Legge elettorale: Quanto è tedesco il Germanicum?

La nuova proposta di legge elettorale depositata da Giuseppe Brescia (M5S) in Commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati si ispira apertamente al sistema elettorale tedesco sebbene ne resti, in alcuni aspetti fondamentali, molto distante. 
Iniziamo prima a capire come funziona la legge elettorale in Germania che è molto più complessa di quanto normalmente venga affermato.
Nella Repubblica Federale tedesca ogni elettore può esprimere due voti. Il 50 per cento dei rappresentanti al Parlamento (Bundestag) viene eletto con il primo voto, con il quale si sceglie il singolo rappresentante in un determinato collegio elettorale. Il candidato che prende più voti vince. Non ci sono coalizioni, ogni partito si presenta per sé. Si tratta, più o meno, di collegi maggioritari. Con il secondo voto, invece, l’elettore esprime una preferenza al partito a cui è collegata una lista di candidati su base regionale. Non si esprime la preferenza, ma solo il voto al partito. In altre parole si tratta di liste bloccate. È permesso il voto disgiunto tra primo e secondo voto

Il Parlamento (Bundestag), che è l’unico organo federale eletto direttamente dal popolo, non ha un numero fisso di parlamentari, ma solo un numero minimo: 598. Quindi 299 parlamentari sono eletti con il primo voto e altrettanti con il secondo voto. Il numero dei parlamentari può aumentare rispetto al numero minimo (598) in base alle regola dei cosiddetti mandati in eccesso. Se in un Land, un partito, con il primo voto, ottiene più seggi di quanti gliene spetterebbero in virtù del secondo voto (proporzionale), allora aumenta il numero degli eletti negli altri partiti nella lista collegata al secondo voto al fine di garantire la proporzionalità complessiva tra gli eletti nel primo e nel secondo voto. In questo senso il sistema ha un forte impianto proporzionale in quanto la conseguenza è che il partito che ha preso molti voti nel primo voto (cioè nei collegi) e di conseguenza, come accade spesso, riesce a eleggere un numero considerevole di mandati diretti si vedrà eleggere in proporzione un numero minore di rappresentati nella parte proporzionale a favore degli altri partiti che nei collegi non sono riusciti a eleggere nessuno (o pochi) rappresentanti. Il secondo voto diviene, di fatto, il più rilevante per due motivi tra essi strettamente collegati: 
  1. stabilisce i rapporti di forza tra i partiti; 
  2. È decisivo perché è prevista una soglia di sbarramento del 5 per cento sotto la quale un partito non ha diritto ad avere rappresentanti in Parlamento ed essa si calcola appunto sul secondo voto. 
Esiste, tuttavia, una sorta di diritto di tribuna: se un partito vince almeno in tre collegi uninominali (‘primo voto’) allora, a quel partito, non si applica lo sbarramento. Oltre ai tre (o più) candidati vincenti avrà diritto ad avere tanti rappresentati in proporzione dei voti presi sulla base del secondo voto. Se poi un partito ottiene uno o due mandati diretti (cioè non arriva a tre) vincendo nei collegi uninominali, ma non supera il 5 per cento con il secondo voto, i candidati vincenti nei collegi hanno diritto comunque al seggio in Parlamento (Bundestag), ma il partito non avrà i rappresentati delle liste collegate al ‘secondo voto’, ovvero alla quota proporzionale. 

Ora, fin qui abbiamo visto, in sintesi, il sistema elettorale tedesco. Il Germanicum di cui si discute in questi giorni in Italia è un’altra cosa (più o meno). Esso riprende l'impianto proporzionale ma esclude la parte maggioritaria. Se in Germania si esprimono due voti, in Italia, con il Germanicum, qualora fosse approvato, si esprimerà un solo per la Camera e un solo per il Senato (In Germania la seconda Camera non è elettiva). D’altra parte, il Germanicum recepisce la soglia di sbarramento al 5 per cento e prevede anch’esso il diritto di tribuna che, tuttavia, non prevedendo i collegi uninominali, viene applicato nel caso in cui un partito supera la soglia in almeno due circoscrizioni in due regioni diverse. Il Germanicum prevede infatti l’eliminazione dei collegi dell’attuale legge elettorale ma non delle circoscrizioni.
Rispetto al sistema tedesco in Italia abbiamo tre differenze con cui bisogna fare i conti e che certamente appaiono al momento di notevole importanza. La prima è che in Italia, diversamente dalla Germania, vige il bicameralismo perfetto ed entrambi i rami del Parlamento sono organi eletti (il Senato inoltre deve essere eletto su base regionale). La seconda è che in Germania, come abbiamo detto, esiste un numero minimo di parlamentari (598) ma non un numero massimo perché appunto la legge prevede che il numero di eletti nella parte proporzionale (secondo voto) aumenta per garantire la complessiva proporzionalità (il numero dei parlamentari eletti nei collegi è invece fisso). In Italia, al contrario, il numero è fisso e stabilito dalla Costituzione. La terza differenza non riguarda la legge elettorale ma ne è in qualche modo collegata e consiste nell'istituto della sfiducia costruttiva secondo cui un governo può essere sfiduciato da una colazione solo se al contempo se ne proporre un’alternativa (art. 67 della Legge Fondamentale, Grundgesetz).
Come si vede la questione è molto complessa. Assimilare il Germanicum alla Germania è certamente discutibile. Ci sono, inoltre, due grandi paradossi. 
1. Se si voleva prendere a riferimento il modello tedesco, premesso che ci sono alcune differenze strutturali, il modo più facile per avvicinarsi alla legge elettorale tedesca era prevedere il voto disgiunto (ovvero il doppio voto) all’attuale legge elettorale italiana in vigore (Rosatellum) che già prevede collegi e liste bloccate.

2. Il secondo paradosso è che il Germanicum si ispira ad una legge elettorale che proprio in Germania è messa in discussione. Il Presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble ha invitato più volte i parlamentari a legiferare per riformare la legge elettorale che per il numero di deputati che fa eleggere è considerata un problema. Nell'attuale parlamento vi sono ben 709 parlamentari. Un numero esorbitante, il più alto della storia della repubblica, e che pone addirittura problemi di sicurezza e di capienza per l'attuale Reichstag (sede del Bundestag). In alcuni casi il Reichstag deve addirittura essere chiuso alla visita della famosa cupola da parte dei turisti in quanto in caso di incendio non è garantita una sicura e rapida evacuazione. 


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