L'Europa rischia una deriva Weimariana
L'Europa rischia una deriva Weimariana. Mai come in questo
periodo la democrazia europea è messa fortemente in discussione da movimenti
antisistema.
La Repubblica di Weimar è
stato il più straordinario ed innovativo laboratorio costituzionale del Novecento. Si realizzò una democrazia compiuta dopo la prima guerra mondiale, venne
introdotto il suffragio universale paritario, esisteva una legge elettorale
proporzionale senza sbarramento così ogni partito veniva rappresentato in
Parlamento e il presidente del Reich (la Repubblica di Weimar, appunto) era
eletto direttamente dal popolo. Inoltre, vennero riconosciuti numerosi diritti
ai lavoratori. La repubblica di Weimar era così il più audace esperimento
politico-costituzionale del secolo scorso. Eppure quel modello fu spazzato
dagli estremismi di sinistra e di destra e dall'idea malsana della necessità di dover di riconquistare una piena
sovranità dopo le condizioni di pace del Trattato di
Versailles, portando cosa la Repubblica di Weimar dritta verso il Nazismo.
Come la democrazia di Weimar l'Europa di oggi, che è il più
grande laboratorio ed esperimento politico democratico al mondo, viene minacciato dalle
forze estremiste e dalla perversa convinzione che la sovranità nazionale sia la
soluzione a tutti i problemi.
Negli anni finali di Weimar non ci si accorse
della sua fine, lo scivolamento della repubblica verso il nazismo fu quasi
naturale, considerato come qualcosa di necessario e salutare che si sarebbe
potuto controllare. Nei giorni immediatamente precedenti all'avvento di Hitler
il governo discuteva di questioni agrarie. Lo stesso vale per l'Europa di oggi.
Molti cittadini britannici sembra abbiano votato senza capire esattamente le
conseguenze dell'uscita del Regno Unito da Brexit.
Il crescente antieuropeismo
non ha un progetto alternativo, ma solo l'obiettivo di sfasciare il progetto
europeo che dal dopoguerra ad oggi ha assicurato pace e libertà all'Europa in
nome di un modello plebiscitario di politica che afferma una sorta di sovranità
del singolo e rifiuti l'idea di una democrazia partecipata e condivisa. E' un grande paradosso che il ricorso al referendum venga interpretato come una manifestazione democratica perché proprio a Weimar furono utilizzati e strumentalizzati contro la democrazia. Lo stesso nazismo fece uso di strumenti simile in funzione plebiscitaria.
Lo stesso avviene oggi in Europa dove prima Tsipras e poi Cameron hanno utilizzato il referendum esclusivamente per rafforzare la propria leadership politica.
L'esperienza di Weimar ci insegna l'importanza di una classe
politica responsabile che sappia difendere le istituzioni politiche e la democrazia rappresentativa da una deriva plebiscitaria e, come ha scritto sulla Zeit Adam Soboczynski, da un pericolosissimo neo-bonapartismo.
Commenti
Posta un commento