Elezioni in Assia: stress test per Merkel

Situata al centro della Germania, l'Assia è una regione dai grandi significati storici. Qui, nella provincia della città di Kassel, fu creato il marco, la moneta della Repubblica Federale e uno dei simboli della rinascita tedesca dopo la seconda guerra mondiale. In una ex caserma nazista occupata dalle forze americane un gruppo di economisti americani e tedeschi, letteralmente isolati dal resto del mondo (non avevano diritto a nessun tipo di contatto con l'esterno), realizzarono nella primavera del 1948 le condizioni giuridiche ed economiche per l'introduzione della moneta. Qui si è scritta una parte importante della storia tedesca del Novecento. Oggi, in Assia, a Francoforte, ha sede la potente Bundesbank e la Banca Centrale Europea.
Questa regione è famosa nel mondo anche perché ospita ogni cinque anni la più grande e controversa mostra di arte contemporanea al mondoDocumenta. Insomma, l'Assia è la regione più internazionale ed europea della Germania e non è un caso che domenica, insieme al rinnovo del parlamento regionale, sono previsti ben quindici referendum di riforma della costituzione del Land e tra questi, il più importante, prevede il rafforzamento del legame dell'Assia con l'Unione europea.
Proprio in questa regione dove si incrociano il passato e il futuro della Germania, il quarto governo Merkel si gioca il suo futuro. Diversamente dalla campagna elettorale in Baviera di due settimane fa la cancelleria qui si è spesa direttamente per sostenere il Presidente uscente, il suo fedelissimo Volker Bouffier che però governa con i Verdi e non con i socialdemocratici.
L'Assia non è esattamente un laboratorio politico come si potrebbe pensare. Questa regione è stata a lungo una roccaforte socialdemocratica dal secondo dopoguerra fino al 1999 (unica eccezione un governo di centra-destra dal 1987 al 1991). Dal 1999 in poi i cristiano democratici governano ininterrottamente, prima con i liberali (1999-2014) e dall'ultima legislatura con i Verdi, che da queste parti sono sempre stati molto forti tanto da aver già governato con i socialdemocratici dal 1984 al 1987 e dal 1991 al 1999.
sondaggi attualmente danno la CDU al primo posto con il 26-28 per cento, SPD e Verdi entrambi intorno al 20-22, l'estrema destra di AfD al 12-13, la sinistra (Die Linke) all'8 e i liberali al 7-8 per cento. Con questi risultati la maggioranza uscente (CDU-Verdi) guidata da Volker Bouffier è appesa a un filo. Le grosse perdite della CDU (11-12 per cento in meno rispetto a cinque anni fa), sarebbero solo in parte compensate dalla crescita dei Verdi (+10-11 per cento) di Tarek al-Wazir, di padre yemenita e madre tedesca. Per la SPD si prospetta un'altra preoccupante emorragia di voti (meno 8-9 percento), in crescita tutti gli altri: Linke (+4), liberali (+2-3) e AfD (+8).
Le elezioni di domenica sono un vero e proprio test per i partiti della grande coalizione. Del resto, per la SPD sarà difficile subire l'ennesima debacle elettorale senza ripensare il proprio ruolo nel governo di Berlino. Dall'esito delle elezioni dipenderà anche il destino di Angela Merkel. Sebbene la cancelliera abbia già fatto sapere che si ricandiderà alla guida della CDU al prossimo congresso di Amburgo del 7-8 dicembre, il risultato in Assia potrebbe cambiare gli equilibri all'interno del partito. Nel frattempo, la segretaria generale Annegret Kramp-Karrenbauer non ha escluso elezioni anticipate. D'altronde se dovesse sfaldarsi l'attuale maggioranza è difficile pensare ad uno scenario differente.
La successione alla cancelliera è già iniziata ma nessuno degli eredi (Annegret Kramp-Karrenbauer, di fatto erede designata dalla Cancelliera, e il giovane Ministro della Sanità Jens Spahn, storico antimerkeliano) è intenzionato, per ora, a muoversi per primo. I tempi sono ancora prematuri e nessuno dei due sembra pronto a raccogliere un'eredità enorme e difficile.

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