All'Oktoberfest servono birra amara
Le elezioni in Baviera confermano la crisi dei conservatori tedeschi. Anche nel più ricco Land tedesco, nel feudo dei cristiano-sociali (Csu), cambia la geografia del potere, ma il risultato di per sè non mette in discussione la Grande Coalizione a Berlino.
La Csu si ferma al 35 per cento e perde circa 12 punti percentuali. Al secondo posto si piazzano i Verdi con quasi il 19 per cento, più del doppio dei voti presi alle precedenti consultazioni regionali e federali nel Land. Al terzo posto si confermano i Freie Wähler che con l'11,5 per cento migliorano il già ottimo risultato di cinque anni fa. Entra per la prima volta nel parlamento regionale della Baviera l'estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD), che prende l'11%. Tuttavia, se alle elezioni di cinque anni fa ancora non esisteva (almeno in Baviera), alle elezioni federali di un anno fa, in questa regione, aveva ottenuto il 12,4 per cento. Pessimo risultato per i socialdemocratici (Spd), attorno al 10%, il peggior risultato della loro storia non solo in Baviera, ma in una regione della ex Germania Ovest. Ritornano nel parlamento regionale anche i liberali (5%) che cinque anni fa non raggiunsero la soglia di sbarramento. Rimane non rappresentata Die Linke (4%) che comunque raddoppia i voti rispetto alle elezioni del 2013.
Markus Söder, leader dei cristiano sociali e Ministro-Presidente uscente, ha ammesso la delusione per il risultato ottenuto, ma al contempo ha affermato di voler lavorare alla formazione di un Governo stabile. La Csu si trova nell'insolita condizione di dover cercare un alleato per poter governare. Dal 1966 ad oggi è accaduto solo una volta, dal 2008 al 2013. Le opzioni, dal punto di vista strettamente numerico, sono tre: Freie Wähler, Verdi o AfD. Dal punto di vista politico l'unica opzione realistica è un governo con i Freie Wähler, culturalmente e ideologicamente vicini alla Csu. Si tratta infatti di un partito indipendente, che non si riconosce nello schema destra/sinistra, ma che esprime valori liberal-conservatori, euroscettici, di chiusura rispetto alle politiche di accoglienza dei migranti e di rafforzamento delle culture tradizionali della regione. Hubert Aiwanger, storico leader del movimento, ha già detto, a caldo, che dovrà essere la Csu a cercarlo. Le trattative non saranno scontate. Esclusa invece, al momento, una coalizione fra i cristiano sociali e l'estrema destra di AfD. Molto più complessa un'alleanza di Governo tra Csu e Verdi, perché tra i due partiti c'è una distanza ideologica e politica siderale. I Verdi, inoltre, consapevoli del consenso ottenuto nella regione faranno pesare la propria forza.
Proprio il risultato ottenuto dai Verdi è certamente la grande novità di queste elezioni regionali. Testimonia un consenso che compensa le gravissime perdite della Spd. In questo senso non si può parlare esattamente di una svolta politica nella regione. Le forze conservatrici hanno confermato il proprio consenso, ma il risultato si è distribuito in tre partiti. Nel 2013 erano Csu (47,7), FW (9) e liberali (3,3); nel 2018 a Csu (35), FW (12) e liberali (5) si è aggiunta anche la AfD (10). Nel complesso la Baviera resta una regione in cui i partiti progressisti sono netta minoranza.
E il futuro di Angela Merkel? La Grande Coalizione a Berlino non sembra per ora in discussione. Andrea Nahles, leader della Spd, l'ha escluso. Il ministro dell'Interno Horst Seehofer nega l'intenzione di dimettersi. E se la perdita di consensi della Csu è stata netta, i cristiano sociali non sono scesi sotto la soglia psicologica del 35 per cento e non sono costretti a una difficilissima alleanza con i Verdi.
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