Ttip, pericolo o opportunità?
La sigla sta per Transatlantic Trade and Investment Partnership, in italiano Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti. Il TTIP è un trattato di libero scambio commerciale tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti d'America e riguarda circa 850 milioni di persone. Al momento sono in corso solo delle trattative, non c'è nulla di definitivo.
2) Cosa prevede il TTIP?
Il TTIP prevede l'abbattimento di dazi doganali per facilitare lo scambio commerciale tra imprese europee e americane. In realtà i dazi doganali tra UE e USA sono già molto bassi, mediamente il 3 per cento per le imprese europee che vendono in USA e il 5 per le americane che investono in Europa. Se entriamo nello specifico, ad esempio, per la vendita di automobili c'è un dazio del 2.5 per cento negli USA. Senza questo dazio ci potrebbe essere un risparmio di 650 milioni di euro all'anno. Per gli apparecchi elettronici c'è un dazio di appena l'1.9 per cento, ma l'abbattimento potrebbe portare comunque a un risparmio di 680 milioni di euro all'anno.
La liberalizzazione del mercato tra i due mercati (europeo ed americano) comporta però anche l'armonizzazione degli standard industriali e di sicurezza alimentare. Il pericolo è che ci sia un accordo al ribasso adeguando gli standard europei a quelli americani con un conseguente radicale abbassamento della qualità dei cibi per i cittadini europei.
Ma non si tratta solo di dazi. Una questione controversa è di come si dovranno sanare i conflitti. Nell'Unione Europea, infatti, sono vietati gli ormoni della crescita ed è vietato lavare i polli e i tacchini con il cloro, almeno se non si dimostra che non sia dannoso. Negli USA invece è esattamente il contrario. Queste pratiche possono essere adottate finché non si dimostra che siano dannose. Questa differenza rende molto problematiche le trattative. Se infatti sorgono dei contenzioni, in nome dell'assoluta deregolamentazione, non è previsto che si vada in tribunale. Commissione europea e Stati Uniti intendono inserire una clausola di risoluzioni delle controversie. In questo modo le imprese potranno aggirare i sistemi giudiziari ordinari e citare in giudizio direttamente i governi in collegi arbitrali speciali. Le sentenze (a porte chiuse e senza giudici terzi, ma solo nominati dalle parti in causa), inoltre, sarebbero irrevocabili.
Ma non si tratta solo di dazi. Una questione controversa è di come si dovranno sanare i conflitti. Nell'Unione Europea, infatti, sono vietati gli ormoni della crescita ed è vietato lavare i polli e i tacchini con il cloro, almeno se non si dimostra che non sia dannoso. Negli USA invece è esattamente il contrario. Queste pratiche possono essere adottate finché non si dimostra che siano dannose. Questa differenza rende molto problematiche le trattative. Se infatti sorgono dei contenzioni, in nome dell'assoluta deregolamentazione, non è previsto che si vada in tribunale. Commissione europea e Stati Uniti intendono inserire una clausola di risoluzioni delle controversie. In questo modo le imprese potranno aggirare i sistemi giudiziari ordinari e citare in giudizio direttamente i governi in collegi arbitrali speciali. Le sentenze (a porte chiuse e senza giudici terzi, ma solo nominati dalle parti in causa), inoltre, sarebbero irrevocabili.
3) Qual è il volume commerciale USA-UE?
Premessa: Le economie europee ed americane, insieme, pesano meno del 50 per cento dei 74.899 miliardi di dollari dell'economia globale - 17350 UE, 16800 USA. (Fonte: Banca mondiale, dati 2013)
Il volume di affari è di circa 1000 miliardi di dollari di merci e servizi, circa 2 miliardi di euro al giorno, l'abolizione dei dazi dunque può rappresentare un risparmio significativo.
4) Quali sono i vantaggi?
Dal TTIP trarrebbero vantaggio prima di tutte le imprese, che risparmierebbero denaro e tempo. In particolare sarebbero avvantaggiate le piccole e medie imprese che hanno poche risorse da dedicare ai procedimenti di abilitazione a vendere in un mercato diverso dal proprio. Anche le multinazionali avrebbero dei vantaggi in termini di sicurezza e rispetto delle regole di concorrenza. In generale, il mercato tra Stati Uniti ed Europa diventerebbe certamente più trasparente.
Complessivamente il TTIP potrebbe aumentare l'economia europea di ben 119 miliardi di Euro all'anno, che corrispondono più o meno a un introito medio di 500 euro per stipendio tedesco e per gli Stati Uniti un incremento di circa 95 miliardi di Euro. In un momento in cui l'economia europea cresce molto lentamente il TTIP potrebbe portare un incremento dello 0,5-1 per cento. Come ha detto Pascal Lamy del WTO, tra USA ed UE chi ha maggiormente bisogno è l'Europa. Per gli USA è più che altro un forma di protezione rispetto al mercato cinese. È certo che il TTIP offrirà occasioni e possibilità di lavoro, di innovazione e di crescita in Europa, tuttavia non ci sono vantaggi evidenti per i consumatori.
5) Quali sono gli svantaggi?
Il principale pericolo è la sicurezza alimentare. L'UE garantisce che il TTIP non porterà ad un abbassamento degli standard commerciali che sono in Europa più alti rispetto agli Stati Uniti. Non c'è però alcuna garanzia in questo senso. Il TTIP, ad esempio, porterà molto probabilmente alla liberalizzazione degli OGM, all'incentivazione degli allevamenti di animali di massa e alla riduzione di spazi commerciali per i piccoli produttori agricoli che non potranno competere con le imprese, piccole o grandi che siano. Insomma, gli svantaggi sembrano ricadere principalmente sui consumatori e i semplici cittadini.
6) Perché in Germania è così discusso?
Se in Italia (come in gran parte dei principali paesi euro-mediterranei) del TTIP non si parla e a stento si sa cosa sia, in Germania è un tema dell'agenda politica da almeno un anno. Le forze politiche sono divise: L'Unione della Merkel è favorevole e lo è diventata anche la SPD, una volta arrivata al governo. Contrari i Verdi e la Linke. Favorevoli anche gli antieuro di Alternative für Deutschland e i liberali (FDP). Il tema in Germania è molto discusso perché proprio la Repubblica Federale Tedesca è il paese che potrebbe trarre maggiori vantaggi dall'approvazione del TTIP. Ma non perché ci sia un'egemonia tedesca in Europa o un misterioso disegno tedesco a proprio vantaggio, quanto perché la Germania essendo la prima economia del Vecchio Continente ed essendo il primo partner commerciale degli USA in Europa è evidente che avrà in termini assoluti i maggiori benefici. Nel 2011 la Germania era tra i primi cinque paesi investitori negli USA con un volume complessivo di 164 miliardi di euro. Ben il 30% dell'export europeo verso gli Stati Uniti viene dalla Germania. La liberalizzazione del mercato avrebbe un'enorme effetto sulle imprese tedesche che investono negli USA. I settori in cui la Germania esporta nel mercato americano sono automobili, macchine di costruzione, farmaceutico e chimico. Insomma, proprio i tedeschi hanno il maggiore interesse affinché il TTIP si realizzi. Il grande paradosso, però, è che proprio dalla Germania vengono le principali resistenze. In nessun paese europeo ci sono tante voci contrarie al TTIP quante in Germania. Sabato scorso, a Berlino, sono scese in piazza ben 50.000 persone per manifestare contro il TTIP e per la sicurezza alimentare. I partiti dei Verdi e della Linke insieme a una consistente minoranza dei socialdemocratici stanno portando avanti una vera battaglia politica per la difesa degli standard alimentari, per la sicurezza alimentare e per la difesa dei piccoli produttori e dei contadini. Anche dal mondo dei sindacati e dell'industria ci sono forti resistenze.
7) Il TTIP è primo passo per una moneta euro-americana?
Secondo un tesi diffusa ma forse un po' fantascientifica, il TTIP è il primo passo per una moneta euro-americana. In realtà è molto difficile, primo, perché il TTIP non è assolutamente detto che si realizzerà e, secondo, perché al momento il TTIP non ha altre ragioni se non di natura commerciale.
E' però certamente vero che il TTIP rappresenta il raggiungimento di un'ulteriore livello dell'alleanza tra Europa e Stati Uniti. Come ha ricordato Danilo Taino sul Corriere della Sera, il TTIP è "l'ultima occasione non solo per affermare un blocco economico capace di fronteggiare in particolare la Cina ma soprattutto per dettare da una posizione di forza una serie di regole ispirate a valori di libero scambio e di collaborazione internazionale pacifica tipici dell'Occidente." Per il filosofo tedesco Julian Nida-Rümelin, molto scettico nei confronti del TTIP, "escludere la Russia significherebbe erigere un altro muro, sebbene di natura diversa, in Europa. Un nuovo Est e un nuovo Ovest. E questo è molto pericoloso. Tra 10 anni un'economia gigantesca come quella cinese, vedendo questa nuova realtà potrebbe pensare di stringere un patto economico con la Russia, che potrebbe portare a situazioni peggiori di quelle viste nel passato. E poi qualche ruolo avrebbe la cultura in questo patto? Negli USA la cultura non ha a che fare con lo stato. In Europa è finanziata dallo stato. Escludere la struttura culturale dal patto sarebbe una rovina per l'Europa e il turismo" (Panorama, 29.12.14).
8) Perché si tratta in segreto?
Il grande problema del TTIP è che l'UE e gli USA trattano "in segreto", cioè senza rendere veramente noti i termini precisi dell'accordo. I documenti della trattativa sono segreti. Una delle critiche più giuste al TTIP è proprio questa inspiegabile segretezza delle trattative.
Per quanto riguarda l'Europa, è la Commissione Europea a trattare, ma alla fine dovranno approvare l'accordo anche i parlamenti nazionali.
Per quanto riguarda l'Europa, è la Commissione Europea a trattare, ma alla fine dovranno approvare l'accordo anche i parlamenti nazionali.
9) Che differenza c'è con il CETA e con l'accordo con il Giappone?
Il CETA è un altro trattato di libero scambio, molto simile al TTIP, ma con il Canada. E' già stato approvato. Lo scorso anno sono iniziate le trattative per un trattato di libero scambio anche con il Giappone.
10) E l'Italia?
Al momento l'Italia è non pervenuta. Non solo i politici non sembrano interessarsi troppo al TTIP, ma anche i media non trattano l'argomento se non saltuariamente. I grandi giornali non si sforzano di informare i cittadini di un accordo che riguarda ben 850 milioni di persone e che potrebbe rivoluzionare (probabilmente in peggio) i propri standard alimentari.
Al momento l'Italia è non pervenuta. Non solo i politici non sembrano interessarsi troppo al TTIP, ma anche i media non trattano l'argomento se non saltuariamente. I grandi giornali non si sforzano di informare i cittadini di un accordo che riguarda ben 850 milioni di persone e che potrebbe rivoluzionare (probabilmente in peggio) i propri standard alimentari.
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