Il duello: Merkel contro Steinbrück


Settimana di congressi in Germania. Ad Hannover, dopo i cristiano-democratici,  è stato il turno dei socialdemocratici. In entrambi i casi, sempre nella capitale della Bassa Sassonia, sono stati incoronati, rispettivamente, Angela Merkel e Peer Steinbrück. Con dieci mesi di anticipo è iniziato il duello elettorale. Ma un primo (parziale) bilancio si potrà già trarre il prossimo 20 gennaio con le elezioni regionali in Bassa Sassonia. Lì dove ora governa il centro-destra (Cristiano democratici e liberali), i sondaggi danno in leggero vantaggio il centro-sinistra (Socialdemocratici e Verdi). E non si tratta di un Land qualunque. In Bassa Sassonia hanno governato Gerhard Schröder prima di diventare Cancelliere e Christian Wulff prima di essere eletto Presidente della Repubblica. Si tratta di un Land strategicamente molto rilevante.

Ad Hannover, dunque, a distanza di pochi giorni, Angela Merkel e Peer Steinbrück si sono sfidati ed entrambi sembrano godere del largo ed incondizionato appoggio dei loro partiti. Angela Merkel con un consenso bulgaro di quasi il 98 per cento, Peer Steinbrück con quasi il 94 per cento dei voti non è stato, comunque, da meno.
Tuttavia, la condizione con cui i due contendenti al Cancellierato tedesco si avvicinano alle elezioni, è molto diversa. Iniziamo da Peer Steinbrück.
La candidatura di Steinbrück risale a molto tempo fa. La prima tappa è nel maggio del 2011 quando la rivista conservatrice Cicero indicava proprio in Peer Steinbrück l’uomo forte di cui i socialdemocratici avevano bisogno. Nell’autunno dello stesso anno, poi, è stato il padre nobile della SPD, Helmut Schmidt, a sponsorizzarlo come candidato ideale al Cancellierato. I due hanno anche pubblicato un libro insieme. Non mancarono polemiche per questa presa di posizione da parte dell’ex Cancelliere tedesco. Ma la decisione del partito è arrivata soltanto nel settembre scorso. Steinbrück è stato scelto, a dire il vero senza particolari conflitti, tra un trio di nomi di cui facevano parte anche Sigmar Gabriel, che non sembra avere l’appeal giusto per essere candidato cancelliere, e Frank Walter Steinmeier, che ha già avuto la sua occasione nel 2009 portando però la SPD al minimo storico. L’elezione ufficiale di Steinbrück è così arrivata al congresso straordinario di domenica. Nonostante fosse il più anziano dei tre era l’unico candidato sponsorizzato anche dagli stessi Gabriel e Steinmeier, soprattutto per le sue competenze economico-finanziarie. Steinbrück è già stato Ministro delle Finanze, tra l’altro al tempo del primo governo Merkel, quello della Grande Coalizione, venendo apprezzato non solo in Germania ma anche all’estero. Proprio in virtù di questa sua passata esperienza nel gabinetto Merkel, però, ha giurato più volte che non accetterà una grande coalizione e che punta ad un governo con i Verdi.
Nel frattempo, però, Steinbrück è un candidato che ha dovuto fronteggiare numerosi attacchi, sembra già azzoppato e sulla difensiva. Il leader della SPD, infatti, guadagna milioni di euro tenendo discorsi a circoli di lobbysti e gruppi esclusivi. Entrate aggiuntive oltre al suo stipendio di parlamentare che hanno scatenato un accesso dibattito. Una questione strettamente collegata al tema della trasparenza in politica. Secondo gran parte dell’opinione pubblica tedesca (stimolata in particolare dai pirati), i  cittadini devono sapere quanto guadagna un politico e da dove riceve i suoi guadagni aggiuntivi. Nel caso di Steinbrück non si tratta di qualcosa di illegale, ma ciò che si è rimproverato al socialdemocratico è stato, appunto, la mancanza di trasparenza.
Anche nei sondaggi Peer Steinbrück non sembra essere riuscito ad entrare nel cuore dei tedeschi per quanto si sforzi a presentarsi in modo informale e simpatico come ha fatto prima del congresso andando al mercato natalizio di Hannover. La SPD, con il 30 per cento, resta ampiamente dietro l’Unione (CDU/CSU) che si assesta al 39 per cento. Un distacco che sarà difficile da colmare nei prossimi mesi. Secondo l’ultimo Deutschland Trend della prima rete statale tedesca (ARD) Angela Merkel resta il politico di cui i cittadini tedeschi (ben il 60 per cento) sono maggiormente soddisfatti. Steinbrück è fermo al 48 per cento, preceduto, tra l’altro, da due altre personalità di peso della SPD, Hannelore Kraft, Presidente del Nord-Reno Westfalia e il già citato Frank Walter Steinmeier. Sempre secondo una proiezione del Deutschland Trend, se ci fosse l’elezione diretta, Merkel avrebbe il 49 e Steinbrück il 39 per cento. Nonostante questi risultati il candidato della SPD al congresso di Hannover, non ha lasciato trasparire alcuna incertezza. Ha più volte affermato che essere popolari come lo è Angela Merkel, non significa essere, automaticamente, i più votati. Steinbrück si è concentrato, giustamente, sull’insoddisfazione crescente e molto diffusa nei confronti di un governo di centro destra che non sembra aver convinto e soddisfatto i cittadini tedeschi. Il paradosso, però, è che se il governo federale viene giudicato molto negativamente, in termini di consenso Angela Merkel e l’Unione non sembrano perdere voti. A pagare questo malcontento sono solo i liberali che, al momento, non entrerebbero nemmeno in parlamento.
Steinbrück, nel suo discorso, lungo ben 105 minuti, ha cercato di presentarsi come un credibile candidato interprete dei valori socialdemocratici. Uno sforzo non irrilevante per una persona con idee non sempre in sintonia con quelle dell’apparato di partito. Steinbrück ha sottolineato come la SPD si spenderà per una rinascita dell’economica sociale di mercato, per la giustizia sociale e per l’ambientalismo. Il tema centrale è stato proprio la giustizia alla quale il candidato socialdemocratico ci tiene molto tanto che un’intervista alla Süddeutsche Zeitung il giorno prima del congresso, si è quasi proposto come il candidato della giustizia. Steinbrück si è anche detto contrario alle flexi-quote rosa (sostenute dalla CDU) a cui preferisce le tradizionali quote rosa. Non ha risparmiato, naturalmente, qualche attacco ad Angela Merkel ed al discorso tenuto dalla Cancelliera durante il congresso della CDU. Merkel aveva sostenuto che il suo governo era quello di maggior successo dalla riunificazione della Germania. Steinbrück ha aggiunto “selten so gelacht”, raramente così deriso. Ed ancora: La CDU di Angela Merkel si è trasformata in una semplice macchina di potere, ma il mantenimento del potere stesso, sostiene Steinbrück, non può essere il compito centrale dell’azione politica. Alla fine del suo discorso ha avuto ben undici minuti di applausi.
Diverso il caso di Angela Merkel, leader unica al comando del suo partito. Non c’è nessuno che rappresenti, oggi, lo spirito e l’anima della CDU più e meglio di Angela Merkel. Oggi la CDU si identifica totalmente nella donna venuta dall’Est. Proprio l’ultimo Deutschland Trend ha dimostrato come il valore aggiunto per la CDU sia proprio la sua leader. Ben il 44 per cento degli elettori della CDU voterebbero questo partito solo per sostenere e votare la Cancelliera. Discorso esattamente contrario tra gli elettori della SPD che voterebbero i socialdemocratici non tanto per il fattore-Steinbrück ma, più in generale, per i contenuti politici di cui la SPD si fa portavoce.  
Forte di otto anni di governo in cui la Germania è tornata ad essere locomotiva economica, modello e leader in Europa oltre che paese esportatore in crescita soprattutto verso i paesi delle economie emergenti, Merkel si appresta a guidare il governo federale per altri quattro anni. Al congresso non ha fatto altro che valorizzare e sostenere l’intero programma politico del governo in questi quattro anni. Ha rivendicato che con lei alla guida, la Germania ha il numero minimo di disoccupati, mai così pochi dal tempo della riunificazione. Ha difeso la svolta energetica, la politica per famiglia e soprattutto le sue scelte in Europa a difesa e sostegno dell’Euro, considerato come non semplicemente come una moneta ma come un elemento di unità e identità in Europa. Merkel ha voluto rafforzare, ancora una volta, l’alleanza con i liberali (FDP). Nonostante i minimi storici di consenso di cui gode attualmente la FDP, Merkel ha difeso quest’alleanza e incoraggiato anche i liberali stessi, perché sono loro i principali alleati con cui i cristiano-democratici intendono governare. Se effettivamente il governo nero-giallo potrà ancora guidare la Germania resta oggi improbabile.
Al momento, a dire il vero, nessuno sembra avere i numeri per governare. Né l’attuale maggioranza di governo, né l’opposizione, nonostante i dati molto confortanti dei Verdi che si assestano intorno al 14-15 per cento. Outsider sono e restano la Linke e i Pirati. La Grande Coalizione sembra l’unica concreta alternativa.
L’impressione è che tra i cristiano democratici ci sia maggiore fiducia, consapevolezza  e convinzione di poter continuare a governare. Il 40 per cento dei consensi di cui oggi gode l’Unione (CDU/CSU) resta, di fatto, una garanzia per Angela Merkel di continuare a governare il paese. Il mistero del suo successo è che negli ultimi anni ha perso molte delle elezioni regionali e locali ed anche nelle imminenti elezioni in Bassa Sassonia le prospettive non sono rosee. Ciò nonostante gode di ampio consenso.
Dall’altra parte la SPD sembra un partito che ancora deve riprendersi dalla fine dell’epoca di Gerhard Schröder. Da allora nessuno dei leader successivi è riuscito a ereditare la leadership dell’ex cancelliere tedesco. Non c’è stato un reale ricambio generazionale tanto che Peer Steinbrück con i suoi sessantacinque anni è il più anziano della storia dei candidati socialdemocratici ed il secondo, dopo Konrad Adenauer, in assoluto. Tuttavia, Steinbrück ha ancora la possibilità, come sottolineato dalla Süddeutsche Zeitung, di essere ricordato com il nuovo Willy Brandt (nel caso dovesse vincere), se dovesse perdere, al contrario, come un Rudolf Scharping qualunque.
La SPD, inoltre, non ha saputo sfruttare la crisi economica per farsi interprete delle esigenze delle fasce sociali più colpite dalla crisi. E’ pur vero, d’altra parte, che la Germania è sempre stato un paese conservatore dove i governi di centrosinistra sono stati un’eccezione.   
Alla fine del duello a distanza non restano tanto le differenze di contenuti, che sono francamente mancate nelle superficiali analisi dei due candidati, quanto i numeri buoni per media: 98 a 93 per cento di consensi a favore della Merkel, 11 minuti a 8 di applausi per Peer Steinbrück. In entrambi i congressi non era previsto alcun regolamento di conti, alcuna soluzione di conflitti interni (pur molto accessi soprattutto nella CDU) né elaborazione di nuovi contenuti politici. Sono stati più che altro una parata per i due candidati per prepararsi alle elezioni politiche, forti di un consenso “cubano”, come l’ha definito la stampa tedesca, all’interno dei rispettivi partiti. (Tratto da Liberal, 11 dicembre 2012)
twitter @uvillanilubelli

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