Italiani e tedeschi - questi sconosciuti
Italiani e tedeschi non si conoscono più. La curiosità reciproca di un tempo sembra essere in gran parte svanita. A dimostrarlo è un recente studio della fondazione tedesca Friedrich-Ebert non ancora reso pubblico ma anticipato in esclusiva dalla Süddeutsche Zeitung.
Nelle interviste condotte nell'estate del 2016, ai tedeschi (1000) è stato chiesto di indicare una personalità italiana di particolare spicco: il 29 per cento ha risposto Eros Ramazzotti, il 26 Umberto Eco e il 22 Sophia Loren - difficile pensare che un italiano, pensando a sé stesso si senta rappresentato da questa triade. Gli italiani (1200), a cui è stata posta la stessa domanda, avevano difficoltà a trovare una personalità tedesca - a dimostrazione di quanto siano poco conosciute la cultura e società tedesche - con percentuali molto basse, tra il 10 e il 4 per cento, vengono ricordati Immanuel Kant, Ludwig van Beethoven, Joahnn Wolfgang Goethe e Marlene Dietrich. Tra le figure della contemporaneità, compare solo Wim Wenders. Fin qui, l'immagine generale dei due popoli, interessante soprattutto per capire come si è percepiti all'estero. Molto spesso, diversamente da come ci si immagina.
La questione si complica se si entra nelle questioni di attualità. Per il 48 cento degli italiani la lotta alla disoccupazione è il principale problema politico. Diversamente, per i tedeschi, solo il 24 per cento. In Germania, ben il 43 per cento considera la questione dei rifugiati il problema centrale. E' interessante notare come sia in realtà l'Italia il paese più colpito dal fenomeno, piuttosto che la Germania.
I dati più interessanti riguardano l'Unione Europea. Se gli italiani, in passato, erano tra i più entusiasti del progetto europeo, ora non lo sono più: il 43 per cento considera uno svantaggio essere all'interno dell'Unione e il 21 per cento è, al contrario, convinta dei reali vantaggi portati dall'essere uno Stato membro. Il 53 per cento, inoltre, considera che l'introduzione della moneta unica ha rallentato la crescita del Paese (tuttavia, in evidente contraddizione, solo il 19 per cento pensa che senza l'Euro l'Italia crescerebbe più velocemente). Per i tedeschi è esattamente il contrario. Il 43 per cento considera un vantaggio essere nell'Unione Europea e il 41 per cento è convinta che l'Euro ha portato benefici.
La differenza maggiore tra italiani e tedeschi si ha poi sulla gestione della crisi europea degli ultimi anni. Due terzi degli italiani ritiene che, in Europa, i tedeschi hanno a cuore solo i propri interessi, mentre la maggioranza dei tedeschi considera l'Italia un Paese che pensa solo a "incassare" - il paradosso è che l'Italia è un contribuente netto dell'Unione Europea ed ha pagato tanto quanto i tedeschi (in proporzione al proprio PIL) per il salvataggio dei paesi in difficoltà. Su questo Germania e Italia, che dovrebbero cooperare per tutelare interessi che sono comuni, invece di dialogare, hanno smesso di agire in sintonia. E di questo è responsabile prima di tutto la politica e, in seconda battuta, un'opinione pubblica fin troppo superficiale nell'analisi delle tematiche europee e delle relazioni bilaterali.
Interrogati sulle virtù nazionali, i risultati sono molto divertenti. I tedeschi si percepiscono come molto flessibili, generosi e solidali, mentre solo un quinto degli italiani le considera virtù teutoniche. Per gli italiani i tedeschi sono, al contrario, risparmiatori e precisi.
Per quanto riguarda le caratteristiche degli italiani invece, il 92 per cento dei tedeschi considera gli italiani "goderecci", si godono la vita, in altre parole, mentre, solo per il 66 per cento degli italiani intervistati questa è considerata una virtù propria. Da dove venga questa immagine dei tedeschi sugli italiani, è facile da comprende: dalle loro vacanze.
Questi dati, sinteticamente riproposti ed in attesa della pubblicazione completa da parte della Fondazione Ebert-Stiftung, dimostrano come la percezione dei rispettivi paesi sia differente e come gli interessi e le priorità siano agli antipodi - almeno nella percezione popolare. Eppure Germania e Italia avrebbero bisogno di dialogare di più e di ricominciare ad essere, reciprocamente, più curiosi delle sfumature culturali e sociali. Forse bisognerebbe dimenticare il passato (soprattutto recente) e ricominciare da zero.
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