L'Islam, il terrorismo e le risposte della società tedesca

L'11 ottobre 1931 in Germania si organizzò il cosiddetto fronte di Harzbug, un incontro informale che sdoganava definitivamente Adolf Hitler, che da personaggio minore  veniva accolto nella élite politica ultraconservatrice e nazionalista tedesca degli anni Trenta. Da allora la sua ascesa, in nome dellantigiudaismo, fu inarrestabile. Impossibile non pensare a quel periodo vedendo il fronte conservatore e nazionalista di Pegida che dallottobre scorso manifesta ogni lunedì in nome dellodio nei confronti di una religione, lIslam. Così come negli anni Trenta il nemico è individuato in una minoranza religiosa, allora gli ebrei (erano appena 500.000 mila), oggi i musulmani (meno del 5 per cento della popolazione in Germania, e lo 0,1 per cento in Sassonia, centro principale delle manifestazioni di Pegida). Uno dei fondatori del movimento antislamico è Lutz Bachmann, un anonimo personaggio minore con precedenti penali, così come l'Hitler dei primi tempi. Anche nel vocabolario, Pegida non è stata particolarmente originale avendo rispolverato il termine Lügenpresse (stampa mentitrice) che faceva parte del patrimonio linguistico nazista e che viene utilizzato oggi per diffamare i media che criticano il movimento.
Ma se la Germania degli anni Trenta si rivelò essere impreparata e indecisa davanti all’ascesa dei nazisti i cui parametri politici e sociali erano difficili da definire, questa volta la società tedesca ha dato una risposta unitaria, esemplare. Si è iniziato con le contromanifestazioni del lunedì, da Colonia a Berlino fino a Dresda e gran parte della classe politica, dirigente e religiosa tedesca si è apertamente schierata condannando il movimento contro l’islamizzazione dell'Occidente. In segno di protesta la diocesi di Colonia ha anche spento il Duomo durante le manifestazioni antiislamiche. Molto decisa è stata anche la risposta della Cancelliera Merkel: "Oggi alcuni esclamano nuovamente 'Noi siamo il popolo' - ricordando lo slogan dei tedeschi dell'Est durante la Rivoluzione Pacifica del 1989 che portò alla caduta del Muro di Berlino. Ma in realtà intendono: Voi dovete rimanere fuori dalla nostra società in virtù della vostra religione o del colore della vostra pelle.”
Il resto, a dire il vero, lhanno fatto i terroristi di Parigi. Con lattacco a Charlie Hebdo nel segno di Allah è grande, una delle risposte più belle è arrivata proprio dalla Germania. Non tanto la scontata presenza e vicinanza (anche materiale) della Cancelliera Merkel a Hollande durante la marcia repubblicana di domenica scorsa a Parigi, quanto dalla cosiddetta Mahnwache di Berlino di ieri sera. Una manifestazione in nome del dialogo e della convivenza interreligiosa organizzata dal Comitato Centrale Musulmano e della Comunità turca in Germania alla quale hanno partecipato circa cinquemila persone con bandiere, simboli e manifesti di tutte le religioni. Come ha ricordato il Presidente della repubblica tedesca Joachim Gauck, “il nostro progetto alternativo al terrorismo è rappresentato dalla democrazia, dallo stato di diritto, dalla libertà e dalla difesa della dignità umana. I terroristi volevano dividerci ma hanno provocato leffetto contrario, ci hanno unito. Il loro odio, è il nostro incitamento. Un messaggio chiaro indirizzato anche a Pegida. Del resto un paragone tra Pegida e lo stato del terrore dellISIS laveva fatto per primo il Premier turco Davutoglu in unintervista alla FAZ in occasione della sua visita a Berlino: La Turchia è molto preoccupata da Pegida in quanto vuole che la Germania diventi una società esclusivamente cristiana. Si tratta di una minaccia non solo per i turchi e i musulmani, ma anche per la Germania stessa. Questa è la stessa mentalità del Daesh (il vero nome di quello che erroneamente noi occidentale chiamiamo ISIS).” Un segnale importante da parte del Premier turco. Anche la Cancelliera ha fatto la sua parte riprendendo unespressione dellex presidente della Repubblica Christian Wulff: Lislam è parte della società tedesca. Una verità lapalissiana o unaffermazione rivoluzionaria a secondo di come la si vuole intendere, almeno secondo Jasper von Altenbockum sulla FAZ. Arriveremo ad avere i giorni di festa, case di cura e città musulmane? Sarebbe questa lislamizzazione che ci aspetta? Forse si, ma non significherà certamente islamizzazione della cultura occidentale, come teme Pegida, quanto soltanto di parti della nostra società. In ogni caso non rappresenterebbe una minaccia quanto una semplice fenomeno di reciproca integrazione.  

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