La Cdu riparte da Merz


La terza volta è quella buona. Era dal 2018 che Friedrich Merz provava a prendersi la Presidenza dei cristiano-democratici tedeschi. La prima volta perse contro Annegret Kramp-Karrenbauer, la seconda contro Armin Laschet. Al terzo tentativo Merz è stato eletto Presidente della Cdu. La grande novità rispetto alle precedenti competizioni è che l’elezione si è svolta con il coinvolgimento diretto degli iscritti che per la prima volta nella storia della Cdu hanno potuto eleggere direttamente il Presidente. Oltre il 62 per cento ha scelto Merz, il 26 lo sfidante principale Norbert Röttgen, mentre il terzo incomodo Helge Braun si è fermato al 12 per cento. Il risultato dovrà comunque essere confermato dai delegati del partito nel congresso di gennaio.

La vittoria di Merz rappresenta un’evidente discontinuità rispetto alle ultime presidenze della Cdu, tutte in qualche modo legate ad Angela Merkel. Merz, infatti, non è stato soltanto uno storico rivale della ex-cancelliera nella fase iniziale della sua carriera politica, ma rappresenta posizioni molto più conservatrici rispetto al corso centrista di Angela Merkel.

La vittoria è stata indubbiamente facilitata dal pessimo risultato elettorale della Cdu nelle ultime elezioni politiche, nonché anche dal coinvolgimento diretto degli iscritti. Merz, del resto, è sempre stato molto popolare tra la base del partito e anche nelle precedenti elezioni del 2018 e del 2021 i sondaggi lo davano in vantaggio tra gli iscritti ma non tra i delegati.

Il paradosso dell’elezione di Merz è che a ben 66 anni è percepito come un volto nuovo. È certamente vero che ha scelto una squadra giovane ma è altresì indubbio che la Cdu si affida a un anziano conservatore in perfetto stile anni Novanta per un programma di rinnovamento certamente indispensabile dopo i recenti risultati elettorali.

Un secondo paradosso dell’ascesa di Merz alla guida della Cdu è che da quando è tornato a fare politica dopo diversi anni in cui si era dedicato alla sua lucrativa attività di lobbysta, Merz si è presentato come il conservatore che voleva recuperare gli elettori tradizionali persi dai cristiano-democratici a destra. Il suo profilo sembrava perfetto per contrastare l’emorragia di voti verso la destra di AfD. Se questo però era vero tre anni fa, oggi il contesto è cambiato. La Cdu è scesa al 20 per cento e il problema principale non sono tanto i voti persi a destra ma al centro. In altri termini Merz sembra essere stato eletto, con le sue idee, con tre anni di ritardo. La sua vera sfida sarà quella di riuscire a riproporre la Cdu come il partito della nazione. E’ un compito facile e difficile al tempo stesso. Facile perché sarà l’unico partito di opposizione di centro. Gli altri partiti all’opposizione del governo Scholz sono la Linke e Afd, dunque ai due estremi. Il suo compito sarà altresì difficile perché Merz, per età, idee e prospettive anagrafiche, sembra poco credibile; probabilmente Norbert Röttgen, più giovane e moderno, sarebbe stato il profilo ideale. Merz potrà però contare su un vantaggio che gli altri candidati non avrebbero avuto: l’entusiasmo della base. È la persona giusta per rianimare un partito molto deluso dagli ultimi mesi.

Non servirà aspettare molto per capire se la Cdu ha fatto la scelta giusta: in marzo si vota in Saarland e in maggio prima nello Schleswig-Holstein e dopo in Nordrhein-Westfalen che è la regione di Friedrich Merz ed è anche il Land più popoloso della Repubblica Federale con ben 18 milioni di abitanti.

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