La pesante eredità che ricevono i giovani


Vi propongo alcuni passaggi di un articolo di Kerstin Bund dalla Zeit del 6 settembre scorso. L'editorialista del settimanale tedesco entra nel dibattito su una possibile riforma delle pensioni in Germania, così come auspicata dal Ministro del Lavoro Ursula von der Leyen. Il Ministro ha posto all'attenzione dell'opinione pubblica il problema della povertà dei pensionati ed ha così proposto una pensione minima di base. La proposta di von der Leyen è stata molto criticata. Kerstin Bund critica il ministro rimproverandole che una riforma come da lei auspicata, ricade, ancora una volta, sulle spalle delle nuove generazioni.

Non può essere che tutti i problemi di questo paese vengano scaricati sulla generazione tra i 20 e i 35 anni che oggi cresce in Germania. A questa generazione viene rimproverato di non essere unita, di non avere un'identità e di non avere un'ideologia. Diversamente dalla generazione del dopoguerra, dai sessantottini o dalla Generazione-Golf*, questa generazione non ha neanche un nome. ...

Cosa è giusto, per esempio, nella discussione sulle pensioni?
È giusto che un lavoratore, che guadagna meno di 2500 euro lordi, dopo 35 anni di lavoro prenda una pensione di 688 euro? Non è giusto! Offende la nostra sensibilità e aspirazione ad una vita lavorativa finalizzata ad una pensione dignitosa. ...
La grande ingiustizia è che si pone il benessere degli anziani sulle spalle dei giovani. Si potrebbe dire che è normale in una società che invecchia. Ma il dominio degli anziani sui giovani non è altro che quello di coloro che non lavorano su quelli che lavorano.
Se la demografia determina la democrazia, prima o poi entra in gioco anche la solidarietà. Il patto generazionale si fonda sull'idea che la generazione più giovane si preoccupa per la più vecchia. Ma chi inizia oggi a lavorare è consapevole che in vecchiaia non gli spetterà gran che come pensione. Come si fa a spiegare ai giovani che oggi devono lavorare di più rispetto alla precedente generazione ma prenderanno, in futuro, molto meno? ...
Debiti, ambiente, demografia - questi sono i tre problemi che gravano sulla generazione di oggi. Eredita debiti in enorme quantità che sono stati lasciati dai propri genitori che pur di mantenere un alto tenore di vita spesso non si sono preoccupati di risparmiare. Noi giovani non dobbiamo soltanto pagare i loro debiti, dobbiamo anche salvare l'ambiente che non è stato tutelato dai nostri genitori per il raggiungimento di una sempre maggiore crescita e per garantirsi il proprio crescente benessere. E poi dovremmo anche procreare molto velocemente perchè i nostri genitori hanno messo al mondo troppi pochi bambini. Qualcos'altro ancora?
Ciò che la mia generazione deve realizzare, è in evidente contraddizione con il proprio stile di vita che è caratterizzato dall'insicurezza. I giovani non credono più a ciò che viene loro promesso, ovvero che loro vivranno meglio dei propri genitori. Hanno imparato che una maggiore produttività non significa maggiore sicurezza. Si sono abituati a rapporti di vita instabili, a contratti a tempo determinato, a cambiare costantemente lavoro. Per loro il tempo passa da una crisi ad un'altra.
Perché la nuova generazione dovrebbe creare qualcosa per sistemare i debiti del passato se é consapevole della mancanza di prospettive? La montagna è troppo grande per essere scalata. C'è un sentimento di pericolosa impotenza che avvolge la mia generazione e che può facilmente sfociare in rabbia. E la rabbia è veleno per la nostra comunità solidale.
Cosa fare? Sciogliere il patto generazionale? No, ma renderlo più equo e giusto. ... L'inizio potrebbe essere una pensione base che possa essere finanziata da tasse pagate da tutti. Sarebbe un piccolo passo verso una maggiore giustizia tra le generazioni. Per una grande giustizia sarebbe necessaria una ribellione. ... (traduzione di Ubaldo Villani-Lubelli)

 Kerstin Bund

* la generazione-golf è quella che, in un certo senso, si identifica con la nascita della Golf da parte della casa automobilistica tedesca Volkswagen.
twitter @uvillanilubelli

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