L'Alternativa per la Germania: farla finita con l'Euro
In una solare giornata di primavera è
nata Alternative für Deutschland (AfD)
il cui obiettivo principale è farla finita con l’Euro. Ha l’ambizione di farsi
interprete del diffuso euroscetticismo che si presume sia crescente nella
società tedesca. Ma se il virus euroscettico che si è fino ad ora diffuso in
Europa ha visto come protagonisti soprattutto le frange più estreme del panorama
politico - da Alba Dorata e Syriza in Grecia a Marine Le Pen in Francia fino
alla Lega nord e al Movimento5Stelle in Italia - AfD è un partito moderato,
liberale e di centro, come affermato da Bernd Lucke al Congresso.
AfD, inoltre, non è contrario all’Europa
tout court. Come ha evidenziato Alexander Gauland, ex cristiano-democratico ora
in AfD, in un articolo sulla Welt (12.04.2013): non vogliamo buttare via
trent’anni di politica europea e non vogliamo semplicemente resuscitare il
vecchio Marco tedesco (DM). AfD sarebbe già soddisfatta se l’Euro funzionasse
finalmente con le regole originarie.
Nonostante qualche polemica (su twitter
con Volker Beck e su alcuni giornali) su presunte vicinanze di alcuni
militanti con l’estrema destra tedesca della NPD, ad animare il partito ci sono
imprenditori, professori universitari, giornalisti e saggisti. Per dirla con le
parole di Bernd Lucke in un’intervista a Ntv: non ci riconosciamo nello schema
ideologico destra-sinistra. Anche Konrad Adam alla Neue Zürcher Zeitung ha sottolineato che il nuovo partito è
difficile da collocare secondo la classica contrapposizione destra-sinistra.
Il partito ha cercato di darsi anche un programma
articolato. Dalla politica energetica (i costi della svolta energetica non
devono ricadere sul prezzo dell’energia) all’integrazione (seguire il modello
canadese a punti), dalla politica per la famiglia considerata come base
fondante della società alla formazione. Ma il punto principale è il rifiuto
della politica monetaria portata avanti da Bruxelles e sostenuta (se non
addirittura imposta) dal governo di Angela Merkel. Se questa critica debba
portare al ritorno al DM o a un Euro del Sud ed un Euro del Nord, come sostenuto
già nel 2010 da Hans-Olaf Henkel
(non a caso era presente al Congresso), non
è chiaro.
Nell’atteso discorso, Bernd Lucke, la
figura mediaticamente più forte del nuovo partito, ha voluto ricordare che se
lo scioglimento dell’Euro è la richiesta centrale di AfD, il partito non si
lascia ridurre ad aspetti economici perché in gioco ci sono lo stato di diritto
e la stessa democrazia.
I pacchetti di salvataggio anni hanno
violato la clausola di no-bailout del Trattato di Maastricht al posto del quale
oggi c’è l’ESM. Il messaggio è chiaro: i contributori tedeschi non devono più
pagare i debiti altrui. Secondo Lucke, il progetto europeo non deve fallire con
l’Euro che sta creando un Sud sempre più povero ed un Nord economicamente
florido. Si tratta di un fenomeno che non fa altro che alimentare un
risentimento antitedesco. AfD considera l’Europa una comunità di pace e di
rispetto reciproco, deve diventare l’Unione del benessere e della crescita. "L’Euro
è stato un errore e sta rovinando l’Europa di Konrad Adenauer, Helmut Schmidt,
Hans-Dietrich Genscher ed Helmut Kohl nella quale invece ci riconosciamo".
Frauke Perty, Konrad Adam, Bernd Lucke |
Il congresso fondativo si è svolto a due
passi dalla Konrad-Adenauer-Haus della CDU, quasi uno schiaffo degli Alternativi ai cristiano-democratici a
cui vogliono togliere numerosi voti. L’incubo di Angela Merkel è che si possa
verificare lo stesso scenario delle ultime elezioni in Bassa Sassonia dove i
pochi voti dei Freier Wähler non hanno permesso al candidato della CDU di
essere confermato alla guida del Land. Anche se AfD non dovesse raggiungere un
risultato tale da eleggere propri rappresentati al Bundestag, quei voti potrebbero comunque impedire a Merkel di restare alla guida della Germania.
Al momento, stando ai sondaggi la coalizione
di governo (CDU, CSU e FDP) è in crescita e potrebbe essere confermata. È più in difficoltà la SPD che proprio in
contemporanea alla AfD ha convocato,
ad Augsburg, un congresso straordinario per cercare di dare slancio al
candidato Peer Steinbrück che più si muove e più perde voti. L’ultimo errore è
stato la scelta dello slogan per la campagna elettorale “Das WIR entscheidet”
che sembra essere stato copiato.
Tornando agli euroscettici, secondo
l’ultimo Politbarometer della ZDF, il 17 per cento dei cittadini potrebbe
immaginare di votare un partito contrario all’Euro. Naturalmente il potenziale
di voti non è detto corrisponda alle intenzioni di voto. Preoccupa di più,
almeno dal punto di vista di AfD, il sondaggio pubblicato su Handelsblatt dal
quale si evince che il 70 per cento dei tedeschi si ritiene soddisfatto dalla
moneta unica.
In realtà, la strada di questo nuovo
partito verso il Bundestag è ancora lunga
e tortuosa, al limite del possibile. I tempi sono molto ristretti, come ha
ricordato nel discorso di apertura del Congresso Konrad Adam. Si vota, infatti,
a settembre e la concorrenza è ardua perché la FDP (liberali), alla quale AfD conta di
togliere un consistente numero di voti, resta un partito fortemente radicato e
con l’avvicinarsi delle elezioni è dato in crescita.
Come dimostra la vicenda della Piratenpartei, che ha ottenuto buoni
risultati a livello regionale ma fatica a imporsi a livello nazionale, il
sistema dei partiti tedeschi è abbastanza rigido. Per un nuovo movimento è
sempre difficile entrare nella ristretta cerchia dei partiti con rappresentanza
nel Bundestag dove per entrare è necessario superare una soglia relativamente
alta del 5 per cento.
Tuttavia, la nascita di AfD non deve sorprendere. In un quadro
politico come quello tedesco in cui ai cittadini, rispetto alla politica della
Cancelliera e di Bruxelles, non sono arrivate delle alternative politiche né
dalla sua stessa coalizione di governo né dall’opposizione, è chiaro che prima
o poi l’alternativa doveva arrivare. Angela Merkel ha sempre presentato la
politica europea della Germania come una strada obbligata: alternativlos, ha detto. Eppure da oggi, con l’avvicinarsi delle
elezioni, è arrivata l’alternativa temuta. Dalla società civile, dall’impresa e
dagli scontenti della politica. Una formula che per ora, tuttavia, non ha ancora
fatto breccia tra i cittadini tedeschi.
twitter @uvillanilubelli
Commenti
Posta un commento