La Germania si prepara alle elezioni: Merkel resta sempre la più popolare

Dopo le recenti elezioni in Bassa Sassonia si è concluso il ciclo di elezioni regionali dell’attuale legislatura della Repubblica Federale Tedesca. Restano ancora le elezioni in Baviera che si svolgeranno a ridosso delle elezioni politiche, ma lì, si sa, il vincitore è sempre lo stesso: la CSU. Non resta, dunque, che aspettare le elezioni politiche che sono il banco di prova per Angela Merkel ed il suo governo. Le elezioni a Berlino, insieme a quelle italiane, sono le più importanti e delicate competizioni elettorali in Europa. Non ci sono in gioco solo questioni di politica interna, ma anche il futuro dell’Unione Europea afflitta da una profonda crisi economica, finanziaria e politica. La domanda che tutto il mondo si pone è se Angela Merkel, la donna più potente del mondo e la personalità più influente dopo Barack Obama, riuscirà a confermarsi alla guida della Germania. Nessun capo di governo ha segnato la storia recente del Vecchio Continente come la Cancelliera tedesca. Chi per elogiarla, chi per criticarla, Angela Merkel resta in ogni caso un personaggio chiave e decisivo con il quale è necessario fare i conti. Prima di provare a rispondere alla domanda se e con chi Merkel riuscirà a governare e come la Germania stessa si stia preparando alle prossime elezioni è interessante fare un passo indietro e capire quali sono stati i principali passaggi elettorali e fatti politici della legislatura iniziata nell’autunno del 2009 e che si accinge a concludersi il prossimo settembre.

È stata una legislatura segnata dalla crisi economica e finanziaria internazionale, ma anche da alcune dimissioni eccellenti e da una serie di sconfitte elettorali in competizioni regionali per la coalizione di governo. Ma nonostante le numerose sconfitte e il nuovo equilibrio che si è venuto a creare al Bundesrat, la Cancelliera non sembra perdere smalto e resta il politico più amato in Germania e l’Unione (CDU/CSU) continua ad essere saldamente il primo partito. A soffrire sono soprattutto i liberali, i partner di governo, che hanno subito una costante emorragia di consensi. Ma vediamo in dettaglio quali sono stati i principali passaggi della legislatura ed il loro significato politico.
Alle elezioni del 26 settembre del 2009 Unione (CDU/CSU) e liberali (FDP) avevano ottenuto un buon successo. Soprattutto i liberali raggiusero il record di 14,6 per cento dei consensi. Liberali e cristiano democratici avevano un programma ambizioso: riduzione delle tasse e della disoccupazione e crescita economica. Le aspettative erano altissime. Soprattutto dai liberali ci si aspettava quel programma di liberalizzazioni che la Germania non ha mai conosciuto.
Il secondo esecutivo di Angela Merkel non fu soltanto un governo nuovo rispetto al precedente della Grosse Koalition, ma fu anche più moderno e socialmente più variegato: oltre alla Cancelliera, donna e dell’Est, la compagine di governo aveva come vice-cancelliere e Ministro degli Esteri un omosessuale dichiarato, ovvero Guido Westerwelle, un Ministro della Salute (Philipp Rösler) nato in Vietman ed adottato da una coppia tedesca, Wolfgang Schäuble, un paraplegico come Ministro dell’Interno, Karl Theodor zu Guttenberg un Barone alla difesa e Ursula von der Leyen madre di ben sette bambini al Ministero del Lavoro. Insomma, c’erano tutti i presupposti perché questo governo potesse rappresentare una vera rivoluzione sociale e culturale ed un riposizionamento del fronte conservatore tedesco all’interno di una società profondamente mutata nei suoi connotati antropologici, umani e politici. In realtà, però, i problemi arrivano presto.
Il 2009 è l’annus horribilis dell’economia tedesca che perde oltre il quattro per cento. La crisi economico-finanziaria internazionale impedisce la riduzione delle tasse e la crisi greca è il primo banco di prova in cui la maggioranza offre il peggio di sé. In gioco, del resto, ci sono, da una parte, i soldi dei contribuenti tedeschi e, dall’altra, le elezioni nel Nord Reno Westfalia. Angela Merkel si oppone a qualsiasi aiuto economico alla Grecia, Schäuble, il Ministro delle Finanze, invece, rappresenta la linea più possibilista. Il risultato è un tira e molla che si protrae per settimane con il risultato che il centro-destra tedesco perde la guida del più popoloso Land tedesco. Il Nord Reno Westfalia ritorna ad essere un feudo socialdemocratico. Hannelore Kraft diventa il nuovo Presidente del Land e governa con i Verdi in un governo di minoranza. La sconfitta nel Land di Düsseldorf sarà la prima di una lunga serie. Ma i problemi non sono solo legati agli insuccessi elettorali. Alla fine di maggio del 2010 dopo appena un mese dall’inizio del suo mandato si dimette, un po’ a sorpresa, il Presidente della Repubblica Horst Köhler che era inciampato in una dichiarazione azzardata sugli interessi economici e commerciali dietro la guerra in Afgahnistan. Host Köhler era stato fortemente voluto proprio da Angela Merkel. La sua prima elezione, nel 2005, era il primo tassello del rinnovato asse tra democristiani e liberali che, però, non riuscì a completarsi alle elezioni politiche dell’autunno del 2005. La conferma di Köhler nella primavera del 2009 era espressione proprio di questa alleanza di governo tra FDP, CDU e CSU. Il nuovo presidente della Repubblica scelto e votato dalla maggioranza di governo è Christian Wulff che ha la meglio rispetto a Joachim Gauck, sponsorizzato da SPD e Verdi. La scelta di Wulff si rivelerà, come vedremo, sbagliata.
Un anno decisivo è stato il 2011, definito dai tedeschi Superwahljahr, ovvero super-anno-elettorale. Ma la prima grana per Angela Merkel sono le dimissioni del suo ministro più popolare ed amato, il giovane barone Karl Theodor zu Guttenberg accusato di plagio della sua tesi di dottorato. Zu Guttenberg era considerato l’astro nascente della politica tedesca. Un brutto colpo per il governo di Angela Merkel.
L’altra questione spinosa all’inizio del 2011 sono le dimissioni di Axel Weber dalla Bundesbank. Weber era considerato come il più probabile aspirante a succedere a Jean Claude Trichet alla guida della Banca Centrale Europea (BCE). In un colpo solo Angela Merkel si trova costretta a dover occupare due caselle: quella della Bundesbank e quella della BCE. Alla prima andrà il suo consigliere economico Jens Weidmann e per la BCE, dopo un lungo braccio di ferro la spunterà, con più di qualche polemica in Germania, l’italiano Mario Draghi.
Nel mese di marzo il centro-destra tedesco perde una delle sue roccaforti, il Baden Württemberg, consegnandola al primo Presidente di un Land espressione dei Verdi, Winfried Kretschmann. Il disastro nucleare a Fukushima e la discussa costruzione di un’enorme stazione ferroviaria a Stoccarda, la cosiddetta Stuttgart 21, dominano il dibattito politico ed i Verdi beneficiano di queste discussioni.
Altro passaggio elettorale sfortunato per la coalizione di governo è in Rheinland Pfalz che resta a guida socialdemocratica. La CDU di Angela Merkel è poi costretta a governare con la SPD, in una grande coalizione in Sachsen-Anhalt. Nel settembre del 2011, a Berlino, la CDU si conferma come non in grado di intercettare il sentimento della città: la SPD continua a governare, si affermano i Pirati, si confermano i Verdi e la CDU resta ai margini della geografia politica della capitale. In Mecklenburg Vorpommern, nonostante un’emorragia di voti notevoli per la Cdu, viene confermata la grande coalizione a guida socialdemocratica.
Il 2011 si chiude anche con il caso Christian Wulff. Il Presidente della Repubblica Federale è costretto alle dimissioni per aver cercato di impedire che la notizia di un suo prestito agevolato venisse pubblicata. Dopo numerose polemiche e il tentativo strenuo di resistere, Wulff è costretto alle dimissioni. Il Presidente era considerato, da sempre, un fedelissimo di Angela Merkel.
Anche nel 2012 le cose non vanno bene. Il primo banco di prova è l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Qui Angela Merkel deve subire lo smacco di dover votare Joachim Gauck, l’uomo che lei stessa aveva rifiutato nell’estate del 2010. Sono i liberali a mettere fuori gioco la Cancelliera e a dichiararsi favorevoli alla proposta del centro-sinistra di votare Gauck. Angela Merkel si ritrova in minoranza ed accetta di votare Joachim Gauck, un pastore protestante, anch’egli dell’ex Germania dell’Est. Il passaggio successivo sono le elezioni in Saarland che confermano la crisi del centro destra. Il primo esperimento di giamaica-coalizione (CDU-Verdi-Liberali) fallisce. Si torna alle elezioni e la Cdu è costretta, ancora una volta, a governare con una grande coalizione con la SPD. A guidarla una donna di cui sentiremo parlare molto nei prossimi anni Annegret Kramp-Karrenbauer (CDU). Anche le elezioni di maggio nel Nord Reno Westfalia - Land tornato al voto per la crisi del governo SPD-Verdi - confermano il trend negativo. Il governo uscente viene rafforzato, la CDU raggiunge il minimo storico ed un altro promettente giovane leader della CDU, Röttgen, è costretto, dopo la debacle elettorale, a dimettersi anche da Ministro dell’Ambiente. La Cdu perderà, anche se di poco, anche nello Schleswig-Holstein le ultime elezioni regionali del 2012. Infine, le recenti elezioni in Bassa Sassonia dove McAllister, altro enfant prodige della CDU, è costretto ad arrendersi e consegnare la guida del Land al centro-sinistra.
In questa lunga serie di sconfitte elettorali, non è stata solo la CDU a perdere voti e posti di potere, ma anche, e soprattutto, i liberali. Nelle regioni in cui si è votato in questa legislatura soltanto in tre Länder (Schleswig-Holstein, Nordreihn Westfalen e Baden Württemebrg), i liberali sono riusciti a superare lo sbarramento del 5 per cento. La FDP, oggi, lotta non tanto e non solo per poter essere confermata come partner di governo ma soprattutto per la propria esistenza nella geografia partitica tedesca. 
Le sconfitte del centro-destra tedesco hanno anche un altro risvolto. La CDU, negli ultimi anni, ha perso anche in numerose città metropolitane. Questo fenomeno ha aperto una grossa discussione in Germania sull’incapacità della CDU di farsi interprete della nuova borghesia urbana. Questa borghesia sembra incarnare idee e sistemi di valore più vicini al centro-sinistra: ambientalista, famigliare, metropolitana e orientata ai valori (Süddeutsche Zeitung, 27/28.10.2012).
Ma il tema che forse più di ogni altro ha occupato il dibattito politico in questa legislatura e che occuperà la discussione durante la prossima campagna elettorale è certamente la crisi dell’Euro e il ruolo della Germania in Europa. Il ruolo di ritrovata potenza economica e politica ha in realtà complicato il rapporto dei tedeschi con l’Europa. Nella crisi dell’euro la posizione del  governo Merkel potrebbe riassumersi in un semplice rinvio a qualsiasi proposta di intervento sistemico nella crisi. Invece di dominare gli eventi sono gli eventi che hanno dominato la linea politica della Cancelliera. Questo attendismo, evidentemente, ha danneggiato l’Europa.  
Angela Merkel e il suo Ministro Schäuble hanno spesso dovuto mediare tra spinte antieuropeiste della propria maggioranza e dell’establishment politico economico tedesco, senso di responsabilità verso le istituzioni europee e l’evidente necessità di riformare l’Unione europea al fine di rafforzare la stessa moneta unica.
Non è un caso che in Germania, nell’ultimo anno siano cresciuti gli euroscettici. Da quando la crisi dell’euro ha trasformato l’Europa in un campo di battaglia tra i virtuosi del Nord Europa e peccatori del Sud Europa, il gruppo degli euroscettici è in costante aumento. Non si tratta solo di intellettuali molto noti a Berlino come il discusso Thilo Sarrazin secondo il quale la Germania può fare a meno dell’euro, ma anche nelle file della maggioranza di governo dove si è annidato il germe dell’euroscetticismo. Angela Merkel ha infatto visto ridursi la propria maggioranza nel Bundestag lì dove era in gioco il salvataggio dell’euro. A dare battaglia ci sono anche altri partiti come i Freie Wähler di Hubert Aiwanger (molto forti soprattutto in Baviera) che si fanno interpreti dell’insofferenza nei confronti dell’Unione Europea. Lo scorsa estate organizzarono una grossa manifestazione popolare a Monaco  in cui manifestarono la loro contrarietà all’ESM e agli Eurobond. Nell'azione politica del quarantaduenne Aiwanger c'è un misto di sentimento anti-europeista, moderato orgoglio nazionale, supremazia della politica rispetto alla finanza, rispetto della Costituzione tedesca e centralità dei cittadini e del parlamento rispetto alle élite politico-economiche.
In questa strettoia politica Angela Merkel, almeno a parole, ha sempre difeso l’Europa e affermato l’irreversibilità dell’Euro. Tuttavia, alla governo tedesco si può oggi rimproverare un eccessivo attendismo, un ritardo notevole nell’intervenire a sostenere la Grecia e, più in generale, una scarsa inclinazione alla solidarietà. La ricetta tedesca si è ridotta alla politica di austerità, fortemente criticata da numerosi economisti, primi fra tutti da Paul Krugman che ha più volte ricordato che le consegunze di questa politica economica non può che essere la recessione. Non è un caso che la stessa Germania, una locomotiva economica fortemente appannata ultimamente, sia cresciuta di appena lo 0,7 per certo nel 2012 con un forte rallentamento nell’ultimo trimestre (-0,5).  
In questo quadro contrastante sia da punto di vista politico sia economico la Cancelliera Merkel sembra continuare ad essere un solido e rassicurante punto di riferimento per l’elettorato tedesco. Popolarissima tra i propri cittadini, Angela Merkel, con il 40 per cento dei consensi si appresta, salvo capovolgimenti degli ultimi mesi, a continuare a governare la Germania. Secondo l’ultimo sondaggio Forsa l’Unione (CDU/CSU) sarebbe addirittura al 41 per cento con 14 punti di vantaggio rispetto alla SPD ferma al 27. Si tratta di dati che se dovessero trovare conferma nelle urne non lascerebbero, però, alcuna alternativa alla Grande Coalizione. I liberali, infatti, non riuscirebbero a superare lo sbarramento del 5 per cento.
La Cancelliera resta il politico tedesco che gode di maggior fiducia. Neanche l’investitura dei primi di dicembre del suo rivale socialdemocratico Peer Steinbrück ha scalfito l’inarrestabile ascesa della Merkel nel cuore dei tedeschi. A questo si aggiunga la gaffe di Steinbrück che ha accusato la Cancelliera di essere amata soltanto perché gode di un frauenbonus, un bonus femminile. Stainbrück ha anche aggiunto che a suo avviso il Cancelliere tedesco guadagna troppo poco e lo stipendio dovrebbe essere aumentato. Il problema, però, è che proprio Steinbrück, negli ultimi mesi, è stato protagonista di una grossa polemica in virtù di guadagni milionari aggiuntivi rispetto al suo stipendio di parlamentare per numerosi discorsi tenuti in circoli di lobbisti.
 La Cancelliera Angela Merkel ha da sempre uno stile asciutto e mai sopra le righe. Non è un personaggio appariscente e con il suo modo di fare ha portato un po’ di semplicità e umiltà nella politica tedesca marcando, così, una grossa differenza rispetto al suo predecessore socialdemocratico Gerhard Schröder la cui Kanzlerschaft, come ricorda ironicamente il giornale conservatore tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, iniziò con gli abiti Brioni e finì con l’incarico all’interno di Gazprom.
twitter @uvillanilubelli

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