In Cina la Merkel parla d'interscambio ma anche di crisi del debito europeo

È il viaggio numero cinque. Dopo il vertice dell’Unione Europea a Bruxelles, Angela Merkel è volata, per la per la quinta volta da quando è Cancelliera, a Pechino, lì dove ci sono i veri interessi economici della Repubblica Federale Tedesca. Il corteggiamento reciproco tra Cina e Germania continua: intenso e spietato. Nel 2011 il volume commerciale tra i due paesi ha raggiunto la cifra record di 145 miliardi di euro. La Cina è diventato, così, il secondo mercato di esportazione (dopo gli Stati Uniti) per le imprese tedesche. Già nel 2010 l’export verso la Repubblica Popolare è aumentato del 40 per cento tanto che la crescita dell’export tedesco è, nel complesso, dipendente dal mercato cinese. È in particolare l’industria automobilistica tedesca ad approfittare del mercato della Repubblica Popolare: un’auto su tre della Volkswagen viene venduta in Cina.

Già nel giugno dello scorso anno, durante la visita di Wen Jiabao in Germania, avevamo cercato di spiegare la profondità e l’estensione dei rapporti commerciali tra Cina e Germania. Non ci eravamo sbagliati tanto che all’imminente fiera di Hannover la Cina sarà l’ospite d’onore. Il prossimo autunno, inoltre, ci saranno le consultazioni tra i due governi a Pechino. Il viaggio in Cina di Angela Merkel aveva l’obiettivo di preparare questi due importanti eventi e curare le importanti relazioni commerciali che intercorrono tra i due paesi. D’altronde non è un mistero che il viaggio abbia avuto ragioni, principalmente, economiche. Lo si poteva anche leggere sul sito internet di Angela Merkel. Sì, è vero, anche i diritti umani sono stati all’ordine del giorno, ma come sempre ci si è limitati ad una dichiarazione formale.

Angela Merkel, in quanto rappresentante della prima potenza economica europea, si è fatta anche interprete delle esigenze dell’Unione Europea ed ha relazionato e rassicurato sulla stato della crisi dell’euro dopo il summit a Bruxelles. Del resto la Cina è anche il partner commerciale più importante per l’intera Europa. Il volume commerciale nel 2011 è stato di 443 miliardi di euro, con una crescita del 18,3 per cento rispetto all’anno precedente. Ricordiamo però che ben 145 miliardi riguardano solo la Repubblica Federale Tedesca.

La Cina ha poi investito circa 600 milioni di euro in fondi europei. In realtà sembra proprio che questo viaggio di Angela Merkel in Cina abbia avuto l’obiettivo di trovare investimenti diretti che possano aiutare l’Europa ad uscire dalla crisi. In questo senso Wen Jiabao ha deluso, almeno in parte, le aspettative. Secondo il Premier cinese l’Europa deve garantire maggiore stabilità e sicurezza e soltanto in una seconda fase sarà possibile un investimento nel fondo di salvataggio. Wen Jiabao non è entrato nei dettagli di un impegno cinese nel rafforzamento della moneta unica, benchè abbia confermato che la Cina potrebbe essere disponibile a conferire parte delle proprie riserve monetarie, stimate attorno ai 3,18 trilioni di dollari, al FMI per aiutare l'Europa a uscire dalla crisi del debito.

All’ordine del giorno delle consultazioni c’era anche un confronto sul programma nucleare iraniano e qui le differenze tra le posizioni della Germania e della Cina sono state evidenti. Il Premier cinese ha espresso, infatti, la propria contrarietà ai programmi nucleari, ma ha anche ricordato che non condivide la strada delle sanzioni all’Iran. La posizione del governo cinese è stata duramente critica, tra l’altro, in un commento sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, dove si invitava la Cina a offrire qualcosa di concreto contro il programma di armamento nucleare iraniano.

Il viaggio della Cancelliera in Cina, tuttavia, verrà forse ricordato, soprattutto, per aver invitato, durante il suo discorso all’Accademia per le Scienze Sociali, le autorità politiche ed economiche cinesi ad aprire totalmente il loro mercato alle aziende tedesche: “il mercato tedesco è aperto per le imprese cinesi. Vogliamo che anche in Cina sia lo stesso per le aziende tedesche”. La Cancelliera era accompagnata, tra gli altri, dal Presidente delle Poste Tedesche, della Commerzbank, della Volkswagen e da una delegazione della Siemens.

Infine, una riflessione: questo viaggio in Cina, preparatorio dei due più importanti incontri ad Hannover e, in autunno, a Pechino è la dimostrazione di come la Germania guardi con sempre maggior interesse a Est. Gli interessi geopolitici ed economici della Repubblica Federale Tedesca sono rivolti all’Asia, tanto che si stima che nel 2015 il volume d’affare tra Pechino e Berlino raggiungerà i 200 miliardi di euro. Ora, considerata la crisi attuale dell’Euro, la necessità di rafforzare l’Unione Europea ed il ruolo di guida che ha la Germania in questa situazione di emergenza, si pone la questione se gli interessi economici della Germania coincidano con quelli dell’Unione Europea. Al momento sembra proprio che non sia così. (Tratto da L'Occidentale, 4.02.2012)
di Ubaldo Villani-Lubelli

Commenti

Post popolari in questo blog

La rivolta dei giovani in Germania

Stereotipi tedeschi sugli italiani

Il falso mito del perfezionismo tedesco