L’inevitabile egemonia della Germania in Europa
Il ruolo della Germania in Europa è sempre più discusso. Ciclicamente si preannuncia l'avvento di un Quarto Reich che in realtà non arriva mai. Basti pensare alle polemiche dopo la riunificazione e, più di recente, per la posizione di predominanza politico-economica della Repubblica Federale nell'UE.
Ritengo, al contrario, che non c'è alcun disegno egemonico del governo tedesco sull'Europa quanto, piuttosto, un progetto politico e culturale. La Germania è l'unico grande Paese europeo che ha investito e scommesso sul progetto europeo capendone le potenzialità prima e meglio di altri. L'egemonia della Germania, dunque, è da una parte frutto della lungimiranza tedesca, ma dall'altro conseguenze di quattro fattori:
1) L’allargamento a Est dell’Unione Europa. Avvenuta in due diverse fasi nel 2004 e nel 2007, è sicuramente il fattore più importante e decisivo per una nazione come la Germania che storicamente guarda a Est e che dopo la fine dell’Impero sovietico è stato l’unico paese ad unirsi in un contesto in cui molti altri stati dell’ex blocco sovietico si sono divisi . La Germania rappresenta il fondamentale legame dei paesi dell’Est Europa con il resto dei paesi membri e svolge anche un importante ruolo di mediazione nel difficile rapporto tra la Russia e i paesi dell’ex Unione Sovietica. La sfera di influenza della Germania nell’Europa dell’Est è fortissima non solo dal punto di vista economico e politico, ma anche culturale. L’allargamento, inoltre, ha determinato un’alterazione del tradizionale equilibrio europeo, facendo perdere influenza politica non solo ai paesi del Sud Europa, ma anche dello stesso nord Europa, come ad esempio Belgio e Olanda. Il cambiamento che si è realizzato è enorme: da due stati frontiera (come era al tempo in cui era divisa), la Germania riunita è diventata il centro dell’Unione Europea e per la prima volta nella storia in un contesto politico di pace e di cooperazione con tutti gli stati confinanti. In questo nuovo contesto il compito principale della Germania è stato ed è ancor di più oggi di tenere unita l’Unione Europea, salvaguardandone l’equilibrio perché non si tratta esclusivamente di una connotazione geografica, ma anche di una funzione geopolitica e strategica
2) La stabilità politico-istituzionale e la solidità economica della Germania. Durante l’intera crisi economico-finanziaria, mentre in tutti i paesi europei si sono alternati numerosi presidenti del consiglio – basti pensare che in Italia ci sono stati cinque presidenti del consiglio e sei governi, in Francia e Spagna, rispettivamente, due capi di stato e di governo - la Germania ha avuto tre governi e una sola cancelliera e non c’è mai stata la necessità di ricorrere ad elezioni anticipate. Le istituzioni politiche tedesche hanno retto bene anche in un contesto internazionale di forte instabilità che ha avuto delle ripercussioni economico-sociali nella società tedesca. Se a questo si aggiungono le ottime prestazioni economiche tedesche caratterizzate da export, bassa disoccupazione, crescita stabile e capacità sia di attrarre i giovani dagli altri paesi europei, sia di integrare gli immigrati, la Repubblica Federale, con il suo modello sociale e politico di riferimento si è imposta come il sistema di maggior successo e la migliore democrazia in Europa.3) Il declino economico e politico della Francia. Pur restando la seconda grande economia dell’eurozona, la Francia ha perso gradualmente sempre più importanza e peso politico. Il motivo di tale declino va individuato nelle difficoltà economiche, nel nazionalismo economico francese , ma anche in scelte di politica estera (come ad esempio la guerra in Libia e l’Unione del Mediterraneo) che si sono rivelate inopportune.
4) Il ritrarsi della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Gli interessi britannici coincidono sempre di meno con quelli europei, come ha dimostrato, prima ancora del referendum, la trattativa del Regno Unito con le istituzioni europee per la permanenza di Londra nell’Unione in cui sono state accolte tutte le richieste inglesi e che avrebbero dovuto attribuiRe uno status speciale alla Gran Bretagna che nel momento in cui verranno riformati i Trattati sarà esentata dalla cosiddetta ever closer Union (Unione più stretta). La Brexit ha fatto il resto.
(Questo post è una brevissima sintesi di un articolo scientifico uscito qualche mese fa per la prestigiosa Rivista di Studi Politici Internazionali. Un parziale estratto dell'articolo può essere letto su academia.edu).
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