Berlino, è un giovedì.
Per Angela Merkel, allora, il giovedì era, tradizionalmente, il giorno dedicato
alla sauna. Quello stesso giovedì Angela Merkel ascolta alla televisione la
celebre conferenza stampa in cui il funzionario della DDR Günter Schabowski
annunciava che le regole per i viaggi all'estero erano abolite. Quella
dichiarazione, frutto di un malinteso, fu la causa specifica della caduta del
Muro. Eppure, per Angela Merkel, era un giovedì come un altro e quindi il suo
giorno di sauna. Quando, dopo la sauna, torna per strada con il suo necessarie da viaggio, il confine sulla
Bornholmer Strasse è aperto. Con i suoi vestiti da sauna viene spinta dalla
folla verso Berlino Ovest. In realtà resta poco, il giorno dopo Angela Merkel
deve lavorare. La caduta del Muro non sembra scuoterla più di tanto. Angela
Merkel attende e osserva. Il sistema M ha
un precedente nel giorno più importante della storia recente della Germania.
Per Angela Merkel i processi in divenire non si devono dominare, ma soprattuto
osservare. Tutto è relativo. Il segreto del successo di Angela Merkel suona
singolare: prendere distanza da qualsiasi vincolo. A volte è conservatrice, a
volte cristiano-sociale e altre liberale. La Cancelliera non si lascia
vincolare e si fa interprete di un modo di fare politica che si
contraddistingue solo per la gestione del potere. In tedesco dicono Machtpolitik e chissà che quella M del sistema Merkel stia anche a
indicare questa parola. Secondo Gertrud Höhler, Angela Merkel non fa politica
di competenza (Sachpolitik), con la quale le proprie idee e il proprio sistema
di valori marcano una differenza rispetto agli altri partiti, ma al contrario
cerca di livellare le distanze ideologiche e politiche tra i vari partiti. Per
Angel Merkel non esistono posizioni e decisioni che non possono essere riviste.
L'esempio più evidente è la svolta energetica. Nell'ottobre del 2011 viene
annunciato, in modo solenne, il ritorno al nucleare, per poi, pochi mesi dopo,
rinnegare del tutto questa decisione e, sull'onda emotiva dell'incidente di
Fukushima e spinta da una sconfitta annunciata nella roccaforte
cristiano-democratica del Baden Württemberg, annunciare l'abbandono del
nucleare perché pericoloso. O come ancora, la posizione sulla Grecia.
All'inizio del 2010 la Merkel annunciava che mai i tedeschi avrebbero speso un
solo euro per risanare i conti di Atene. La storia recente ci dice che le cose
sono andate diversamente. Per non parlare, poi, dell'elezione di Gauck a
Presidente della Repubblica. Votato dopo che appena due anni prima si era
opposta e gli si era preferito Christian Wulff.
Gertrud Höhler ripercorre la carriera politica
di Angela Merkel, dagli esordi fino al Cancellierato, passando per le sue lotte
all'interno della CDU, nelle quali è riuscita ad avere la meglio sui grandi
leader storici del partito. Il libro ripubblica, tra l'altro, l'articolo della
Frankfurter Allgemeine Zeitung con cui Angela Merkel prende le distanze dal suo
padre politico Helmuth Kohl, coinvolto in uno scandalo su finanziamenti
occulti. I toni che usa Angela Merkel sono forti e duri. Il rapporto, trai due,
non si ricomporrà più.
Un anno cruciale è il 2004, quando nessuna delle
personalità di rilievo della CDU si oppone ad Angela Merkel alla guida del
partito: Peter Müller diventa Presidente del Saarland, Christian Wullf in
Niedersachsen, Roland Koch in Hessen e Jürgen Rüttgers in Nordrhein-Westfalen.
Tutti i "giganti" dei cristiano democratici vengono relegati a
livello regionale: per interesse, per convinzione o per necessità. Nel 2007,
poi, è il turno di Friedrich Merz che si ritira dalla vita politica per
divergenze con la linea politica del partito. Negli anni della grande
coalizione prima e dell'alleanza con i liberali poi, per ragioni diverse, Koch
abbandona la politica, Wulff prima diventa Presidente della Repubblica, ma poi
inciampa in uno scandalo che lo condanna a vita privata, Rüttgers perde
clamorosamente la sfida per la sua rielezione nel Nordrhein-Westfalen. A questi
si aggiungano le parabole politiche interrotte di Theodor zu Guttenberg (CSU) e
Norbert Röttgen. Il primo a causa di un scandalo di plagio, il secondo perché
mandato al macello nel Land del Nordrhein Westfalen. Angela Merkel oggi è una
donna sola al comando, saldamente alla guida di un partito che però, nonostante
resti in testa ai sondaggi, non si riconosce più. La CDU sembra aver smarrito
il contatto con la cultura urbana e cittadina, tanto che non governa più nelle
principali metropoli tedesche: Hamburgo, Köln, Frankfurt e, recentemente, anche
Stuttgart.
Il libro Die Patin
non è l'unico dedicato alla descrizione dello stile politico di Angela Merkel.
Cora Stephan, famosa pubblicista austriaca ma attiva in Germania, ha scritto
l'altro libro polemico nei confronti della Cancelliera: Angela Merkel. Ein
Irrtum. Ovvero, Angela Merkel. Un errore. Cora Stephan, elettrice di Angela
Merkel nel 2005, ricorda le grandi aspettative che c'erano all'inizio dell'era
del sistema M. Dopo personalità forti e carismatiche come Schröder, Fischer o
Lafontaine, la Germania aveva bisogno di ripartire e di ritrovare se stessa, di
un Cancelliere che ben incarnasse la Germania del nuovo millennio. Meno
carisma, più sostanza. Chi meglio di una donna nata e cresciuta nell'ex
Germania dell'Est? Scrive l'autrice: Dopo quindici anni dalla riunificazione
tedesca, Angela Merkel era la prima Cancelliera di tutta la Germania. Un
errore! Per Cora Stephan, come anche per Gertrud Höhler, Angela Merkel
"tira a campare", governa senza una visione e senza un obiettivo ben
preciso se non quello di gestire il potere. In realtà il problema di tutti gli
avversari politici di Angela Merkel è di sottovalutarla e di non sapere dove
vuole andare. Per tutta la sua carriera la Cancelliera è stata sottovalutata,
prima di tutto, all'interno del partito. Angela Merkel ha avuto la meglio
rispetto al cosiddetto Andenpakt,
quel patto di diversi uomini della CDU contro la donna dell'est che, improvvisamente,
nel 2002, dopo lo scandalo sui fondi che coinvolse Helmuth Kohl, si ritrovò
alla guida del partito. Con il tempo molti dei protagonisti di quel patto sono
stati, lentamente ma inesorabilmente, fatti fuori da Angela Merkel che oggi
domina incontrastata il partito, tanto da essere secondo gli ultimi sondaggi la
più amata e popolare tra gli elettori dell'Unione (CDU/CSU) con quasi il 90 per
cento. Ma Merkel è stata sottovalutata anche dai suoi avversari. Nel 2005, dopo
una campagna elettorale non proprio esaltante, Merkel si ritrova a dover
contrastare Gerhard Schröder, artefice di una clamorosa rimonta finita però
proprio sul più bello. Schröder, Cancelliere in carica, si dichiara vincitore
nonostante la sua SPD abbia ottenuto un risultato elettorale di poco inferiore
alla CDU/CSU. Dopo settimane di trattative e scambi di battute, la Merkel
diviene cancelliere e succede proprio a Schröder.
Angela Merkel, che piaccia o meno, resta un
politico con il quale è difficile confrontarsi. Basta ascoltare i suoi discorsi
al Bundestag. Sa essere dura, sa livellare le differenze. Forse hanno ragione
le due autrici a giudicare negativamente il suo stile di governo. In ogni caso
il nome di Angela Merkel ha plasmato fortemente la Germania degli anni 2000 e
verrà ricordata per il suo apprezzato profilo internazionale. Secondo l'ultima
classifica stilata dalla rivista americana Forbes è la donna più potente del
mondo nel 2012. Già nel 2011 Angela Merkel era tra le prime cinque persone più
influenti al mondo.
Il vero problema dei suoi avversari è che
nessuno riesce a capire dove vuole andare Angela Merkel. In molti pensano che
il suo obiettivo sia di diventare Presidente della Commissione Europea, altri
che vuole continuare ad essere Cancelliera. Forse, più semplicemente, Angela Merkel
si lascia guidare dall'istinto. Sviluppa una strategia di sopravvivenza che la
guida nelle situazioni estreme ed è indubbio che proprio gli sette anni da
Cancelliere siano stati caratterizzati da una serie impressionante di
emergenze. Dalla seconda Grande Coalizione della storia della Germania alle
riforme strutturali, dalla crisi economico-finanziaria internazionale alla
crisi dell'euro, la Cancelliera ha guidato sempre e solo in uno stato di
eccezione. (Tratto da Liberal, 3 novembre 2012)
twitter @uvillanilubelli
Commenti
Posta un commento