Meno male che Merkel c'è
Sembra quasi incredibile che ci sia stato un tempo in cui la Cancelliera Merkel era ritratta con i bafetti hitleriani o considerata alla stregua di una casalinga di Voghera (in tedesco Schwäbische Hausfrau). La Cancelliera che oggi è lodata e ammirata in tutto il mondo, è la stessa che veniva criticata, odiata e ridicolizzata qualche anno fa. A modificare radicalmente la sua percezione e immagine, nonché il suo profilo internazionale, ha contributo quel sorprendente Wir schaffen das (ce la facciamo) riferito all’accoglienza dei migranti in Germania nel 2015. I media hanno così trasformato la matrigna d'Europa nella Cancelliera del mondo libero.
Nel 2017, nonostante un consenso molto diffuso in Germania, vinse le elezioni politiche molto male. Subì una durissima campagna di odio da parte della destra di AfD. La formazione del governo fu difficile, la più lunga della storia della Repubblica federale. Dovette subire anche l’umiliazione di essere messa all’angolo da una figura mediocre come il leader dei liberali Christian Lindner. Per due anni si è trovata sulla difensiva attaccata dagli avversari politici fuori e soprattutto dentro il proprio partito. Ha fallito la sua stessa successione alla guida della Cdu e tutto lasciava prevedere che il suo governo, la terza grande coalizione dell’età merkeliana, fosse destinata a una fine prematura. La pandemia ha cambiato tutto. Un po' come quell'estate del 2015.
In questi mesi di gestione della crisi del Covid Angela Merkel ha indubbiamente mostrato il suo lato migliore. Senza le pressioni dei nemici interni ha potuto presentarsi al popolo tedesco (ed europeo) come la perfetta Cancelliera in tempi di crisi. Nessun leader politico mondiale è riuscito a spiegare la crisi epidemiologica come Angela Merkel. Invece di usare metafore militaresche o di avere un insopportabile atteggiamento paternalistico, la cancelliera tedesca ha usato una strategia comunicativa diversa: spiegare e chiarire con la forza degli argomenti. Spiegare la situazione del tutto nuova che la società sta vivendo. Spiegare a un pubblico più vasto e in modo efficace ciò che gli scienziati a lei vicini le comunicavano nel tentativo di far comprendere che la migliore arma che abbiamo contro il virus resta la scienza, certamente fallibile, ma pur sempre fondata sui fatti. Resteranno nella storia le sue spiegazioni dell'indice Rt e dell'importanza di affidarsi alla competenza degli scienziati. La sua formazione da fisica l'avrà certamente aiutata, ma la differenza rispetto agli altri capi di stato e di governo è il suo modo di intendere l'azione di governo e le istituzioni. L'aver capito di trovarsi davanti a una sfida storica tra verità e menzogna, scienza e opinione, tra illuminismo e oscurantismo.
Credo nella forza dell'illuminismo. L'Europa deve all'illuminismo l'esistenza di una conoscenza scientifica reale e alla quale bisogna attenersi.
Nella DDR decisi di studiare fisica - forse se fossi stata nella Repubblica Federale non l'avrei fatto - perché ero convinta che molte cose potevano essere messe in discussione ma non la forza di gravità o la velocità della luce così come altri fatti reali.
(Angela Merkel al Bundestag, 9 dicembre 2020)
Nel dibattito al Bundestag sul bilancio, l'ultimo dell'era Merkel, la cancelliera ha potuto esprimere ancora una volta tutta la forza dei suoi argomenti e delle sue idee. Ancora una volta Merkel, consapevolmente o meno, si è presentata come l'unica leader che ha saputo comunicare non solo ai tedeschi ma a tutti gli europei.
Con un discorso empatico e passionale ha spiegato
2) che è fondamentale una drastica riduzione dei contatti durante le feste di Natale e il capodanno, allungando eventualmente i giorni di vacanze delle scuole ed evitando assolutamente cene e pranzi familiari o altre occasioni di incontri.
Se la scienza ci implora, prima di Natale, di ridurre di una settimana i contatti prima di incontrare i nonni ed altre persone anziane, allora dovremmo assolutamente riflettere se non si può trovare una strada per iniziare le ferie scolastiche non il 19 dicembre ma eventualmente già il 16 dicembre. Cosa si dirà in futuro di noi se durante un'emergenza epocale non saremo stati in grado di trovare in ogni modo una soluzione per questi giorni?
Se nell'imminenza del Natale avremo troppi contatti e successivamente scopriremo che avremo festeggiato l'ultimo Natale con i nostri nonni, avremo qualcosa da rimpiangere, questo perché non abbiamo fatto quello che si doveva fare.
(Angela Merkel al Bundestag, 9 dicembre 2020)
Nel giorno in cui ha ancora una volta difeso la sua politica contro il Covid, il 9 dicembre Merkel ha potuto portare a casa anche un altro importante risultato: l'accordo con Polonia e Ungheria sul bilancio dell'Unione Europea. Si tratta di un accordo sofferto che prevede l'erogazione dei fondi europei solo nel caso di rispetto dello stato di diritto ma vi sarà una dichiarazione politica nelle conclusioni del Consiglio europeo di oggi e domani in cui si riconoscere la sovranità degli Stati Membri e si riconoscerà anche che la decisione di una sospensione dei fondi dovrà avvenire solo dopo una sentenza della Corte europea di giustizia.
Sebbene si tratti di un'evidente riconoscimento ai governi ribelli di Polonia e Ungheria, questo accordo permetterà la partenza effettiva del Next Generation EU noto come Recovery Plan. Che questo accordo sia stato raggiunto durante la Presidente di turno del Consiglio dell'Unione Europea affidata in questi sei mesi alla Germania, è merito soprattutto di Angela Merkel.
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