Tutti pazzi per Klose
C'era
chi lo dava calcisticamente per morto e, invece, in poco più di una
stagione ha già incantato l'Italia. Miroslav Klose ha riposto ai tanti
scettici sul suo arrivo in Serie A a suon di gol. Considerato vecchio ed
ormai scaduto, quest'anno in 17 gare ha già realizzato 10 gol, due soli
in meno di quelli messi a segno nella prima stagione con la maglia
della Lazio. Precisione e puntualità (tedesche) con la rete sono le caratteristiche
più evidenti, ma non gli unici pregi di un campione capace di
risollevarsi dopo l'ultimo – difficile - anno in Bundesliga. Con Luis
van Gaal alla guida del Bayern Monaco, Klose venne lasciato ai margini
della panchina: solo 6 reti e troppi pochi minuti per chi è a un passo
dal battere il record di 68 gol con la maglia della nazionale
tedesca, detenuto da Gerd Müller.
Arrivato a Roma a parametro zero, è stato
capace di trasformare i numerosi dubbi in una certezza: con o senza di
lui, la differenza si vede. Spesso decisivo e sempre professionale,
“Miro” Klose alla fine di ogni allenamento si concede un bagno nel
ghiaccio per sconfiggere gli anni che passano. “Ha dimostrato di essere
un grande”, ha detto di lui Löw, allenatore della nazionale tedesca, per
difenderlo dalle numerose critiche ricevute nel tempo. Quelle di chi lo
credeva finito, quelle di chi lo accusò di non essere mai decisivo nelle
partite importanti e quelle di un calcio che era riuscito a metterlo da
parte quando aveva ancora molto da dire. E, questo, lo sta dimostrando:
i gol e l'ultimo guizzo nello scontro diretto contro l'Inter ne sono
la prova.
Ma lo sport italiano è colpito non solo dal giocatore, anche dall'uomo. Ricorderete la confessione all'arbitro del gol realizzato di mano, che gli è valsa il plauso (quasi) unanime del mondo del calcio. Non bastano – quindi - i
numeri a raccontare un campione vero, che con la Lazio si sta
conquistando, ancora una volta, i meritati riconoscimenti.
Giuseppe De Lorenzo
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