Germania-Danimarca 2-1

Dovremmo soffermarci sui tanti lati positivi della Germania-che-vince all'Europeo: è la squadra più giovane, poco più 24 anni di media. E’ prima nel girone ed è l’unica che finirà a punteggio pieno la prima fase dell’Europeo, cosa mai successa nella storia delle presenze tedesche alla competizione europea. Eppure, anche ieri sera i ragazzi di Joachim Löw non hanno espresso al massimo le loro potenzialità. Anzi, la squadra è sembrata contratta, non sempre lucida e a volte anche noiosa. Intendiamoci, nessuno ha giocato al livello dei tedeschi, ad esclusione della Spagna che ha asfaltato l’Irlanda del Trap, ma in attesa di conferma stasera contro la Croazia. Ma se sotto il profilo del risultato di più non si poteva certo chiedere, il gioco profuso non è quello atteso: tanti passaggi (troppi, forse) sulla trequarti e pochi inserimenti. Escludiamo da questa descrizione i primi 23 minuti, cioè fino al momento in cui la Danimarca pareggia i conti, con Krohn-Dehli, il gol di Podolski
Ma in fondo, se agli italiani potrebbe risultare indigesto il "biscottone" che Spagna e Croazia rischiano di rifilargli, ai tedeschi la ciambella della fase a gironi riesce bene e col buco. Nove punti e primato che spianano la strada verso i quarti di finale, Grecia
permettendo.
Parte bene la Germania che al primo minuto mette paura al portiere danese, tirando con Müller di poco sopra la traversa. Poi, qualche minuto più tardi, è sempre l’attaccante tedesco a divorarsi un gol da pochi metri. E’ Podolski, invece, ad insaccare per la compagine tedesca: Müller mette al centro, Gomez di tacco prolunga per l’attaccante dall’anno prossimo in forza all’Arsenal, che non può sbagliare. Passano appena pochi momenti e la Danimarca porta tutto in parità: dopo un calcio d’angolo Bendtner ripropone al centro, dove Krohn-Dehli si ritrova la palla sulla testa e la devia in rete. 
Da questo momento in poi, la Germania gioca, si passa la palla, ha anche qualche buona occasione. Ma non affonda. E in un’occasione rischia anche grosso: al 50’ c'è  solo il palo a dire di no al danese J. Poulsen. Un gol mancato che poteva significare elminazione di Lahm e compagni.
In realtà, nemmeno la Danimarca propone un bel gioco e la partita nel secondo tempo inviterebbe a girare canale per guardare una più interessante Olanda-Portogallo, dove ad ottenere la vittoria che vale il pass per gli ottavi è la squadra del madrileno Cristiano Ronaldo.
Non vogliamo essere, credeteci, per forza critici con questa Germania. In fondo è una squadra giovane, ma al tempo stesso ben messa in campo. Ci piace, gioca con sicurezza e tiene le redini della partita sempre ben salde in mano; inoltre, vince e questo potrebbe essere sufficiente. Ma già in un’altra occasione abbiamo detto di aspettarci qualcosa in più. Il gioco mostrato non è pimpante, l’avversario è domato ma mai dominato e anche oggi la partita ha trovato la conclusione solo al minuto 79: un errore, uno dei pochi, della difesa danese libera il contropiede tedesco che viene finalizzato da Bender. L’incapacità nel chiudere prima le partite potrebbe essere un grosso limite per i tedeschi. O Forse, è un difetto su cui non occorre soffermarsi poi più di tanto. Infatti, nel 2006 vinse il mondiale una squadra, l’Italia, con un gioco non proprio spettacolare e mai al sicuro con il risultato. Quindi, alla Germania queste prestazioni potrebbero anche bastare. Solo una nota finale: lasciare troppo aperta la partita con la Spagna campione d’Europa e del Mondo in carica, però, potrebbe essere pericoloso…
Giuseppe De Lorenzo

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