Le ambizioni dei Grünen


Da partito di protesta a partito di potere. La strada dei Verdi tedeschi nell’anno in cui compiono quarant’anni potrebbe essere sintetizzata da questa trasformazione. I Grünen nascono nel 1980 come un raggruppamento di movimenti civici di varia natura e uniti da una evidente distanza ed estraneità dall’establishment politico e istituzionale dell’allora Germania Ovest. Con il passare degli anni questo partito di protesta è molto cambiato. Hanno assunto importanti responsabilità di governo nei Länder e a livello federale con il governo Schröder (1998-2005) e sono anche riusciti a formare una classe dirigente qualificata e notoriamente apprezzata. 

Oggi i Grünen governano con un loro esponente di primo piano un Land economicamente molto rilevante come il Baden-Württemberg e partecipano complessivamente a undici coalizioni di governo in altrettanti Länder in coalizioni molto diverse tra loro: 

  • in Turingia, a Berlino e a Brema con la Linke e la SPD, 
  • in Assia e Baden-Württemberg con la CDU, 
  • in Brandeburgo, Sassonia-Anhalt e Sassonia con SPD e CDU, 
  • nella Renania Palatinato con la SPD e liberali (FDP), 
  • nello Schleswig-Holstein con la CDU e la FDP, 
  • ad Amburgo con la sola SPD.

Negli ultimi anni i Verdi hanno avuto una striscia di risultati strabilianti in Baviera (17,6%), in Assia (19,8%), alle elezioni europee (20,5%) e nella città di Amburgo (24,2%). Attualmente, però, nei sondaggi in vista delle prossime elezioni federali di fine settembre 2021, i Verdi tedeschi sono stimati tra il 17 e il 20 per cento. E' un po' meno rispetto a qualche mese fa e comunque molto indietro rispetto all'Unione (35-37%) e poco sopra i socialdemocratici (15-17%). 

Con questi rapporti di forza, dopo le prossime elezioni, qualunque ipotesi di coalizione dovrà presumibilmente passare da un accordo con i Verdi. Uno scenario impensabile fino a qualche anno fa. Questa centralità politica non è solo un’occasione storica, ma anche una responsabilità. È questo ciò che è emerso nel congresso digitale svoltosi questo fine settimana in cui i Verdi hanno approvato il loro nuovo programma di base (Grundsatzprogramm) la cui precedente versione risaliva ormai al 2002, un’altra era politica.
La sfida dei due leader del partito, Robert Habeck e Annalena Baerbock, è di convincere l’opinione pubblica e la società tedesca della totale affidabilità della nuova generazione dei Verdi nel ricoprire compiti di governi di primo ordine. Una missione apparentemente facile se si pensa che i Verdi governano già in numerosi Länder e già nel 2017, in occasione delle trattative fallite per la formazione del governo Giamaica con l’Unione (CDU/CSU) e i liberali, si dimostrarono molto credibili e preparati. Tuttavia, non si può tacere che una parte del consenso dei Verdi viene anche da gruppi sociali e movimenti che non intendono scendere a compromessi di alcun genere nell'azione di governo. Il caso recente dell'autostrada A49 in Assia è l'esempio più evidente. In un Land in cui i Verdi governano con la CDU, le proteste dei movimenti ambientalisti (che sono arrivate fino a Berlino) sono state un problema di immagine e di comunicazione per i Verdi sebbene il progetto dell'autostrada non rientrasse nelle competenze del Land. Altro tema spinoso è il basic income (reddito di base) che è stato approvato dalla base dei delegati del partito per il programma di base nonostante i vertici del partito fossero contrari. 
Il programma di base approvato nel fine settimana non sarà però quello con cui i Verdi si presenteranno alle elezioni, ma sarà la cornice all'interno della quale verrà redatto il programma elettorale nei prossimi mesi.
  

Commenti

Post popolari in questo blog

La rivolta dei giovani in Germania

Stereotipi tedeschi sugli italiani

Il falso mito del perfezionismo tedesco