Errori e successi di Conte alla stampa tedesca

Da una paio di settimane Giuseppe Conte è impegnato in un’offensiva mediatica in Germania. L’obiettivo del Presidente del Consiglio italiano è convincere il governo tedesco a trovare una soluzione comune nell’UE, una forma di solidarietà che si dovrebbe concretizzare nella parola magica di Eurobonds.
Ha iniziato con un’intervista sulla prima rete nazionale tedesca andata in onda il 31 marzo in uno speciale subito dopo il telegiornale delle ore 20 in cui Giuseppe Conte ha usato i toni giusti. Ha spiegato la sua teoria della crisi simmetrica. Il Coronavirus colpisce tutti e c’è bisogno di strumenti nuovi. Ha sgombrato il campo dalla critica che gli era stata rivolta di voler far pagare i debiti italiani al contribuente tedesco. Ha chiuso con una frase ad effetto molto efficace rivolta alla Cancelliera Merkel: Non dobbiamo scrivere un manuale di economia, ma una pagina di storia europea. Conte ha trasmesso l’immagine di un capo di governo sinceramente impegnato a risolvere una crisi internazionale. Una delle reazioni a quest’intervista è stata la bella pagina della Bild Zeitung del 2 aprile con la lettera agli italiani (Voto all’intervista: 8).

Gli errori di Conte sono iniziati dopo. Non so se per scelta, per necessità o perché si è fatto prendere dall’entusiasmo ma dopo ha inanellato una serie di passi falsi che hanno finito per indebolire anche la posizione italiana.
Il secondo grande intervento è stato sull’autorevolissimo Die Zeit, insieme allo Spiegel il più importante settimane tedesco. Die Zeit è un giornale diretto da Giovanni Di Lorenzo, giornalista di padre italiano e di madre tedesca, e sempre molto attento a seguire la politica italiana.
In un lungo articolo nella seconda pagina dell’edizione del 3 aprile scorso Conte ha voluto spiegare la situazione in Italia: le difficoltà del Paese, il numero di morti, l’impatto sociale ed economico del COVID. Il chiaro obiettivo di questo articolo era di mettere in risalto la dimensione umanitaria della richiesta di solidarietà comune europea. Pur invitando tutti gli Stati membri a una reazione comune al Coronavirus, pur sottolineando l’importanza per l’Europa di una chiara visione del futuro, pur mettendo in risalto la necessità di rafforzare l’UE, Conte nell’articolo non dice nulla sulla proposta italiana. Manca di una progetto concreto ma anzi invita la Germania ad accettare la sfida epocale, quasi scaricando la responsabilità di una soluzione al governo tedesco. Al contempo Conte, in uno scatto di orgoglio, sottolinea non solo la forza del sistema sanitario ma anche gli sforzi fiscali fatti negli ultimi anni e i contributi finanziari al fondo salvasti (prima EFSF poi ESM, in italiano MES) dell’Italia. Il paradosso di quest’articolo, scritto con l’intento di invitare alla reciproca solidarietà in nome anche della difesa del multilateralismo (tema caro ad Angela Merkel), è che ha dato l’impressione più di un lotta di difesa della posizione dell’Italia nello scacchiere europeo contro il rischio di un evidente processo di ridimensionamento. Inoltre l’articolo ha avuto pochissima risonanza, è quasi sparito nel dibattito tedesco e italiano. Insomma, un’occasione mancata. (voto 4).
A completare la campagna teutonica del Presidente del Consiglio italiano c’è stata l’intervista alla Bild Zeitung (8 aprile), un tabloid molto popolare e in assoluto il più diffuso giornale tedesco. Conte non ha scelto però la classica versione cartacea bensì l’innovativa e oramai molto diffusa intervista live in diretta web.
Anche in questa intervista, Conte ha difeso la forza del nostro paese come terza economia dell’Eurozona e ha invitato ancora una volta ad un reciproca solidarietà di tutti i paesi europei. Ha rivolto una domanda ai tedeschi che è sembrata anche un po’ una provocazione: Pensate veramente che la Germania possa avere vantaggi economici se altri paesi non saranno in grado di superare questa crisi? Conte è tornato a chiedere strumenti nuovi come appunto gli Eurobonds con la tesi che nel mercato globale l’UE agisce in competizione con Cina e USA. Ha sottolineato, così come avvenuto nell’intervista del 31 marzo, la missione storica dell’UE invitando a superare una visione economicistica dell’eurozona. Un’affermazione che non sarà piaciuta a molti leader politici tedeschi. 
Il mezzo passo falso di un’intervista nel complesso buona è stato nella seconda parte nel momento in cui Conte ha detto che se l’UE non trova una proposta comune l’Italia dovrà agire da sola (“altrimenti dobbiamo abbandonare il sogno europeo”) lasciando intendere che l’Italia potrebbe rinunciare all’aiuto della Banca Centrale Europea (che sarebbe un vero e proprio suicidio) se non addirittura uscire dall’UE (voto 5.5). 


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