Verdi tedeschi (e austriaci) e M5S, un destino uguale e contrario
Il 2020 è un anno importante per il partito dei Verdi nell’area del centro-nord Europa. In Austria sono per la prima volta al governo nazionale con i conservatori di Sebastian Kurz; una novità rilevante considerata la matrice di sinistra dei Grünen austriaci.
In Germania i Verdi festeggiano i loro quarant’anni vivendo il momento di massimo consenso elettorale della loro storia ormai non tanto recente. In quattro decenni l’evoluzione dei Verdi in Germania ha qualcosa di unico. Entrati in Parlamento come movimento antisistema si sono evoluti fino a diventare uno dei principali pilastri della politica tedesca. Hanno governato come partner di minoranza con i socialdemocratici nei due governi di Gerhard Schröder (1998-2005), governano dal 2011 il Baden-Württemberg con un loro presidente in coalizione con la CDU e governano come alleati di minoranza in nove altre regioni tedesche in costellazioni partitiche differenti. Dialogano con tutti tranne che con la destra di AfD.
Hanno raggiunto una tale maturità politica che la competenza della classe dirigente dei Verdi è riconosciuta pressoché unanimemente in Germania, al di là delle loro idee che vengono spesso criticate da alcuni specifichi gruppi sociali.
La storia dei Verdi, che da partito antisistema è diventato partito di governo, ricorda, in parte, la vicenda del M5S in Italia. Premesso che nel caso italiano il M5S ha un’età molto più giovane, si può tracciare un parallelismo. Il M5S nasce anche come forza ecologista (una delle cinque stelle era l’ambiente) e nel 2013 entra nel Parlamento ‘per aprirlo come una scatoletta di tonno’.
Una differenza chiara tuttavia è che mentre i Verdi tedeschi fino a ora sono stati un partito di minoranza, spesso il gruppo parlamentare più piccolo, il M5S è presto diventato il primo partito italiano, sia nel 2013 sia nel 2018. I 5S hanno bruciato le tappe. In poco tempo hanno raggiunto quello che i Verdi riuscirono a realizzare in 18 anni, dalla fondazione nel 1980 al primo governo Schröder del 1998.
Eppure i 5S avrebbero molto da imparare dai Verdi. Non solo dai contenuti, in quanto il M5S potrebbe mettere al centro del suo programma di partito e di governo lo sviluppo sostenibile e il contrasto al cambiamento climatico - tema sostanzialmente assente nel dibattito italiano - ma anche relativamente all’approccio alla politica.
I Verdi hanno abbandonato quel qualunquismo antisistema e il disprezzo per alcuni partiti pur mantenendo un’anima movimentista. Nel tempo hanno reso quella massa scomposta di movimenti ambientalisti, femministi, pacifisti e cristiani di sinistra del 1980 una classe dirigente competente e credibile tanto che nel 2013 (e nel 2017) la Cancelliera Merkel avrebbe molto volentieri governato con loro.
Dal 2013 a oggi il M5S è certamente cambiato sotto molti punti di vista, ha assunto responsabilità di governo anche se alcuni suoi rappresentanti continuano a farsi interpreti di un certo massimalismo ideologico spesso inconcludente.
In un’intervista alla Bild (12 gennaio 2020) il presidente del Bundestag tedesco Wolfgang Schäuble ha sottolineato come l’evoluzione dei Verdi dimostri quanto sia innovativo, adattabile e allo stesso tempo stabile il sistema politico. Dimostra che l’affermazione secondo cui i critici del sistema non hanno alcuna possibilità di influenzare il sistema stesso è semplicemente falsa. Questo vale per la Germania (e l’Austria) come per l’Italia.
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