Vietare AfD?
Questo fine settimana AfD si riunisce per il suo congresso annuale. Mentre la CDU l’ha posticipato al 2021 e i Verdi l’hanno svolto online, AfD ha deciso di farlo svolgere regolarmente in presenza nonostante la pandemia. Nella piccola Kalkar, nel Nord Reno Westfalia, quasi al confine con l’Olanda, si ritroveranno 600 delegati ai quali si potrebbero aggiungere circa altre centro persone che avranno accesso come osservatori in funzioni diverse (giornalisti, hostess, ospiti). Legalmente il congresso si può svolgere, ovviamente nel rispetto di tutte le misure di sicurezza e del protocollo sanitario previsto per le manifestazioni come i congressi di partito. La sindaca di Kalkar, Britta Schulz, ha però manifestato molte preoccupazioni per l’evento e pur non avendo alcun potere specifico per impedire lo svolgimento del congresso ha ricordato che potrà controllare il rispetto delle regole. Ha tuttavia lamentato la scarsità di mezzi a disposizione.
La decisione dei vertici di AfD di svolgere il congresso in presenza, seppure con l’obbligo di mascherina e garantendo le necessarie misure di sicurezza, pone AfD in una posizione sempre più lontana dal perimetro democratico della Repubblica Federale tedesca. Se AfD fino ad ora si è legittimamente voluta distinguere dai partiti tradizionali con posizioni provocatorie sempre più estreme, con questa decisione AfD dimostra di fare politica come se vivesse fuori dalla realtà, in quello che la Süddeutsche Zeitung ha definito paese delle meraviglie. Mai come negli ultimi tempi AfD sta sfidando il proprio destino tanto che si torna a discutere di aprire un procedimento per dichiarare AfD incostituzionale.
Lo spettro del Parteiverbot
Sin da quando Alternative für Deutschland si è affermata, si è spesso discusso nel dibattito pubblico se fosse il caso di avviare una richiesta di divieto del partito. Da parte sua AfD e i suoi esponenti non hanno mai fatto nulla per mostrare rispetto per le istituzioni, i processi democratici e i principi su cui si fonda la Repubblica Federale. Dai migranti che sarebbero dovuti essere fucilati alla 'caccia alla Cancelliera' annunciata subito dopo le elezioni politiche del 2017, dalle dichiarazioni di relativizzazione del passato nazionalsocialista alla connivenza con i movimenti di protesta contro le misure di controllo della pandemia, AfD non ha semplicemente cercato di polarizzare fino all’estremo il dibattito politico tedesco ma anche di mettere in discussione i valori fondanti della democrazia tedesca strumentalizzando una presunta quanto fantasiosa difesa della Legge fondamentale (Grundgesetz) e il concetto stesso di libertà.
La questione del divieto di AfD è tornata prepotentemente di attualità dopo che alcuni esponenti dei movimenti negazionisti del Covid (e non solo), cospirazionisti e contrari alle misure di contenimento della pandemia sono entrati negli edifici del Parlamento tedesco per insultare e protestare contro numerosi esponenti della maggioranza e ministri del governo. In particolare un video contro il Ministro dell’economia Peter Altmeier ha avuto molto risalto mediatico. Se nei mesi precedenti c’erano stati dei goffi e folcloristici tentativi di assalto al Reichstag (sede del Parlamento), questa volta alcune persone riconducibili a questi movimenti estremisti sono state fatte entrare nelle sedi istituzionali con l’obiettivo di disturbare i lavori e aggredire verbalmente parlamentari e ministri. Dietro questa azione di disturbo ci sono due parlamentari di AfD, Petr Bystron e Udo Hemmelgarn, che hanno permesso il loro ingresso nel Parlamento. Un’azione gravissima che, tuttavia, è stata condannata anche dal Presidente onorario del Partito e capogruppo Alexander Gauland. AfD ha, inoltre, annunciato sanzioni. In ogni caso rischiano anche una pena da tre mesi a cinque anni.
Nonostante la condanna dei vertici del partito e le scuse di Gauland, la gravità dell’accaduto è un punto di non ritorno. AfD paga la voluta ambiguità politica. Da una parte si difende la costituzione, ci si dichiara autenticamente democratici, ma dall’altra si appoggiano, a scopi evidentemente elettorali, movimenti, gruppi, singoli cittadini che svolgono azioni destabilizzanti e spesso fuori dalla legalità, se non addirittura di vero e proprio terrorismo. Si è così aperta la discussione se non sia il caso di avviare un processo di incostituzionalità, sebbene la questione resti ancora controversa e molto divisiva.
Il precedente della NPD
La base giuridica per il processo di incostituzionalità è data dall’articolo 21 della Legge fondamentale:
1. I partiti concorrono alla formazione della volontà politica del popolo. La loro fondazione è libera. Il loro ordinamento interno deve essere conforme ai princìpi fondamentali della democrazia. Essi debbono fornire pubblico rendiconto della provenienza e dell’utilizzazione dei loro mezzi finanziari e dei loro beni. 2. I partiti, che per le loro finalità o per il comportamento dei loro aderenti mirino ad attentare al libero e democratico ordinamento costituzionale o a sovvertirlo o a mettere in pericolo l’esistenza della Repubblica Federale di Germania sono incostituzionali. Sulla questione di incostituzionalità decide la Corte costituzionale federale. 3. Ulteriori disposizioni sono stabilite da leggi federali.
La richiesta di incostituzionalità può essere avviata esclusivamente dal Parlamento, dal Bundesrat (Camera delle regioni) o dal governo federale, come stabilito dall’art. 43 della legge sul Tribunale Costituzionale federale.
Negli ultimi anni ci sono già stati due procedimenti nei confronti del partito neo-nazionalsocialista NPD. Nel 2001 il Bundestag, il Bundesrat e il governo federale avevano votato per l’incostituzionalità. Questa richiesta fu però respinta dal Tribunale costituzionale per questioni sostanzialmente formali. Più complesso il secondo tentativo, avviato nel 2012 dal Bundesrat, e che venne respinto dal Tribunale Costituzionale con una motivazione che fece molto discutere e che, paradossalmente, oggi potrebbe andare a vantaggio di un divieto di AfD. Nel 2013, infatti, i giudici costituzionali tedeschi affermarono che certamente NPD era un partito pericoloso per la democrazia ma non possedeva il potenziale politico per essere effettivamente tale, in quanto era assolutamente marginale e con un consenso limitato. La NPD non riuscì a eleggere propri rappresentanti in Sassonia (2014) e Mecklenburg-Vorpommern (2016) che erano le due uniche regioni in cui aveva raggiunto la soglia del 5 per cento. Naturalmente nel caso di AfD la questione sarebbe molto diversa perché in questo caso è un partito che è entrato nel Bundestag con il 12.6 per cento, è il primo partito di opposizione in Parlamento, è rappresentato in tutti i Länder tedeschi e nei sondaggi è comunque ancora stimato intorno al 10-11 per cento. Non bisogna però dimenticare che ogni procedimento è diverso dall’altro. Inoltre, si dovrebbe valutare anche che se la richiesta di incostituzionalità dovesse essere respinta si potrebbe ottenere l’effetto opposto. AfD potrebbe vantarsi del riconoscimento della Tribunale costituzionale ed utilizzarlo anche politicamente.
Conviene veramente?
I dubbi su un procedimento di incostituzionalità nei confronti di AfD è più che altro strategico-politico. Un partito che si è ormai così radicato nel territorio e nelle istituzioni della Repubblica dovrebbe essere contrastato prima di tutto con le idee e non con i divieti. Alle assurde provocazioni di AfD - come quella di paragonare la recente legge sulle infezioni per contrastare la pandemia approvata dal Bundestag con la famosa legge dei pieni poteri con cui Adolf Hitler instaurò la dittatura in Germania nel 1933 - si può rispondere esclusivamente pretendendo un confronto puntuale e preciso in Parlamento e nei media. Non si può inoltre negare che dichiarando incostituzionale AfD si corre il rischio di una possibile ribellione di una parte dei gruppi sociali che sostengono AfD, con la conseguenza di polarizzare ulteriormente il dibattito pubblico. Non si dimentichi che AfD è sempre molto a proprio agio nel rappresentare se stessa con il ruolo di vittima del sistema politico-istituzionale.
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