Norbert Röttgen, il Robert Redford della politica tedesca

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Il più debole dei tre candidati alla Presidenza della CDU è sicuramente Norbert Röttgen, Presidente della Commissione affari esteri del Bundestag ed ex stella del partito nei primi anni Duemila. La candidatura di Norbert Röttgen è arrivata un po’ a sorpresa anche se a una riflessione più attenta della storia della CDU e delle vicissitudini politiche di Röttgen, poteva essere prevista. 
Norbert Röttgen è stato l’enfant prodige di una generazione di politici della CDU che si affermava con l’inizio dei governi di Angela Merkel (2005). Purtroppo però la sua stella non ha mai veramente brillato e la sua vicenda politica è una lista di occasioni mancate. 
Nato nel 1965, parlamentare dal 1994, personaggio da sempre molto mediatico, può vantare una vaga somiglianza con l’attore americano Robert Redford. Röttgen faceva parte della famosa Pizza-connection, una rete di parlamentari dei cristiano-democratici e dei Verdi che a partire dagli anni Novanta si incontrava per trovare un’intesa tra i due partiti. In questo senso, indubbiamente, Röttgen è un prodotto politico del merkelismo, sebbene ne sia stato anche una vittima.

Ascesa e declino
Nel 2005, durante il primo governo Merkel, Röttgen è primo coordinatore del gruppo parlamentare dell’Unione (CDU/CSU). Nella legislatura successiva, diviene Ministro dell’Ambiente nel secondo governo Merkel ed è il momento di massimo successo di un Ministro che occupa le prime pagine dei giornali e che è considerato, insieme al Ministro della Difesa Karl Theodor zu Guttenberg (CSU), il rappresentante di una promettente nuova generazione di politici dell’Unione (CDU/CSU). Entrambi saranno destinati al declino. Se Karl Theodor zu Guttenberg scivolerà su un titolo di dottore di ricerca ottenuto grazie a una tesi plagiata, l’inizio della fine di Norbert Röttgen inizierà nel 2012 con la sconfitta alle elezioni regionali nel Nord Reno-Westfalia. Röttgen, che nel 2010 aveva sconfitto Armin Laschet (il terzo dei candidati attuali alla Presidenze della CDU) nella corsa alla guida del partito nella regione, venne sconfitto dalla Presidente uscente Hannelore Kraft (SPD) nelle elezioni regionali. Röttgen sbagliò completamente strategia durante la campagna elettorale che comunque avvenne in una fase politica oggettivamente difficile in quanto si svolse nel pieno della crisi europea dei debiti sovrani. Il governo Merkel, di cui Röttgen era Ministro, aveva un bassissimo indice di popolarità per le politiche di salvataggio degli Stati Membri indebitati. Röttgen perse nettamente portando la CDU al peggior risultato della sua storia nel Nord Reno-Westfalia. Dopo le elezioni lascerà il posto di Ministro a Peter Altmeier e la guida del partito nella regione al suo storico rivale, Armin Laschet, che cinque anni dopo vincerà contro la stessa Hannelore Kraft (SPD). Per Röttgen oltre il danno anche la beffa. 

La nuova vita
Dal 2012 decide di cambiare il proprio profilo politico. Consapevole di aver perso il treno per la scalata ai vertici del partito, assume un profilo più tecnico, si concentra sulla politica estera e dal 2014 presiede la Commissione affari esteri del Bundestag. In questa funzione è certamente ai margini del grande dibattito politico ma acquisisce una discreta competenza per gli affari esteri. Pur rappresentando sempre posizioni più o meno governative si ritaglia un ruolo che gli viene pubblicamente riconosciuto. Da europeista ed atlantista convinto, Röttgen ha preso posizioni importanti su tutti i grandi temi recenti di politica estera. In vista del congresso il destino l’ha aiutato ponendo al centro del dibattito pubblico molti temi legati alle dinamiche internazionali. Nelle ultime settimane Röttgen è stato tra i politici più richiesti nei talk show e, in generale, dai media tedeschi.
Commentando il fattaccio di Capitol Hill a Washington ha affermato, in una bella intervista alla Welt, che si è trattato “del risultato dell'incitamento di Donald Trump a prendere d'assalto il Parlamento. Non lo definirei un colpo di stato perché non si voleva rovesciare alcun governo”. Röttgen ha comunque duramente condannato le manifestazioni e criticato il Presidente USA.
Non ha lesinato qualche perplessità sull’accordo sugli investimenti commerciali tra Cina ed Unione Europea. Röttgen ha posto l’attenzione sulle condizioni di lavoro in Cina e sulla effettiva apertura del mercato cinese alle imprese europee. 

La questione femminile
Nel momento in cui comunicò ufficialmente la sua candidatura Röttgen dichiarò di volere al proprio fianco una donna come Segretario Generale del partito. Una scelta pubblicamente lodata e che corrispondeva al proposito di voler valorizzare figure femminili in un partito come la CDU che tradizionalmente è poco sensibile al tema, nonostante l’era Merkel. La giovane Ellen Demuth, nata nel 1982 e parlamentare regionale in Rheinland-Pfalz dal 2011, era stata designata per questo ruolo. Una figura indubbiamente promettente, ma forse un po' inesperta. In ogni caso, l’arrivo della pandemia, il doppio rinvio del congresso e il conseguente poco tempo per preparare le elezioni federali del prossimo 26 settembre gli hanno fatto cambiare idea. Se dovesse vincere la corsa alla Presidenza della CDU, come Segretario Generale resterà in carica Paul Ziemiak, un uomo. Da qui è nata una polemica, di cui ne ha scritto anche la Zeit, sul ruolo ancora troppo marginale delle donne nella politica tedesca. Ellen Demuth ha comunque confermato il suo appoggio a Röttgen e per lei è previsto un incarico del tutto nuovo e ancora poco definito di responsabile della strategia politica e di coordinamento di un gruppo per il rinnovamento della CDU. 


Contro Laschet
La candidatura di Röttgen alla guida della CDU è arrivata in anticipo rispetto ai suoi rivali, ha sorpreso tutti nei tempi e, come si è visto, ha origine negli anni in cui la politica tedesca era determinata dai burrascosi eventi politici nel Nord Reno-Westfalia. Forse è riduttivo definire la sua candidatura un dispetto al rivale storico Armin Laschet ma è certo che gli toglierà qualche voto. Del resto, Röttgen non potrebbe essere più diverso dall’altro sfidante, ovvero Friedrich Merz, ed è difficile immaginare che il profilo politico di Röttgen possa essere attraente per i potenziali seguaci di Merz. La prova è l’Unione delle donne della CDU che ha deciso di manifestare una doppia dichiarazione di voto: o per Röttgen o per Laschet. In sintesi, la candidatura di Röttgen, nonostante i sondaggi lo diano in grande ascesa, ha poche possibilità di successo, ma gli servirà per riconquistare un ruolo di peso nel partito … ed è un problema per Armin Laschet.

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