Post

Visualizzazione dei post da agosto, 2011

Germania. Conservatori e Verdi, un'alleanza possibile?

In Germania è storicamente esistita una particolare sensibilità per i temi verdi, dovuta, in parte, all’esistenza di un partito (i Verdi appunto) estremamente forte e radicato. Basti pensare che nella storia recente della Germania non solo i Verdi hanno governato insieme alla SPD nel governo Schröder dal 1998 al 2005, ma, oggi, anche se sono all’opposizione, i sondaggi li danno oltre il 20 per cento. Dal marzo scorso, poi, guidano, per la prima volta nella storia della Repubblica Federale Tedesca, un governo regionale: il Baden Württemberg, uno dei più importanti Länder tedeschi. I Verdi sono, dunque, dei protagonisti indiscussi della vita politica tedesca con i quali i due principali partiti di massa, la CDU-CSU e la SPD, devono costantemente fare i conti. leggi l'intero articolo qui di Ubaldo Villani-Lubelli Vi ripropongo un mio vecchio articolo del 16 marzo 2011 sulla scelta del Governo Merkel di rinunciare al nucleare: In Germania il fronte nuclearista non cede

La politica culturale come misura anticrisi: la scommessa della Germania

Immagine
La Germania ha saputo risollevarsi dalla crisi economico-finanziaria prima e meglio degli altri paesi europei, grazie a un precoce sistema di riforme ma soprattutto per merito di un’illuminata politica di investimenti nei settori di ricerca, formazione e istruzione, dimostrando come anche da essi sia possibile ottenere concreti benefici economici. Mentre l’Europa fatica a uscire dalla crisi economico-finanziaria, c’è un paese che vive una crescita tale da essere diventato un modello economico e sociale: la Germania. Il sistema tedesco è attualmente un paradigma politico a cui costantemente richiamarsi. Ma qual è il segreto della Repubblica federale tedesca? Come mai la Germania è stato il primo paese dell’area euro a uscire (e bene) dalla crisi economica internazionale? Leggi l'intero articolo qui di Ubaldo Villani-Lubelli (Tratto da Italianieuropei)

I conti che la Germania non vuole fare

Oggi vi propongo un articolo sulla Germania tratto da Il Sole 24 Ore di domenica 28.08.2011 Se Atene piange, Berlino non ride. Chi, tuttavia, si muove nel devastante caos dei mercati finanziari, rischiando una depressione dall'incerto futuro è l'euro, ma ancor più l'intera Europa. Il mesto parallelo fra Atene e Berlino non è casuale. Oltre, infatti, alle abbondanti, ma spesso vacue e confliggenti, ricette da varie parti avanzate per la soluzione della crisi, Grecia e Germania, il Paese più povero e quello più ricco, sono finite oltre che in un ginepraio economico in un inusitato e sconcertante conflitto giuridico. Non bastano forse più le teorie economiche dei mercati a legittimare asimmetrie, diseguaglianze e ingiustizie, ma è necessario ora, per giustificarle, ricorrere al diritto? Il presidente della Repubblica tedesca Christian Wulff ha di recente criticato aspramente gli acquisti dei titoli pubblici di alcuni Paesi da parte della Bce , definendoli «d

La frenata dell'economia tedesca può essere un'occasione

Vi consiglio di leggere l'articolo di Alesina e Giavazzi uscito su Il Corriere della Sera , sabato 27 agosto. Il titolo originale dell'articolo è: Berlino frena? Un'occasione . Paradossalmente, il rallentamento dell'economia tedesca potrebbe essere un'inaspettata fortuna per le sorti dell'euro. Fino all'estate le condizioni dei Paesi dell'unione monetaria erano molto diverse. Da un lato la Germania cresceva, con conti pubblici solidi; dall'altro i Paesi della periferia (Italia, Spagna, Grecia e Portogallo) erano fermi e la crisi di fiducia verso i loro titoli pubblici rischiava di mettere in pericolo la sopravvivenza dell'euro. Questa divergenza creava difficoltà per la Banca centrale europea: se la Bce faceva ciò che era bene fare per la Germania - permettere ai tassi di interesse di salire e non acquistare titoli pubblici della periferia per non accrescere la liquidità - la crisi dell'euro si aggravava. Se la Bce interveniva

Germania 2.0

Immagine
Vi riproponiamo un articolo uscito su Liberal, 02.10.10, in occasione della festa della riunificazione della Germania. A vent'anni dalla riunificazione, i problemi per il Bundestag non mancano: invecchiamento della popolazione e debito impensieriscono il “motore” dell’Ue Se nell’immaginario collettivo la caduta del muro di Berlino resta un evento decisivo della storia del Novecento, lo sono molto meno gli undici mesi successivi. Dal 9 novembre 1989 fino al 3 ottobre 1990 la Germania ha, infatti, cercato di porre le basi per ricostruire e re-inventare se stessa: libere elezioni nel marzo del 1990, unione monetaria nel luglio dello stesso anno, il 31 agosto la ratificazione del patto di unificazione e il 3 ottobre la tanto attesa riunificazione . L’artefice di questa impresa in tempi così brevi fu Helmut Kohl . La Germania unita è per noi, oggi, un dato acquisito, normale, quasi scontato, ma in quegli undici mesi non tutti ritenevano opportuno e giusto l’annessione de

Guerra in Libia: Merkel e Westerwelle sulla graticola!

Ora che il regime di Muammar Gheddafi è arrivato al capolinea, la stampa tedesca inizia a fare i conti con la scelta del Governo Merkel di non sostenere l’operazione militare in Libia. Era il marzo scorso quando Angela Merkel e Guido Westerwelle (il ministro degli Esteri tedesco) dichiaravano la propria contrarietà alla no-fly zone in Libia e si astenevano sulla risoluzione dell’Onu. leggi l'intero articolo qui di Ubaldo Villani-Lubelli Pubblicato su L'Occidentale, 25.08.2011

E' morto Loriot, il grande comico tedesco

Immagine
Chiunque abbia mai avuto a che fare con i tedeschi, non può non aver sentito, almeno una volta, un commento su Loriot . Non tutti lo amavano, ma tutti lo citavano. Ho incontrato tedeschi che conoscevano a memoria le battute più note ed i suoi dialoghi più esilaranti. Loriot era il comico tedesco per eccellenza, quello che più e meglio di ogni altro ha rappresentato la società e la cultura tedesca degli ultimi decenni. I suoi film ed i suoi sketch televisivi sono parte della cultura tedesca contemporanea e sono indispensabili per comprendere a fondo la comicità, a voltaìe solo nascosta, del popolo tedesco. Pur nella sua diversità, potrebbe essere paragonato ad un altro grande comico italiano: Loriot è stato per i tedeschi quello che è stato Totò per noi italiani. Lunedì sera, all'età di 87 anni, il più grande comico tedesco Vicco von Bülow alias Loriot è morto nella sua casa. I principali giornali lo ricordano così : Die Welt: Con Loriot i tedeschi hanno scoperto il loro um

Bundesliga ... domina l'equilibrio

Immagine
La terza giornata della Bundesliga è segnata dalle vittorie del Borussia Mönchengladbach (4-1 sul Wolfsburg), del Bayern München (5-0 contro l'Hamburg), dal 2-0 dei campioni in carica del Borussia Dortmund sul Nürmberg e dallo spettacole 5-3 del Werder Bremen contro il Freiburg. Molto bello anche il 4-2 dello Schalke 04 in casa del Mainz. La squadra di Raul e Huntelaar ha rimontato il 2-0 con cui si era concluso il primo tempo. Vincono anche l' Hoffenheim in casa dell'Augsburg (2-0) ed il Bayer Leverkusen in casa dello Stuttgart. Gli unici due pareggi, entrambi finiti 1-1, sono tra Köln e Kaiserslautern e tra Hannover ed Hertha Berlin. La classifica vede, a questo punto, Borussia Mönchengladbach e Hannover a 7 punti seguite da ben sette squadre (Bayern München, Schalke 04, Werder Bremen, Borussia Dortmund, Hoffenheim, Mainz e Bayer Leverkusen). Chiudono la classifica Freiburg , Hamburg e Köln con un solo punto. Rispetto allo scorso anno che vide la partenz

In Germania avere "due capitali" è stato inutile e costoso

Immagine
Vi riproponiamo un nostro articolo uscito su L'Occidentale il giugno scorso e ripreso nell'edizione agosto-settembre de Il Borghese di Claudio Tedeschi con il titolo Ein Reich, eine Hauptstadt. Dell'ultimo numero de Il Borghese ne ha parlato, in termini elogiativi, Il Foglio di Giuliano Ferrara nell'edizione di sabato 20 agosto 2011. Modello-Germania, ovvero la formula magica buona in ogni contesto. Che si parli di riforma delle pensioni, di sistema elettorale, di crescita economica o di struttura dello stato, l’importante è richiamarsi alla Germania che è sempre e comunque un modello da seguire. È questa la nuova frontiera del politicamente corretto. È indubbio che la Germania abbia numerosi aspetti positivi e che possa essere un punto di riferimento per molti stati occidentali, ma da qui a trovare un modello tedesco su tutto è forse esagerato, oltre che inappropriato. In questo senso, l’ultimo caso dell’improprio confronto con la Repubblica Federale Tede

Merkel-Sarkozy: un governo comune dell'eurozona, ma senza eurobond

Crisi delle borse, crescita tedesca che si ferma inaspettatamente e discussione sugli eurobonds con Angela Merkel che rischia una “rivolta” civile in patria. E’ questo il contesto economico e politico in cui si è svolto, ieri, il vertice franco-tedesco a Parigi, particolarmente atteso per la questione legata agli eurobonds. Proprio su questi ultimi la discussione è delicatissima e gli equilibri potrebbero saltare da un momento all’altro, nei singoli paesi come a livello europeo. Se la Germania dovesse cedere sugli eurobonds si scatenerebbero numerose proteste, già annunciate. Una parte della stampa tedesca è sul piede di guerra. Un commento di Heinke Göbel sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ, 15 agosto), “L’illusione degli eurobonds”, dimostra come nella società tedesca cresca il fronte contrario ad essi. Sempre sulla FAZ (16 agosto) l’economista Fuest, professore ad Oxford e membro del Consiglio scientifico del Ministero delle Finanze tedesco, si è apertamente schi

Bundesliga ... nel segno di Raul

Immagine
Ieri si è conclusa la seconda giornata della Bundesliga. Il Bayern Monaco vince, a fatica (e con molta fortuna) all'ultimo minuto in casa del Wolfsburg , i campioni in carica del Borussia Dortmund perdono in casa dell'Hoffeheim, l'FC Mainz si conferma in casa del Friburgo e resta così in testa alla classica con 6 punti insieme all' Hannover che ha espugnato il campo del Norimberga . Vince anche il Bayer Leverkusen in casa contro un discreto Werder Brema . Finiscono in parità le sfide tra Ambrugo e Herta Berlino (2-2), tra il Borussia Mönchengladbach e lo Stoccarda (1-1) e tra il Kaiserslautern e l' Augsburg (1-1). La partita più interessante è stata però il confronto tra lo Schalke 04 e il Colonia , finito 5-1 per i padroni di casa con tripletta di Huntelaar e bellissimo gol di Raul . In testa alla classifica ci sono Mainz ed Hannover con 6 punti, seguite da Stoccarda e Borussia Mönchengladbach con 4 punti . Con tre punti, tra gli altri, Wolfs

Il Muro di Berlino, una ferita non ancora rimarginata

Inizialmente non era un vero e proprio muro, ma un fitto filo spinato attraverso il quale molti cittadini dell’Est cercarono, ed in molti casi trovarono, la fuga verso il democratico Occidente. Iniziato ad essere costruito il 13 agosto del 1961, alla fine, il Muro di Berlino era costituito da 45mila blocchi di cemento armato, lungo ben 160 km ed alto 3,5 metri. A formarlo, in realtà, erano due muri a breve distanza uno dall’altro con in mezzo la famosa erba di Stalin, un “prato” di spine. Il Muro di Berlino divise famiglie, amicizie, parenti, lavoratori, un’intera città e un unico popolo. Furono chiuse finestre, portoni, porte. Strade e vicoli furono interrotti improvvisamente. In alcuni casi la gente che lavorava nell’altra parte di Berlino, perse anche il lavoro. I parenti divisi tra Est ed Ovest, da un giorno all’altro, si potevano sentire solo (ma non sempre) per telefono e non più vedere ed incontrare. “Du bist so nah und doch so fern” (Tu sei così vicino eppure cos

13 agosto 1961 - viene costruito il Muro di Berlino

Immagine
50 anni fa, il 13 agosto 1961, veniva costruito il Muro che divise Berlino per ventotto anni, fino al 9 novemebre 1989. Inizialmente era solo un fino spinato e qualche mattone ... successivamente circondò Berlino Ovest , nel cuore della DDR, con un muro di 160 km ed alto oltre 3 metri e mezzo. Vi segnaliamo una nostra selezione di link per ricordare questo avvenimento - domani vi proporremo un articolo che uscirà sul web-giornale L'Occidentale. Duetsche Welle propone una bellissima ricostruzione in 3D del Muro di Berlino, "Eingemauert" : vedi Con il seguente video, la ZDF (la seconda rete tedesca) ci offre una retrospettiva sul cinquantenario della costruzione del Muro: vedi Per sapere tutto sulla storie del muro di Berlino e sulle manifestazioni di commemorazione nella capitale tedesca, visitate questi due siti : http://www.berliner-mauer-gedenkstaette.de/ e http://www.50jahremauerbau.de/ Lo Spiegel offre una ricostruzione di quel 13 agosto 1961

Il cielo (nero) sopra Berlino - Le difficoltà di Angela Merkel

Immagine
Angela Merkel è un mistero . È questo il giudizio netto di Cicero, il principale mensile tedesco di politica. Dopo sette anni alla guida della Germania, non è ancora chiaro dove vuole andare e cosa vuole ottenere. Si tratta, forse, di una sentenza troppo impietosa che non tiene in debito conto le difficoltà che Angela Merkel ha dovuto affrontare a livello internazionale da quando, nel 2009, ha iniziato a governare con i suoi alleati naturali, i liberali. Ricordiamo, infatti, che il primo Governo Merkel fu quello della famosa Grande Coalizione con i socialdemocratici (SPD). L’analisi di Cicero è, in ogni caso, confermata dagli elettori che hanno bocciato la coalizione di centro-destra (cristiano democratici e liberali) in tutte le più significative elezioni regionali che si sono tenute negli ultimi due anni, tra le quali è bene ricordare quelle nel Nord Reno Westfalia, ad Amburgo e nel Baden-Württemberg. Più di recente, poi, l’autorevolissimo e seguitissimo Deutschland

Germania-Brasile 3-2 - euforia tedesca!

Immagine
Ieri, a Stoccarda, si è svolta l'amichevole tra Germania e Brasile. La giovane e spettacolare nazionale di Löw ha vinto per 3 a 2. Per la Germania hanno segnato Sebastian Schweinsteiger (Bayern München), Mario Götze (Borussia Dortmund) e André Schürrle (Bayer Leverkusen). Vi proponiamo gli Highlights della partita dalla prima rete televisiva tedesca ARD. http://www.youtube.com/watch?v=lbFcvNz5DJM A proposito di nazionale tedesca vi riproponiamo un articolo uscito su L'Occidentale pubblicato durante l'ultimo mondiale in Sudafrica. Leggi articolo

Berlino, la nuova capitale d'Europa

Immagine
Il 20 giugno del 1991, a poco meno di due anni dalla caduta del Muro di Berlino, il Parlamento tedesco, allora ancora a Bonn, decise che le sedi del Parlamento e del Governo dovevano essere trasferite a Berlino. Non fu un esattamente un giorno di festa. La maggioranza fu risicata: 338 favorevoli e 320 contrari e non mancarono le polemiche. Ci furono contrasti non solo tra i vari partiti ma anche al loro interno e molti dipendenti pubblici non accettarono senza polemiche la prospettiva di doversi trasferire a Berlino. In molti, infatti, preferivano restare a Bonn. Ancora oggi, del resto, molti dirigenti pendolano tra la vecchia e la nuova capitale - con enormi costi per lo Stato come recentemente ricordato dalla Süddeutsche Zeitung (27.10.2010) - e alcuni ministeri sono divisi tra Berlino e Bonn. Al tempo era del tutto comprensibile lo scetticismo tra coloro che dovevano trasferirsi. Berlino era un’incognita, una città che doveva ritrovarsi e re-inventarsi. Con quel

9 Novembre 1989 - La caduta del Muro di Berlino

Costruito nella notte tra il 12 ed il 13 Agosto del 1961, lungo 160 km e alto 3,5 m, il Muro di Berlino venne abbattuto il 9 novembre 1989. La costruzione fu rapida, fulminante e improvvisa. Il muro divise famiglie, amicizie, lavoratori, un’intera città e un unico popolo. Così come fu costruito, così cadde: inaspettatamente, improvvisamente e velocemente. Il 9 novembre di vent’anni fa nessuno avrebbe potuto immaginare che in quella notte, sarebbero stati aperti i confini. Il regime era tuttavia da tempo sotto assedio ed in crisi: il 2 maggio in Ungheria inizia lo smantellamento della cortina di ferro con l’Austria, il 18 giugno in Polonia Solidarnosc ottiene la maggioranza assoluta, il 6 luglio Gorbaciov parla al Consiglio d’Europa del progetto di una “casa comune europea”, l’8 ottobre a Lipsia ci fu la grande e pacifica manifestazione contro il regime, il 18 ottobre si dimette Erich Honecker, il segretario del Partito comunista della DDR e, infine, tra il 4 ed il 5 novembre lasciarono

Il calcio femminile noioso? Basta guardare il Mondiale per ricredersi

Il calcio non è da tempo uno sport per soli uomini. Per qualche oltranzista si tratterà di un’affermazione apocalittica, ma il Mondiale di Calcio femminile che si conclude oggi a Francoforte, in Germania, dimostra che la parità tra uomini e donne è già nei fatti – con buona pace per il movimentismo femminile e femminista. In Italia se ne sono accorti in pochi che contemporaneamente alla più famosa e seguita Coppa America si svolgeva, nel cuore dell’Europa, un Mondiale di Calcio. Una manifestazione sportiva che ha riempito gli stadi, occupato le prime serate dei principali canali televisive tedeschi e che ha mosso un business sicuramente inferiore ai mondiali maschili, ma in ogni caso non indifferente. Pensate che prima dell’inizio della manifestazione erano già stati venduti oltre 700 mila biglietti, circa l’80 per cento complessivo. Da quest’anno, poi, c’è addirittura un album di figurine disponibile, purtroppo, solo in Germania. Il Mondial

Una Quadriga interrompe la scalata di Putin a Berlino

Germania e Russia. Due Paesi molto diversi, i cui destini si sono molto spesso incrociati nella storia recente. In passato avevano condiviso l'orrore degli stermini di massa, come ricordato recentemente da un libro uscito in Germania, Bloodlands , in cui vengono descritti gli "Stati del sangue"governati da Hitler e Stalin, ma negli ultimi due decenni Germania e Russia hanno svolto un ruolo di prim'ordine nello scacchiere internazionale. Il rapporto tra le due nazioni è, ancora oggi, difficile e controverso nonostante i numerosi passi avanti fatti grazie al cosiddetto "Petersburger Dialog", un progetto di cooperazione arrivato, ormai, all'undicesima edizione. Da una parte Germania e Russia hanno grandi interessi economici convergenti, ma dall'altra è evidente un certo malessere riguardo la situazione, non sempre cristallina, dei diritti umani in Russia. Nell'occhio del ciclone c'è sempre lui: Vladimir Putin. Che si parli di ener