Fratelli diversi


Un importante sondaggio d’opinione realizzato nel 2017 dalla Friedrich-Ebert-Stiftung sul rapporto tra Italia e Germania rivelava chiaramente alcune tensioni tra i due Paesi. Pur essendo entrambi membri fondatori dell’Unione Europea, quest’ultima svolgeva certamente una funzione aggregante ma al contempo anche di focolaio di tensioni. In particolare la percezione italiana presentava una diffusa convinzione che l’Italia fosse vittima del processo di integrazione europea, quest'ultima spesso identificata con il potere della Germania. Del resto, il dibattito pubblico tra Germania e Italia è tradizionalmente caratterizzato da improvvise tensioni mediatiche scatenate da articoli, dichiarazioni o copertine di settimanali. Il sondaggio confermava quel processo di estraniazione strisciante, descritto da Rusconi nel 2008, fino ad arrivare all’alleanza perduta di cui scrisse Angelo Bolaffi nel 2013. 
I problemi nei rapporti tra Italia-Germania furono sottolineati anche da Enrico Letta, neo segretario del PD, secondo cui il rapporto privilegiato tra i Italia e Germania non esiste più: 
Oggi si deve avere l’onestà intellettuale e storica di constatare che quel rapporto politico così positivo e intenso non c’è più. Con la fine della Dc è venuto meno il rapporto politico privilegiato con la Cdu, che non è stato sostituito da nessun altro legame altrettanto proficuo. In secondo luogo la Germania, assumendo un ruolo sempre più dominante in Europa, ha finito per sottovalutare l’utilità di rapporti bilaterali, intensi e non solo formali, a partire da quello, storico, con la Francia. Eppure i tedeschi dovrebbero essere i primi a comprendere che l’Unione Europea in quanto tale non può prosperare con un unico Paese in posizione dominante (Corriere della Sera, 17 agosto 2017).
Letta indicava in un evento storico piuttosto datato (la fine della DC) la crisi del rapporto italo-tedesco. Si trattava di una tesi che andava molto oltre la contingenza politica e le ben articolate descrizioni di Bolaffi e Rusconi.
Alla luce di tutto ciò sembrerebbe quasi un paradosso, forse una provocazione, pubblicare un libro sull'importanza delle relazioni italo-tedesche. Eppure non è così. Lo hanno fatto Federico Niglia, Beda Romano e Flavio Valeri in Italia e Germania. L’intesa necessaria (per l’Europa), edito da Bollati Boringhieri nel 2021. Il risultato è notevole: in poco più di 120 pagine gli autori riescono a presentare un tema estremamente complesso analizzando tre aspetti. Valeri si è occupato del capitolo dedicato all’economia, Niglia ha scritto della storia e delle relazioni politiche mentre Romano dell’indagine culturale. Ne esce fuori non solo un quadro esaustivo ma anche ben più complesso di una riduzione della fine del rapporto privilegiato tra Italia e Germania a un singolo o specifico evento storico. 
Sono gli autori stessi a esplicitare gli obiettivi di questo prezioso lavoro:
Questo volume ha tre obiettivi. Prima di tutto vuole offrire uno spaccato originale del rapporto italo-tedesco, smentendo molti pregiudizi. E' anche un vademecum per gli italiani che intendono coltivare una relazione costruttiva con il mondo tedesco. Infine, propone una riflessione sui nuovi luoghi di dialogo e di confronto tra due paesi i cui legami, in fondo, sono, più antichi di quelli tra la Germania e la Francia.
Il primo capitolo scritto da Flavio Valeri ha il pregio di presentare quella che viene definita la realtà dei numeri commerciali
...la Germania è stata, nel 2019, il primo fornitore e il primo cliente dell’Italia… [L’Italia è] il sesto cliente e fornitore della Germania: si può dire che la Germania rappresenta, per l’Italia, il primo partner commerciale.
L'nterscambio complessivo per l’anno 2019 è stato di 127,7 miliardi di euro; è un dato enorme se si pensa che questo valore è pari alla somma dell’interscambio dell’Italia con Francia e Spagna combinati e superiore all’interscambio che il nostro paese ha con gli Stati Uniti e la Cina messi insieme. Non potendo qui entrare nei dettagli di una relazione economica solidissima descritta con accuratezza da Valeri, è però evidente che le due economie - tedesca e italiana - sono del tutto complementari e interdipendenti. Si tratta di un tema che compare poco nel dibattito pubblico tedesco ma che è stato anche messo in risalto dall'Ambasciatore tedesco a Roma Viktor Elbling:
Esiste una profonda integrazione tra l'industria tedesca e quella italiana, siamo le potenze industriali più forti in Europa. La Germania non ha avuto un vero e proprio lockdown [di marzo e aprile 2020] delle industrie, hanno chiuso del tutto solo quelle del settore automobilistico perché non avevano gli indotti, soprattutto dall'Italia. Questo dimostra l'interdipendenza enorme tra i nostri due Paesi (Il Sole 24 Ore, 16 settembre 2020)
Nel suo capitolo Valeri sottolinea anche le sfide future relativamente alla green economy che potrebbe poi sfociare in ulteriori sinergie nel compartimento energetico.

Il secondo capitolo è di impianto storico. Qui giustamente Niglia evidenzia come il grande problema del dialogo italo-tedesco risieda, a livello mediatico, nel fatto che questo si sviluppa, molto spesso, su due piani non perfettamente coincidenti: quello della realtà e quello della percezione. In questo senso Niglia ricorda, ad esempio, come, contrariamente a una tesi piuttosto diffusa, la Germania non chiese nessun contributo esterno agli altri paesi europei per sostenere il processo di riunificazione. La scissione tra realtà e percezione si rivela anche nella tendenza a non comprendere esattamente la differenza tra la dimensione istituzionale e governativa con quella dell’opinione pubblica, lasciando, in questo modo, che si alimenti una contraddizione tra dialogo politico effettivo e percezione del rapporto bilaterale. Il risultato di questo corto circuito è il consolidamento di una serie di percezioni negative, in alcuni casi di veri e propri falsi-miti, sulla Germania.

Nel terzo e ultimo capitolo Beda Romano offre un colto spaccato delle relazioni italo-tedesche con molti riferimenti storici e culturali. Ne esce un quadro complesso in cui i due popoli presentano diversi punti in comune ma anche distanze che spesso emergono chiaramente nel dibattito pubblico. Particolarmente importante in questa parte del libro è il richiamo alla Vergangenheitsbewältigung, ovvero alla capacità di fare i conti con il proprio passato. Qui Beda Romano illustra molto bene una differenza sostanziale tra Italia e Germania. Se in Italia non si è mai realizzato un vero e proprio esame di coscienza nazionale rispetto alle responsabilità storiche tanto che il passato è una facile arma politica per attaccare l'avversario di turno, in Germania, al contrario, c'è una lunghissima tradizione di riconoscimento dei propri errori. Non si può non registrare, aggiungo, che negli ultimi anni anche la Germania ha visto diffondersi, forse anche un po' sorprendentemente, un cultura revisionista. In questo senso l'ascesa dell'estrema destra di Alternative für Deutschland è testimonianza di questo preoccupante fenomeno.

Il libro Italia e Germania. L’intesa necessaria (per l’Europa) si chiude con alcune proposte concrete che si possono sintetizzare nell’impegno che la politica dovrebbe avere al fine di garantire  investimenti nei luoghi di dialogo tra i due paesi (soggetti pubblici e/o privati, istituzioni ecc.). In queso senso i protagonisti della politica dovrebbero smettere di utilizzare la Germania come il più classico dei nemici da attaccare per raccogliere facile consenso. Tutto questo dovrebbe e potrebbe aiutare a stimolare curiosità culturale, intellettuale e linguistica verso un Paese molto stimolante dal punto di vista storico, politico, artistico e sociale che in Italia si pensa di conoscere ma che in realtà è conosciuto esclusivamente tramite cliché. In particolare l’immagine della Germania in Italia sembra spesso ferma agli anni Ottanta e non si percepiscono gli sviluppi più recenti successivi alla riunificazione del 1990. 
Il libro di Valeri, Niglia e Romano ha il grande pregio di rimettere nell'agenda del dibattito pubblico italiano la necessità di rilanciare le relazioni tra l'Italia e Germania.


Federico Niglia, Beda Romano, Flavio Valeri, Italia e Germania. L’intesa necessaria (per l’Europa), Bollati Boringhieri, 2021, pp 123 ISBN 978-88-339-3647-5

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