Pragmatica Ursula, vera erede di Angela, presidente perfetta

La grande sorpresa politica del 2019 si chiama Ursula von der Leyen. Già più volte ministra in tutti i governi Merkel dal 2005 a oggi (dalle politiche sociali alla Famiglia fino alla Difesa) Ursula von der Leyen sarà la vera erede della Cancelliera che ora potrà ritirarsi con maggiore serenità nelle campagne del suo amato Uckermark, nel Brandeburgo.
Ursula von der Leyen è certamente espressione della migliore, alta e ricca borghesia tedesca. Non è cresciuta politicamente allombra di Merkel maha una sua storia e una personalità molto ben definite. Il suo profilo di donna indipendente, ambiziosa e poliglotta, non le ha reso sempre agevole la sua carriera politica in Germania e in particolare nella Cdu.
Non a caso è stata eletta nel Presidio della CDU sempre con meno voti rispetto ai suoi colleghi. Avrebbe voluto essere eletta presidente della Repubblica Federale nel 2010 ma la cancelliera le preferì (sbagliando) Christian Wulff, costretto poi prematuramente alle dimissioni per uno scandalo. Sebbene sia stata a lungo accreditata come la possibile erede di Angela Merkel alla guida della Cdu lei ha sempre liquidato la questione affermando che ogni generazione ha il suo cancelliere”. Non sbagliava.
Negli anni da ministra ha dovuto confrontarsi con tematiche spinosissime in Germania, dalla riforma delle pensioni fino alla recente riforma dellesercito tedesco. In un certo senso si può dire che Ursula von der Leyen sia stata una seconda piccola-Cancelliera. In altre parole, ha una grande esperienza politica.
Il suo profilo internazionale ne fa una perfetta Presidente della Commissione Europea. Membro del consiglio di amministrazione (Board of Trustees) del World Economic Forum, più volte relatrice alla Conferenza per la Sicurezza di Monaco, Ursula von der Leyen ha unottima reputazione internazionale anche se è poco conosciuta al grande pubblico.
Il suo programma per il futuro dell’Unione Europea è molto chiaro:
  1. Per contrattaste il cambiamento climatico intende ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 del 50 per cento rispetto al 1990. Gli Stati Membri dell’Unione Europea si erano accordati per il 40 per cento.
  2. Rafforzare il Parlamento europeo nel procedimento di iniziativa legislativa e mediare tra Parlamento europeo e Consiglio europeo per il recupero del principio dei capi-lista (Spitzenkandidaten) affossato proprio dalla sua nomina a Presidente della Commissione Europea da parte del Consiglio Europeo.
  3. Avviare una conferenza sul futuro dell’Europa nella quale siano discusse proposte per migliorare il sistema istituzionale europeo e in particolare valutare la proposta di introdurre liste transnazionali per le prossime elezioni europee.
  4. Introdurre un’assicurazione di disoccupazione e un salario minio europei.
  5. Realizzare un bilancio delle Eurozona e utilizzare il massimo della flessibilità prevista della Patto di stabilità per garantire maggiore crescita economica.
  6. Proporre un nuovo patto per la migrazione che preveda una riforma del Trattato di Dublino che fino a ora gli Stati Membri dell’Unione Europea hanno impedito che venisse realizzata.
  7. Per il rispetto dello stato di diritto, Ursula von der Leyen propone l’introduzione di un report nazionale sul rispetto dei valori dell’Unione Europea che ogni Stato Membro dovrà scrivere annualmente.
  8. Sulla Brexit è disponibile a un ulteriore, breve, rinvio. Resta, tuttavia, inflessibile sull’accordo già sottoscritto tra Unione Europea e Regno Unito che non verrà modificato.
Ursula von der Leyen è una garanzia che l’Europa non cederà di un centimetro sulla difesa dello stato di diritto, non si farà intimorire dai leader più o meno autoritari emersi in questi anni e c’è da aspettarsi una sua posizione molto netta sulla difesa europea che resta uno degli obiettivi che cercherà di realizzare nei prossimi cinque anni.
Il suo mandato presidenziale inizia con il segno di essere stata imposta dai governi nazionali. Da qui le difficoltà nel trovare il consenso necessario tra i parlamentari nei giorni precedenti il voto parlamentare.
Indubbiamente Ursula von der Leyen, nel bene come nel male, è espressione del metodo intergovernativo, quello che Angela Merkel ha sempre difeso e provato a rafforzare in questi anni contro i sostenitori del metodo sovranazionale o addirittura federale.
Diversamente dal suo predecessore Jean-Claude Juncker, Ursula von der Leyen sarà molto più pragmatica e meno propensa a grandi slanci ideali sul futuro dellUnione Europea. In sintesi: una potenziale ottima Presidente della Commissione.

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