Bundesliga, un modello di successo


Due squadre tedesche per la prima volta nelle semifinali di Champions League. Se qualcuno ancora non si era accorto della crescita del calcio tedesco, la facilità con cui il Bayern Monaco ha eliminato la Juventus e la tenacia con cui il Borussia Dortmund ha avuto la meglio sul Malaga levano i paraocchi agli ultimi scettici.

Aldilà di come finirà la sfida incrociata tra Spagna e Germania – gli spagnoli restano favoriti – il calcio tedesco è, insieme a quello inglese e spagnolo, sul podio dei campionati più competitivi in Europa e quindi del Mondo.

Di per sé non è tanto il risultato del Bayern Monaco a dimostrare la forza del calcio tedesco che già negli ultimi tre anni aveva portato i bavaresi per ben due volte in finale, quanto la scioltezza con cui i Campioni di Germania hanno battuto la squadra più forte d’Italia. La Juve e il Bayern sono squadre che negli ultimi due anni hanno dimostrato di essere, nei rispettivi campionati, le più forti. Eppure i bavaresi hanno avuto gioco fin troppo facile contro i bianconeri in evidente inferiorità tecnica, fisica e tattica.


Il risultato del Borussia Dortmund è altresì straordinario anche se arrivato contro una squadra spagnola relativamente poco competitiva, il Malaga. Ma proprio il Borussia, sin dall’inizio di questa stagione di Champions League, ha fatto vedere forse il più bel calcio nella competizione. Ha giocato, non dimentichiamolo, in un girone infernale con Manchester City, Real Madrid e Ajax ed è arrivato primo. Ha battuto agli ottavi l’altra sorpresa europea, lo Shakthar di Lucescu. Il Borussia, poi, per due anni è stato, in terra tedesca, l’incubo peggiore dei bavaresi che hanno sistematicamente avuto grandi difficoltà a battere la squadra allenata da Jürgen Klopp, il Brad Pitt del calcio tedesco.

Con Bayern Monaco e Borussia Dortmund, così, la Germania mostra all’intera Europa due modelli di grande successo. Che prima o poi il calcio tedesco sarebbe arrivato tra i migliori d’Europa era scritto negli eventi. Era sufficiente osservare una qualsiasi partita della Bundesliga: gran ritmo, tante reti e stadi pieni. Ogni partita del campionato tedesco è uno spettacolo in sé. Anche le partite della 2. Bundesliga (la serie B tedesca) sono di un livello al momento inarrivabile per il calcio italiano. Provate a guardare le partite di squadre di media classica della 2. Bundesliga come l’Union Berlin o il St. Pauli, sono molto più spettacolari di tante nostre partite di Serie A!

I motivi del successo del calcio tedesco sono tanti. Non è certo un caso che l’allenatore più corteggiato del mondo, Pep Guardiola, abbia scelto proprio il Bayern Monaco per ricominciare ad allenare dopo la straordinaria avventura a Barcellona. Il Bayern ha una ben precisa filosofia imprenditoriale che coniuga investimento in giovani e scelta di talenti già pronti per competere a livello internazionale: gerarchie chiare, tradizione e nessun imprenditore a speculare sul calcio.

La formula magica della Bundesliga è una combinazione perfetta di programmazione, pochi debiti e stadi pieni. Il fattore economico è naturalmente decisivo. Le entrate in Germania, come nel resto del mondo, vengono dai diritti televisivi, dagli sponsor e dai biglietti dello stadio, ma in Germania è molto bene distribuite: i diritti televisivi contribuiscono per il 26,4 per cento, la pubblicità per il 26,5 e i biglietti (insieme ad altri introiti ad essi collegati) per il 21,18. Ma mentre in Spagna, ad esempio, i diritti televisivi vengono gestiti singolarmente e quindi Real Madrid e Barcellona hanno un guadagno maggiore rispetto alle altre squadre, in Germania (come in Italia) esiste la contrattazione collettiva alla base della quale c’è un sorta di principio di solidarietà al fine di una distribuzione più equa. In Germania, poi, il trasferimento dei giocatori contribuisce solamente per il 10 per cento alle entrate delle società. Le squadre tedesche investono moltissimo nel settore giovanile. Nel 2010/2011, complessivamente, si sono investiti 76.790,000 euro, l’8.4 per cento in più rispetto alla scorsa stagione.  

Un altro fattore di successo della Bundesliga è dato dal controllo della Federazione Calcistica Tedesca (DFL) sulla programmazione economica delle società. Ogni società deve soddisfare determinati criteri (sportivi, finanziari, personali, mediatici, infrastrutturali, di sicurezza e giuridici) e sulla base della credibilità del progetto economico-sportivo viene data una licenza. È un sistema sconosciuto all’estero e la cui mancanza è stato fatale, ad esempio, alle squadre italiane che per troppo tempo hanno sempre speso più di quanto incassavano per restare competitive. Il vantaggio di questo sistema è  che si fanno pochi debiti e le finanze delle società sono solide e stabili. La Germania, come già detto sopra, investe tradizionalmente meno nel calciomercato tanto da posizionarsi spesso dietro Premier League, Serie A e addirittura alla Ligue 1 francese. Dal 2008/2009 i ricavi generali delle squadre della Bundesliga sono così passati da 1.715,165 euro a 2.081.521 euro del 2010/2011 – rispetto all’anno precedente è cresciuto del 7,2 per cento.

L’ultimo aspetto di grande importanza sono i tifosi. Gli stadi tedeschi sono quasi sempre pieni. Avete mai provato a comprare un biglietto per una partita di calcio in Germania? Dovete programmarlo con largo anticipo. L’indotto dato dai biglietti è notevole perché i tifosi che riempiono gli stadi della Bundesliga acquistano anche bandiere, sciarpe, magliette, mangiano e bevono. L’intero giro di denaro è un fattore economico enorme. Da questo punto di vista la Germania è al primo posto, nessun altro campionato ha tanti spettatori quanti la Bundesliga. In Inghilterra la media è di 34.601 (-672 rispetto all’anno scorso), in Francia, Italia e Spagna scende tra i 20.000 e i 28.000 spettatori (con cali dai 301 della Spagna ai 1.643 dell’Italia), al contrario, nella Bundesliga siamo a 44.293 (+2.192) spettatori a partita!

È così spiegato il successo internazionale delle squadre tedesche. Forse non vinceranno la Champions League, Real Madrid e Barcellona sembrano ancora più attrezzate, ma certo è che il futuro del calcio europeo sarà a strisce nere, rosse e oro, come i colori della bandiera tedesca.

twitter @uvillanilubelli

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